Sono come si dice "un pezzo in là"
a Balint chiuso in cantina con Blanka, tanto per intendersi.
I primi tre capitoli mi hanno spiazzata parecchio: non capivo niente, non riuscivo ad entrare nella storia, a capire chi erano i fantasmi, le rievocazioni, le persone vere. E' stato tutto un riandare alla prima pagina dove c'è la lista dei personaggi per cercare di capire.
Tanto che mi sono chiesta più volte: ma come si fa a dire che questo è un capolavoro, non si capisce niente.
Ma poi tutto è andato a posto, il mosaico si è composto ed è diventato una cosa meravigliosa.
In più punti del libro ho provato delle emozioni fortissime,
è un libro proprio che suscita emozioni, più che riflessioni.
I personaggi sono tutti vivi, l'intreccio fra passato, presente, fra parti raccontate in prima persona da Iren e quelle raccontate in III persona è magistrale,
approfondisce ogni momento, dà spessore.
Come si fa a non commuoversi nell'episodio dei cartoncini dei crediti, quando le due sorelle vengono entrambe punite dal padre?
Come si fa a non provare tenerezza per la signora Elkes, così svagata, disordinata, che dà un tocco di leggere in una storia cupa e così tragica?
Della morte di Henriett mi hanno colpito tante cose, una più di tutte: come la Szabò intreccia tutti i comportamenti, Balint che mente a Iren e non le dice di aver tardato per consolare Henriett, Iren che si innervosisce e si arrabbia con Blanka, Blanka che per farsi perdonare rimette tutto il guardino e inchioda le assi chiudendo così forse l'unica possibile via di salvezza per Henriett. E le riflessioni di Iren, se il padre fosse stato meno ligio al dovere, la mamma meno strana, avrebbero potuto loro salvare Henriett.
Se gli Held non fossero andati all'ufficio quella mattina....
Così che tutti diventano responsabili di questa morte, come se una tragedia simile in un momento simile, in cui tutta l'umanità sembra impazzita, diventasse una colpa di tutti, quasi che tutti fossero responsabili molto più del soldato che ha materialmente sparato.
Una nota un po' stonata è il momento in cui Blanka si chiude in cantina con Balint, sottointendendo che quasi si "sacrifica" per preservare la sorella.
Mi è sembrato un comportamento un po' forzato, eccessivo.
Francesca