Scuotivento
Fabio
Il compulsivo dondolìo del suo ginocchio avrebbe tradito il suo stato d'animo, casomai non avesse già avuto rigidamente scolpita in volto la maschera del disagio.
Seduto di fronte a un piccolo tavolo, le mani dell'ospite si intrecciavano scarsamente illuminate da una lampadina nuda, impiccata a un soffitto ingoiato dal buio. Sulle pareti in penombra, contorni indefiniti di mobili e chincaglierie percorrevano il perimetro dell'intera sala.
«Suppongo che dovrei... presentarmi, giusto?»
Un'eco strozzata fu l'unica risposta. Iniziava a sudare.
«Bene, err... Io Mi chiamo Fabio.»
Si interruppe bruscamente, prima di continuare dopo la breve pausa necessaria a deglutire una certa quantità di saliva, che si fece strada nella laringe come una grossa pietra.
«Ehm sì, mi chiamo Fabio e... sono un appassionato di storie del genere fantastico, in particolare di fantascienza e...» Non poté continuare, perché le parole gli si aggrovigliarono in gola alla vista di una figura che si materializzava di fronte a lui, fra tenui bagliori e ordinate scintille cangianti. Inguainata in una tuta aderente percorsa da innumerevoli apparecchiature dalla chiara natura tecnologica, la donna - che il nostro uomo identificò come tale indugiando in particolari che chiunque avrebbe giudicato irrilevanti in una situazione analoga - sganciò dalla cintura un apparecchio che, dopo un breve pallido lampo, sciolse i legami atomici del tavolino, disintegrandolo in pochi istanti. Il terrore e la sorpresa sostituirono in fretta le distrazioni dell'ospite, mandandolo gambe all'aria e facendolo atterrare di schiena, quasi ancora seduto sulla sedia riversa.
«Continua», fu la sola cosa che pronunciò la donna del futuro prima di svanire alla stessa maniera che l'aveva portata lì.
Col timore di fare qualcosa di sbagliato, qualunque cosa fosse, decise di non muoversi. Quindi continuò debolmente.
«Io... Io sono appassionato anche di... di avventure fantasy e...» Di nuovo non finì la frase, perché le corde vocali subirono l'improvviso schianto del cuore in gola, quando vide alcuni contorni sulla parete alla sua sinistra prendere vita e muovere passi decisi verso di lui, rivelandosi al debole chiarore della lampadina: un'armatura completa vuota che stringeva a due mani un'alabarda alta almeno due metri. Un passo, due, tre, prima di sollevare l'arma sopra l'elmo piumato blu. Il nostro nuovo eroe indietreggiò con i movimenti scomposti di un cavallo su un pavimento insaponato, lasciando che la sedia gli sfilasse tra le gambe proprio quando la lama dell'alabarda si abbatté a una spanna dai suoi piedi, mandando la sedia in frantumi.
«Continua», proferì l'armatura, la cui voce riecheggiò nelle vuote cavità del metallo dandole un timbro agghiacciante.
Con il battito cardiaco paragonabile a quello di un topo in una febrile esibizione amorosa, Fabio - che d'ora in avanti chiameremo per comodità "Il Virtuoso Eroe della Lettura Fantastica" - attraversò terribili attimi di indecisione, scossi da vampate di caldo infernale. Avrebbe voluto finire la sua maledetta frase citando il suo apprezzamento per il genio dell'orrore Lovecraft, ma a quel punto non fu sicuro che fosse l'idea migliore.
Scosso da incontrollabili tremori, Il Virtuoso Eroe della Letteratura Fantastica recuperò una posizione parzialmente eretta, che i più attenti tra voi giurerebbero vicina a quella neandertaliana. La lingua era secca come una suola di scarpa, e gli ci vollero alcuni secondi di esercizio per strizzare un po' di nuova saliva dalle ghiandole ormai esauste. Poi riprese a parlare, con voce incerta. «...E mi piace moltissimo... Hello Kitty...»
La bugia si sprigionò con tanta eclatanza da piegare il tessuto spazio-temporale. Le pareti buie si curvarono, screziandosi di un flebile bianco che si allargò in crepe sempre più grandi, infine frantumandosi e spazzando via l'illusione che aveva imprigionato il nostro uomo fino a pochi momenti prima.
Ora il mondo, infinito, era un'unica distesa di bianco. Il Virtuoso Eroe della Lettura Fantastica si guardò a destra e poi a sinistra, senza trovare nulla fino a perdita d'occhio. Bianco, solo bianco, e una tenue parvenza di pavimento. Un rumore sommesso però lo insospettì. Si girò lentamente su se stesso, seguendo la linea dell'orizzonte. Niente.
Poi, di nuovo il rumore sommesso. Abbassò lo sguardo con misurata lentezza, mentre la fronte imperlata di sudore brillava alla luce.
Era Hello Kitty.
Questo è stato il mio modo di parlarvi del genere di lettura che mi piace, e aggiungo qui che apprezzo tantissimo quella ironica/comica/demenziale. Se poi la si unisce a uno dei tre generi già citati diventa chiaro il motivo del mio nickname, che come alcuni sapranno nasce dalla penna di Terry Pratchett.
