Joyce, James - Gente di Dublino

Bohemian

New member
Lo sto leggendo in questi giorni e un pò per mancanza di tempo,un pò perchè è in inglese, è passata una settimana e mi trovo solo al 5° racconto... è un tipo di racconto che lascia un pò insoddisfatti alla fine, la maggior parte dei personaggi impersona un pò la "paralisi" descritta nel primo racconto e il tutto risulta abbastanza passivo ed insignificante, almeno ad una prima lettura.. saprò dire di più appena lo avrò finito ma soprattutto appena avrò dato l'esame ...:wink:
 

brunilde

New member
Acquistai The Portable James Joyce nei primi anni 80 per un esame d'inglese.
Vi sono contenuti i Dubliners. Mi hanno così annoiato questi racconti che devo averli rimossi dalla memoria ma gli appunti che presi allora sono stati utili a mio figlio per la sua verifica su Joyce, ha preso 8 e mezzo. :mrgreen:
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
La mia parte razionale dice che è un bel libro... indubbiamente rappresenta un'aspra critica alla Dublino dell'epoca, chiusa, sterile ed eccessivamente condizionata dai dogmi religiosi. Mi ha trasmesso una strana sensazione di staticità e di...come dire...polveroso, ma forse è dovuto anche al fatto che la mia è un'edizione vecchissima presa nelle bancarelle :mrgreen:, peraltro fortunatamente corredata di note, senza le quali avrei capito la metà :D
Devo in ogni caso ammettere che la mia parte emotiva si è discretamente annoiata, tranne che per Evelin, Un caso pietoso e I morti, gli unici che mi abbiano scosso. L'ultima parte de I morti è bellissima, mi ha ripagato della noia di alcuni altri racconti.
 

isola74

Lonely member
l'ho letto molto tempo fa (almeno 10 anni) e ricordo che non mi entusiasmò... credo che prima o poi lo rileggerò
Per adesso il mio voto è 3
 
Purtroppo non mi ha fatto impazzire... Troppo realismo, apparte le ultime due, Joyce non presenta delle vere e proprie "storie" come noi siamo abituati a pensare, con una trama e un finale, ma presenta questi personaggi di Dublino, personaggi che in fondo potevano essere gli abitanti di qualsiasi altra città d'Europa. Per essere statico è statico. :boh:
 

Nikki

New member
che capolavoro!
devo dire però che per comprendere il messaggio dell'Autore sono stati preziosi i contributi di Svevo e Daniele Benati, in introduzione all'edizione Universale Economica Feltrinelli.
che dire...la capacità con cui descrive la Dublino degli albori dello scorso secolo è magistrale...il senso di incompiutezza dei personaggi, l'incapacità di reagire ad una realtà statica e soffocante, tutto attraverso la narrazione di attimi, occasioni, apparentemente quotidiani e normali, ma rivelatori della reale condizione psicologica, culturale, sociale dei personaggi.
Alcune volte viene anche fornita una possibile spiegazione del carattere di una intera popolazione (l'uso della violenza quale sistema "pedagogico", la repressione religiosa, la ricerca di una soluzione nell'alcool: birra e religione divengono l'oppio delle coscienze!)

e poi si racconta la forza che i "morti" acquisiscono nella esistenza dei vivi, che indugiano nel passato, rinunciando a vivere il presente e rendendosi essi stessi i veri morti!

che fortuna avere la penna di Joyce come coscienza civile, però! peccato, che gli editori irlandesi nell'immediato si sono rifiutati di pubblicare quei racconti..le proprie fortune non vengono mai apprezzate! ma è anche comprensibile che la verità ferisca!
mi chiedo cosa direbbe Joyce della Dublino di oggi.
 

pigreco

Mathematician Member
Gran bel libro, il primo che leggo di Joyce. I racconti sono molto crudi, lasciano un tremendo amaro in bocca, eppure, nonostante sia passato più di un secolo, sono ancora una nitida fotografia dell'umanità, abbracciano tutti gli strati sociali, tutte le età, tutte le meschinità dell'essere umano. Non sarà certamente l'ultima opera di Joyce che leggerò. Prossimo step, Dedalus.
 

