L’Italia non rischiava di finire come la Grecia, l’Italia rischia. L’Italia rischia ancora perché non è cambiato di una virgola il sistema con cui si fanno le cose, non è cambiato chi comanda, chi paga, e chi ci guadagna. Non si è fatto nulla per eliminare gli sprechi, la corruzione, lo scavalcare le leggi o il fare leggi per le lobby, anzi, in nome della crisi si faranno porcate ancora maggiori, vedi l’aumento delle tasse per esempio, o il voler ridurre i diritti dei lavoratori. E tutto per risanare la situazione economica dell’Italia, peccato che i bilanci non in ordine dello stato non centrano nulla con la crisi: non sono in ordine perché per fare una cosa che costa 50 spendono 300 avendo come disponibilità 100. Per questo l’Italia rischia, non per la crisi, ma per il passato che è ancora presente.
Per questo penso che un paese, soprattutto uno in crisi, soprattutto un paese come il nostro, debba fare proprio il contrario: filosofia (che io preferisco sostituire con la morale), politica ed economia. Nella vita di una società non ci può essere al primo posto l’economia, ma la possibilità di vivere in maniera dignitosa e di realizzare piccoli sogni. Sembra una cosa da favoletta, da mondo idilliaco, ma questo è il modo vero di fare economia, perché se non c’è la possibilità di realizzare qualche sogno, una società resta sempre ferma al produco, consumo e crepo, non andrà mai verso il provo, invento e il tanto amato cresco con cui economisti e politici si riempiono la bocca. Se non dai il possibilità e denaro al popolo, il popolo non produrrà ricchezza, mai, perché sarà troppo impegnato ad affogare.
Guardate anche la crisi economica che stiamo vivendo: non è altro che la conseguenza di una crisi morale, di un’assenza di principi che ha creato una società sempre con meno regole rispettate, una società dove più sei senza scrupoli più ti premiano, dove puoi farti dare dei soldi ed in cambio vendi dei debiti. A forza di fare i furbi stavolta la cosa gli è scoppiata tra le mani. Ma chi paga? Non i colpevoli, quelli diventeranno presidente di qualcosa.
Scusate se magari ho usato un tono un po’ nervosetto, non è riferito a nessuno, ma quando penso ai porci che stanno al comando, e non mi riferisco solo ai politici, mi va il sangue alla testa e mi esce dalle orecchie.