Hesse, Hermann - Il lupo della steppa

Roberto89

MODerato
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L'avevo letto ancora adolescente e mi era piaciuto, anche se non ricordo più nulla della lettura. L'ho riletto anche per riassaporare quell'esperienza e...non ci ho capito niente. Niente di niente. Molte sensazioni, alcuni punti piacevoli e altri che ho gradito poco.
Credo che, come è successo a me, ognuno possa riconoscersi almeno in parte nel lupo della steppa, in Harry, ma quanto a capirci qualcosa non so nemmeno se sia possibile.
Eppure ho una sensazione, se dovessi tornare indietro lo leggerei comunque, anche se ho fatto fatica (non tanto ripagata, pare) a leggerlo.
 

francesca

Well-known member
Conosco poco Hesse, ho qualche vaga reminiscenza della mia lettura di Siddharta, ma in effetti mi aspettavo proprio un genere come quello che ho trovato. Fino ad un certo punto interessante, filosofico, scritto bene, ma un po’ “polveroso”, dimostra gli anni che ha. Non so se perché sono io che ormai a più di cinquant’anni, ho imparato da un che certi concetti come l’essere buoni-cattivi, solidali-egoisti, bestie-uomini, non sono applicabili a nessuno, che esistono migliaia di sfumature di grigio, altro che cinquanta. L’ho imparato sulla mia pelle, scoprendomi molto peggio di quello che avrei mai potuto pensare in certe circostanze, ma anche molto meglio in altre e vivacchiando in uno sfumato confortevole per la maggior parte della mia vita.

Ho seguito comunque con interesse le vicende Harry Haller per buona parte della lettura, traendone sicuramente diversi spunti di riflessione, anche affascinata dal quei sapienti tocchi di esoterico e magico che per buona parte della narrazione risultano verosimili e ben amalgamati.

Ma la parte finale mi ha abbastanza destabilizzato, l’ho trovata un guazzabuglio poco chiaro in cui Hesse perde lucidità, inserendo elementi quasi a caso. Cioè, si capisce che non sono casuali e c’è un preciso messaggio dietro ognuna delle “stanze” che Haller visita nel teatro magico, ma il tutto è slegato, non ho capito perché alla fine Erminia debba essere uccisa, l’evento fondamentale del libro avviene in modo quasi improvviso, senza nessuno sviluppo chiaro. Destino ineluttabile? Gelosia? Il lupo che prende il sopravvento?

Troppo mistero, forse non ho gli strumenti giusti per cogliere il significato simbolico di buona parte degli eventi finali e non mi sono sentita nemmeno così coinvolta nella lettura da essere spinta a fare uno sforzo per procurarmeli.

Penso che Hesse sia una lettura che merita più studio, ma non mi sono convinta che possa pagarne la fatica.
 
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