Giammarco

New member
Gran bel libro, il primo che leggo di Joyce. I racconti sono molto crudi, lasciano un tremendo amaro in bocca, eppure, nonostante sia passato più di un secolo, sono ancora una nitida fotografia dell'umanità, abbracciano tutti gli strati sociali, tutte le età, tutte le meschinità dell'essere umano. Non sarà certamente l'ultima opera di Joyce che leggerò. Prossimo step, Dedalus.

Pienamente d' accordo con te... E' uno dei libri che rileggerei, per risentire lo stesso amaro in bocca di cui parli.. Secondo me è bellissimo!
 

omino

New member
Si,un bel libro.Concordo.
La cosa particolare dei racconti raccolti da Joyce in quest'opera sta nel fatto che non si concludono con un particolare colpo di scena che un qualsiasi lettore si aspetterebbe alla fine.
Si chiudono con la stessa normalità con cui sono iniziati.
E in più,l'autore,raccoglie frammenti di vita di determiate persone accomunate dal solo fatto di essere tutti abitanti di Dublino.
Da leggere.
 

Grantenca

Well-known member
Gente di Dublino

un gran bel libro di un autore ritenuto, dalla critica, uno dei "grandissimi". Non tutti i racconti mi hanno coinvolto nello stesso modo, ma c'è ne sono alcuni che ho trovato molto belli. Uno però mi è sembrato nettamente al di sopra di tutti gli altri e che giustifica "l'obbligo" di leggere il libro: I MORTI. Una delle cose più belle che abbia mai letto con il grande rammarico di non aver una conoscenza reale della lingua inglese che mi consenta di leggerlo in lingua originale.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
La mia parte razionale dice che è un bel libro... indubbiamente rappresenta un'aspra critica alla Dublino dell'epoca, chiusa, sterile ed eccessivamente condizionata dai dogmi religiosi. Mi ha trasmesso una strana sensazione di staticità e di...come dire...polveroso, ma forse è dovuto anche al fatto che la mia è un'edizione vecchissima presa nelle bancarelle :mrgreen:, peraltro fortunatamente corredata di note, senza le quali avrei capito la metà :D
Devo in ogni caso ammettere che la mia parte emotiva si è discretamente annoiata, tranne che per Evelin, Un caso pietoso e I morti, gli unici che mi abbiano scosso. L'ultima parte de I morti è bellissima, mi ha ripagato della noia di alcuni altri racconti.

Finora ho letto solo i primi 5 racconti e l'ultimo (I morti) e concordo con ale: Evelin e l'ultimo mi hanno colpita,mentre gli altri li ho trovati anche io un po' noiosi.Spero di poterne aggiungere altri a questi due a fine lettura.
Ripasserò a breve.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Cerco sempre di prendere il buono nelle mie letture ed anche qui,seppur con molti sforzi,ho cercato di farlo,assaporando almeno quei racconti che ho ritenuto meno noiosi.
Joyce a tratti sembra avere slanci di ironia,ma poi nella narrazione riprende il suo stile serioso e tetro :W.
Come ho già scritto,I morti ed Evelin mi sono piaciuti abbastanza,poi ha destato la mia curiosità anche I due galanti,ma non ho ben compreso il finale :? (neppure quello di Arabia).
Pensione di famiglia è stato abbastanza interessante come storia,così some Una piccola nube (ma soprattutto per la parte iniziale).
Parallelismo mi ha trasmesso tristezza e sconforto.Cenere non è stato male,ma gli ho preferito il successivo,Un increscioso incidente ,per la presenza del protagonista,il signor Duffy.Simpatico il rapporto Dio/contabilità in Con la grazia di Dio.

