6° Poeticforum - Le poesie che amiamo

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Lucinda Matlock

Ehi, siamo qui! :mrgreen:
Tratta dall'Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, mi ha sempre colpito più di altre, forse perché ho conosciuto persone, anche molto vicine a me, che hanno perso dei figli e si sono chiuse nel loro dolore, cosa che a me è sempre sembrata l'unica reazione possibile di fronte a quella che è forse la peggiore tragedia che possa capitare, poiché in contrasto con il decorso naturale della vita e delle cose. Qui invece è palpabile, tra le righe, la vitalità di questa donna che immagino grassa, rossa in volto e sempre sorridente nonostante, come le classiche donne di campagna, nonostante i dolori e le fatiche che la vita le ha riservato. Tanto vitale da disprezzare (bonariamente) noi che non abbiamo la sua forza, che proviamo sentimenti negativi, che ci arrabbiamo, che magari ci lamentiamo continuamente per il lavoro o per questioni anche di poca importanza legate alla quotidianità. Leggendo l'ultimo verso mi viene voglia di mandarla a quel paese, ma provo un'intensa ammirazione per lei, chissà quante Lucinda Matlock esistono nella realtà, purtroppo poche, temo.
 

Nerst

enjoy member
Lucinda Matlock - Edgar Lee Masters da "Antologia di Spoon River"

Che dire, un excursus di forte vita quello descritto dalla poetessa. Una vita che sembrerebbe simile alle altre, tra lavoro, prossimo e morte.
La morte che si porta via il bene più prezioso: i figli. Una madre vede i figli sempre troppo fragili, anche se adulti forti, perchè conosce i pericoli, le ansie, la durezza che la vita può riservare e forse l' unico modo per superarli è attaccarsi alla vita più che si può, per non lasciarsi scivolare nel buio.
 

Antonia

New member
Lucinda Matlock

Immagino Edgar Lee Masters, avvocato di certa reputazione, sfruttare astutamente i peccati dei suoi assistiti, mescolarli ai pettegolezzi, attingere al suo retaggio famigliare, al suo peccato di impenitente voyeur, scambiare nomi e cognomi per realizzare un’antologia di un’ante litteram Peyton Place. ‘E Lucinda Matlock allora chi sarà mai’, forse si domandarono i lettori dell’avvocato letterato: ‘eh, già, vi ricordate, la nonna? Non ebbe 12 figli di cui 8 morirono? Andava a ballare, le piaceva la bella vita eh, e poi è finita con lo sposare quel perditempo’. Dal particolare all’universale: Lucinda Matlock, con le sue luci e le sue ombre, si fa portavoce di una saggia visione della vita simil socratica. :MUCCA
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Lucinda Matlock - Edgar Lee Masters

L'Antologia di Spoon River ebbe un grande successo durante la mia adolescenza, era una lettura d'obbligo per essere aggiornati su quello che valeva la pena di leggere e quindi di essere. Anche Guccini in una sua canzone la cita, un po' ironicamente in una sua canzone che andava per la maggiore negli stessi anni "è in gamba sai legge Edgar Lee Masters". Una lettura paradossale per un adolescente che si sta affacciando alla vita, leggere di persone morte e dei loro epitaffi, ma era un periodo un po' sul depressivo quello, per cui ci stava pure il "cimitero parlante" e De Andrè che allegrone non era, ci fece un memorabile lp, di cui so a memoria tutte le canzoni. A parte l'ironia, i bozzetti di Masters sono gustosi e tutti da citare, come la chiusa di questa: ci vuole vita per amare la vita.
 
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G

giovaneholden

Guest
Questa poesia di Masters mi ricorda ancor più di altre le ballate della tradizione anglosassone e irlandese,come Everyman,Matty Groves o John Barleycorne must die. Vita lunga,in un periodo in cui poteva essere frequente la perdita dei figli per stenti e malattia,Lucinda Matlock attraversa quasi un secolo di vita semplice,fatta di piccoli avvenimenti quotidiani,con la consapevolezza di aver vissuto in grazia col creato.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Siamo arrivati alla quarta e ultima poesia di questo Poeticforum...pochine pochine stavolta...

Isabel Allende


I cinquant'anni sono come
L'ultima ora del pomeriggio,
quando il sole tramontato
ci dispone spontaneamente alla riflessione.
Nel mio caso, tuttavia,
il crepuscolo mi induce al peccato.
Forse per questo,
arrivata alla cinquantina,
medito sul mio rapporto
con il cibo e l'erotismo,
le debolezze della carne,
che più mi tentano,
anche se, a ben guardare, non sono quelle
che più ho praticato.

Dal libro "Afrodita"
 

Nerst

enjoy member
Questa poesia mi porta alla mente ciò che facciamo tutti quando gli anni passano, ossia un piccolo bilancio delle esperienze vissute. Nel suo caso i cinquantanni sono un bel traguardo, che la scrittrice paragona ad un tramonto. La luce si affievolisce proprio per spingerci alla riflessione. Queste riguardano tutto, ma per una donna in particolare si riferiscono alla sessualità, alll' amore e alla passione e il riconoscere che sono sempre poche nella vita amareggia un pò. Immagino la scrittrice alla fioca luce del tramonto, vicino alla finestra a scrivere queste righe e alla fine, forse, un sorriso le appare sul viso.
 
G

giovaneholden

Guest
Poesia che rivendica la sessualità e il volersi godere la vita delle generazioni venute dopo la guerra,cresciute con la musica pop,il buon cibo,il buon vino,la passione che prima erano considerate sopite dopo una certa età. Fortunatamente,anche grazie all'allungamento della vita media e il miglioramento generale della salute,tutti possono vivere intensamente ogni istante,a prescindere dall'età anagrafica.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Isabel Allende

Isabel Allende mi chiama in causa essendo io una "splendida cinquantaduenne" :mrgreen:
Per prima cosa posso dire che la cara Isabel poeta non è e assimila la lezione di tanti suoi grandi conterranei e ci fa una bella riflessione che poi mette a guisa di poesia. Per cui se la stendo invece che impilarla viene fuori una corretta frase, che ci sta bene anche così, in orizzontale. E se di orizzontale si parla la cara Isabel ci dice quanto è soddisfatta e io plaudo a ciò e mi accodo, anche se a differenza sua le cose in cui lei indulge di più ora rispetto al passato, sono quelle che per me sono state anche prima delle priorità, seguendo anche le parole di Lorenzo De' Medici che diceva di indulgere anche in giovinezza. :)
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
In un certo senso, questa poesia richiama alla mia mente la precedente, "Lucinda Matlock": anche qui si tratta di una donna dalla vita intensa e dai grandi dolori - tra cui, appunto, la morte della figlia - ma che non disdegna, anzi che rivaluta i piaceri della vita, quelli terreni e goderecci. La vitalità di Isabel trabocca da questa breve poesia come dai suoi romanzi.
 

Antonia

New member
Isabel Allende

Dover arrivare ai 50 anni per liberare le proprie voglie. Da dove vengono quei desideri? Quanto vorrei essere viva fra 100 anni per sapere cosa la ragazzina di oggi, poetessa di domani scriverebbe al posto di ‘cibo’ e di ‘erotismo’. La mia infanzia e la mia adolescenza costrette, dal retaggio culturale e famigliare dello spirito dei miei luoghi, al desiderio di quei soli sapori, di quella sola idea di erotismo … :MUCCA
 
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