Un saluto da un lettore appassionato
Buona lettura a tutti!
Seduto di fronte a un piccolo tavolo, le mani dell'ospite si intrecciavano scarsamente illuminate da una lampadina nuda, impiccata a un soffitto ingoiato dal buio. Sulle pareti in penombra, contorni indefiniti di mobili e chincaglierie percorrevano il perimetro dell'intera sala.
«Suppongo che dovrei... presentarmi, giusto?»
Un'eco strozzata fu l'unica risposta. Iniziava a sudare.
«Bene, err... Io Mi chiamo Fabio.»
Si interruppe bruscamente, prima di continuare dopo la breve pausa necessaria a deglutire una certa quantità di saliva, che si fece strada nella laringe come una grossa pietra.
«Ehm sì, mi chiamo Fabio e... sono un appassionato di storie del genere fantastico, in particolare di fantascienza e...» Non poté continuare, perché le parole gli si aggrovigliarono in gola alla vista di una figura che si materializzava di fronte a lui, fra tenui bagliori e ordinate scintille cangianti. Inguainata in una tuta aderente percorsa da innumerevoli apparecchiature dalla chiara natura tecnologica, la donna - che il nostro uomo identificò come tale indugiando in particolari che chiunque avrebbe giudicato irrilevanti in una situazione analoga - sganciò dalla cintura un apparecchio che, dopo un breve pallido lampo, sciolse i legami atomici del tavolino, disintegrandolo in pochi istanti. Il terrore e la sorpresa sostituirono in fretta le distrazioni dell'ospite, mandandolo gambe all'aria e facendolo atterrare di schiena, quasi ancora seduto sulla sedia riversa.
«Continua», fu la sola cosa che pronunciò la donna del futuro prima di svanire alla stessa maniera che l'aveva portata lì.
Col timore di fare qualcosa di sbagliato, qualunque cosa fosse, decise di non muoversi. Quindi continuò debolmente.
«Io... Io sono appassionato anche di... di avventure fantasy e...» Di nuovo non finì la frase, perché le corde vocali subirono l'improvviso schianto del cuore in gola, quando vide alcuni contorni sulla parete alla sua sinistra prendere vita e muovere passi decisi verso di lui, rivelandosi al debole chiarore della lampadina: un'armatura completa vuota che stringeva a due mani un'alabarda alta almeno due metri. Un passo, due, tre, prima di sollevare l'arma sopra l'elmo piumato blu. Il nostro nuovo eroe indietreggiò con i movimenti scomposti di un cavallo su un pavimento insaponato, lasciando che la sedia gli sfilasse tra le gambe proprio quando la lama dell'alabarda si abbatté a una spanna dai suoi piedi, mandando la sedia in frantumi.
«Continua», proferì l'armatura, la cui voce riecheggiò nelle vuote cavità del metallo dandole un timbro agghiacciante.
Con il battito cardiaco paragonabile a quello di un topo in una febrile esibizione amorosa, Fabio - che d'ora in avanti chiameremo per comodità "Il Virtuoso Eroe della Lettura Fantastica" - attraversò terribili attimi di indecisione, scossi da vampate di caldo infernale. Avrebbe voluto finire la sua maledetta frase citando il suo apprezzamento per il genio dell'orrore Lovecraft, ma a quel punto non fu sicuro che fosse l'idea migliore.
Scosso da incontrollabili tremori, Il Virtuoso Eroe della Letteratura Fantastica recuperò una posizione parzialmente eretta, che i più attenti tra voi giurerebbero vicina a quella neandertaliana. La lingua era secca come una suola di scarpa, e gli ci vollero alcuni secondi di esercizio per strizzare un po' di nuova saliva dalle ghiandole ormai esauste. Poi riprese a parlare, con voce incerta. «...E mi piace moltissimo... Hello Kitty...»
La bugia si sprigionò con tanta eclatanza da piegare il tessuto spazio-temporale. Le pareti buie si curvarono, screziandosi di un flebile bianco che si allargò in crepe sempre più grandi, infine frantumandosi e spazzando via l'illusione che aveva imprigionato il nostro uomo fino a pochi momenti prima.
Ora il mondo, infinito, era un'unica distesa di bianco. Il Virtuoso Eroe della Lettura Fantastica si guardò a destra e poi a sinistra, senza trovare nulla fino a perdita d'occhio. Bianco, solo bianco, e una tenue parvenza di pavimento. Un rumore sommesso però lo insospettì. Si girò lentamente su se stesso, seguendo la linea dell'orizzonte. Niente.
Poi, di nuovo il rumore sommesso. Abbassò lo sguardo con misurata lentezza, mentre la fronte imperlata di sudore brillava alla luce.
Era Hello Kitty.
Questo è stato il mio modo di parlarvi del genere di lettura che mi piace, e aggiungo qui che apprezzo tantissimo quella ironica/comica/demenziale. Se poi la si unisce a uno dei tre generi già citati diventa chiaro il motivo del mio nickname, che come alcuni sapranno nasce dalla penna di Terry Pratchett.
Un saluto da un lettore appassionato
Buona lettura a tutti!