Citazioni da Una piccola nube:
Guardò quella scena e pensò alla vita,e (come sempre quando pensava alla vita) divenne triste.Una dolce malinconia si impossessò di lui.Sentiva quanto fosse inutile lottare contro il destino:questo era il greve carico di saggezza che i secoli gli avevano lasciato in eredità.
Pensò che la malinconia era la nota dominante del suo temperamento,ma era una malinconia moderata da ritorni di fede,di rassegnazione e di gioia pura.
 

Nefertari

Active member
La mia parte razionale dice che è un bel libro... indubbiamente rappresenta un'aspra critica alla Dublino dell'epoca, chiusa, sterile ed eccessivamente condizionata dai dogmi religiosi. Mi ha trasmesso una strana sensazione di staticità e di...come dire...polveroso, ma forse è dovuto anche al fatto che la mia è un'edizione vecchissima presa nelle bancarelle :mrgreen:, peraltro fortunatamente corredata di note, senza le quali avrei capito la metà :D
Devo in ogni caso ammettere che la mia parte emotiva si è discretamente annoiata, tranne che per Evelin, Un caso pietoso e I morti, gli unici che mi abbiano scosso. L'ultima parte de I morti è bellissima, mi ha ripagato della noia di alcuni altri racconti.



Questo commento di Alessandra riassume in pieno il mio pensiero riguardo questo libro. L'ho trovato a tratti noioso e difficile da proseguire, tranne i tre racconti citati da Alessandra che anche nel mio caso hanno risvegliato l'interesse, soprattutto l'ultimo: I morti, che ho apprezzato molto.
 

Spilla

Well-known member
Incredibile:shock:. SO di averlo letto pochi anni fa. Non ricordo , però, assolutamente NULLA :paura:
 

Prometheus

New member
quanto cavolo deve essere bravo uno scrittore per appassionare con racconti dove, in fin dei conti, non succede assolutamente nulla? Io dico parecchio. Secondo me molto adatto agli appassionati d'arte, meno agli amanti dell'azione
 

bonadext

Ananke
Citazioni da Una piccola nube:
Guardò quella scena e pensò alla vita,e (come sempre quando pensava alla vita) divenne triste.Una dolce malinconia si impossessò di lui.Sentiva quanto fosse inutile lottare contro il destino:questo era il greve carico di saggezza che i secoli gli avevano lasciato in eredità.
Pensò che la malinconia era la nota dominante del suo temperamento,ma era una malinconia moderata da ritorni di fede,di rassegnazione e di gioia pura.

Questa è un'esempio di epifania!

Dopo aver letto questa raccolta di racconti, che mi sono piaciuti molto, mi sono imbattuto in recensioni che parlavano di "epifanie" ed ho scoperto che è una tecnica usata in tutti questi quindici racconti da Joyce. Ed è proprio questa tecnica che mi ha fatto apprezzare questi racconti di vita così realistici e autentici.

‘Epifanie’ nella letteratura inglese
In letteratura inglese il termine venne ripreso nel suo equivalente inglese “epiphany” da James Joyce per indicare momenti di rivelazione nella vita di un personaggio, ovvero un momento in un romanzo o in una storia in cui un personaggio sperimenta un improvviso risveglio spirituale, durante il quale dettagli trascurabili, pensieri, gesti, oggetti, sensazioni emergono e si uniscono insieme per condurlo ad una nuova consapevolezza interiore. Si tratta spesso di dettagli o ricordi sepolti per lungo tempo nella memoria e che all’improvviso vengono in superficie per dare avvio ad un processo mentale spesso lungo e doloroso. Simili alle epifanie di Joyce sono quelli che Virginia Woolf chiama “moments of being” letteralmente ‘momenti di essere’, cioè i momenti di massima intensità, di percezione, di visione durante la “incessante pioggia di innumerevoli atomi che colpisce le nostre menti ogni giorno”. (cit.)
 

bonadext

Ananke
In Gente di Dublino sono descritti veri e propri sprazzi di vita dell'epoca, con una prosa impeccabile e raffinata. Mi sembra quasi di vivere quei momenti che vengono descritti da Joyce!

Le sorelle: il primo racconto parla di morte parallelamente con l'ultimo, è una storia malinconica, dove il bambino (le note dicono che è un sognatore) entra a contatto con la morte, per la prima volta, di una persona cara. Un racconto molto delicato dove vengono descritti i rituali delle condoglianze e i sentimenti del bambino.

Un incontro: questo racconto è il massimo della spensieratezza, la voglia di libertà e di esplorare oltre i propri confini. I ragazzini che marinano la scuola per evadere è tipico di quell'età, le descrizioni dei moti d'animo del protagonista sono sublimi e raggiungono l'apice quando sente il pericolo che gli suscita quel personaggio ambiguo sul finale.

Arabia: il protagonista in questo racconto vive il primo amore, con tutti i suoi misteri e angosce. Le descrizioni sono molto delicate e dettagliate, quasi a non voler rovinare qualcosa di così prezioso come il primo "grande" amore. Nel finale esplode tutto il senso di impotenza e di confusione nell'animo del protagonista in tutta la sua innocenza.

Eveline: questo è uno dei racconti più belli di Joyce. E' la storia di una ragazza che può dare una svolta alla sua vita. Il tutto ruota attorno ai moti di coscienza di Eveline, che vive interiormente una "paralisi" tra passato e futuro. Bellissime le descrizioni dei ricordi e il finale.

Dopo la corsa: è la storia di quattro giovani di nazionalità diverse, tutti benestanti, che si godono la bella vita tra corse automobilistiche, cene lussuose e partite a poker. Questo racconto non mi è sembrato granché, ho letto che Joyce ha voluto mettere in evidenza l'inferiorità degli irlandesi rispetto alle altre nazionalità.

I due galanti: i due galanti in questione sono due perdigiorno, che vivono di espedienti, cercando di scroccare soldi, cibo, alcol e altri piaceri a donne ingenue. Ho trovato interessante questo racconto, in quanto Joyce riveli l'altra faccia di Dublino, quella dei personaggi più viscidi e dei disadattati. Molto belle le riflessioni sul fallimento della propria vita di uno dei due galanti.

Pensione di famiglia: questo racconto è tra i miei preferiti. La storia di una madre, scaltra e intelligente, che "architetta" il matrimonio della figlia in maniera arguta in modo da salvare l'onore della famiglia e della figlia stessa. Il personaggio della madre è stato costruito perfettamente, da vera matrona!
Joyce in questo racconto ha voluto sottolineare il peso delle convenzioni sociali dell'epoca.

Una piccola nube: in questo racconto un giovane impiegato si rivede con un vecchio amico che non vede da anni, perchè ha vissuto all'estero, e messo di fronte a tutte le sue avventure prova una forte frustrazione riguardo la sua vita, la "paralisi" interiore è grande, il cambiamento per lui sarà impossibile.

Rivalsa: un racconto di rabbia e frustrazione. E' la storia di un impiegato alcolizzato che pensa solo a darsi a i bagordi, senza pensare alla moglie e ai cinque figli. Umiliato costantemente al lavoro per il suo scarso rendimento pensa solo di sfogarsi con l'alcol, tornato a casa ancora più insoddisfatto avendo ricevuto altre piccole frustrazioni con gli amici picchia il più piccolo dei suoi figli. Il finale drammatico col bambino che implora di dire un'Ave Maria per il padre per non essere bastonato accentua ancora di più la mancanza spirituale dell'epoca, dove l'unico rimedio al vuoto esistenziale era l'alcol e la violenza.

Polvere: questo racconto è molto delicato, racconta di una donna lavandaia dalla vita monotona e insignificante. Anche qui il tema è la "paralisi", l'esistenza della donna è inadeguata e fragile, tutti la trattano con gentilezza ma sembra più per compassione che per altro.

Un caso pietoso: molto bello questo racconto tragico. La "paralisi" esistenziale del protagonista (uomo chiuso e solitario) porta alla rovina una donna, la quale diventata col tempo sua amica e confidente si lascia andare ad una infatuazione romantica per lui, da quel momento lui rifiuta di vederla, sostenendo che qualsiasi legame affettivo sia solamente fonte di dolore. Rivelatrice è una frase che scrive il protagonista: "L'amore tra uomo e uomo è impossibile, perchè non ci può essere rapporto sessuale, e l'amicizia tra uomo e donna è impossibile, per la necessità di un rapporto sessuale".

Il giorno dell'edera: questo è il racconto politico di Gente di Dublino; difficile apprezzarlo fuori dal contesto sociale dell'epoca. Sono discussioni tra i candidati che raccolgono i voti dell'elettorato in vista di elezioni, tutto ruota attorno a nazionalismo e liberalismo. Deus ex machina del racconto è il patriota irlandese Charles Stewart Parnell, morto per gli ideali di libertà in cui credeva.

Una madre: è la storia di una madre che si prende cura degli interessi di sua figlia fino a pregiudicargli una promettente carriera. Interessante vedere come una madre (troppo altezzosa e autoritaria) ha la premura di proteggere i diritti della figlia possa compromettere gli sforzi fatti fino a quel momento, il tutto sempre in buona fede.

La grazia: un racconto sulla religione in chiave comica, vista la superficialità spirituale dei protagonisti e del prete nella predica finale. Non mi ha appassionato più di tanto.

I morti: Il racconto capolavoro di Joyce. Questo racconto riepiloga temi, simboli, virtù e vizi dell'intera raccolta. Il protagonista Gabriel e sua moglie partecipano ad una serata di ballo annuale a casa di parenti con amici vari, la serata procede brillantemente tra canti, balli, discorsi e conversazioni fino al momento di tornare a casa. E' nel ritornare a casa (in albergo) di Gabriel e moglie che il racconto “esplode” in un'epifania devastante. Il desiderio di Gabriel per la moglie viene risvegliato da vecchi ricordi di intimità e tenerezza passati con la moglie nell'arco della vita, ma quando si aspetta di essere ricambiato ecco il colpo di scena finale! Che chiude il racconto in una “paralisi” sublime di un mondo che va oltre i personaggi di Gente di Dublino, ma a mio parere racchiude l'intera società moderna.
 

ila78

Well-known member
Copio e incollo dal Minigdl:

Joyce è uno di quegli scrittori che ho sempre considerato fuori dalla mia portata. Una sfida che non avevo mai accettato. Sono felice di aver superato il pregiudizio, non perché adesso posso dire "ho letto Joyce" (non me ne frega assolutamente nulla) ma perché ho compreso il motivo per cui certi scrittori sono considerati "fondamentali": dal mio punto di vista è perché si chiude l'ultima pagina e ci si sente "arricchiti", sensazione difficile da spiegare ma credo che la Ila che ha iniziato il libro quindici giorni fa avesse "qualcosa in meno" rispetto alla Ila che lo ha chiuso stamattina, non è presunzione, è quello che ho provato.
In una manciata di racconti troviamo descritta la parabola della vita umana dall'infanzia alla morte e in questa parabola tocchiamo a tratti livelli di scrittura altissimi e sensazioni intense e quasi "palpabili", che trovano l'apice nel racconto conclusivo che è il vero capolavoro di tutta l'opera.
Un libro da leggere assolutamente, non è complesso, si legge con la scorrevolezza di un romanzo (di fatto è un romanzo) e, tranne forse l'eccezione dell'unico racconto politico, non richiede "approfondimenti" o conoscenze letterarie o di letteratura particolari, in compenso lascia la sensazione di aver letto qualcosa di bellissimo.
Voto 5/5
 
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