Ciò che cerco, in ciò che credo

darida

Well-known member
sono atea, non ho bisogni spirituali.
ho una discreta fiducia in me stessa...forse qualche volta barcollo ma difficilmente crollo :mrgreen:
amo e sento di essere amata dai miei cari :)
rispetto tutti e cerco di vivere non danneggiando nessuno, confido nello stesso trattamento da parte dei miei simili
...fin qui tutto bene :wink:
 

SALLY

New member
Io non sono credente e non ho simpatia per i dogmi delle religioni, tutte, ma il buddhismo è un'altra cosa, è una religione- filosofia di vita che può essere molto d'aiuto , non nega l'esistenza di divinità ma non è incentrata su esse ma sulla consapevolezza, la rinuncia alle cose negative e l'eliminazione della sofferenza...meglio di così.:D :wink:
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Ecco... Non ho certo la pretesa (nè il desiderio) di raccontare qui, in due parole, le ragioni (se mai una “ragione” c’è) della mia fede... come sarebbe possibile?
Però, ecco, ci tenevo a spiegare cosa intendevo dire per “sostanziale differenza...”

Quello a cui mi riferivo era semplicemente che, per chi crede, il punto di partenza è completamente diverso da quello che è stato espresso da alcuni di voi: è come convincere un innamorato che la persona che ama non ha nulla di speciale e che potrebbe benissimo farne a meno... Bè, certo: la fede è molto di più di un semplice innamoramento, però il concetto è lo stesso, nel senso che io credo perchè un giorno l’Amore di Qualcuno mi ha conquistato e da allora mi sono resa conto che... sì, forse potevo anche farne a meno, ma la mia vita non sarebbe stata più così piena, così bella, così ricca!!!
Per questo ci ho tenuto a ricordare quali sono i due comandamenti della fede cristiana che, pur non rinnegando i dieci dell’Antico Testamento, allo stesso tempo li superano e li trascendono.

Per rispondere a Bacci potrei dire che in effetti a suo tempo i Dieci Comandamenti (e altre “regole di condotta” imposte in altre religioni) avevano sicuramente una funzione sociale prima ancora che “religiosa”, ma proprio per questo la “rivoluzione” del cristianesimo è stata enorme: un uomo, 2000 anni, fa è venuto a dirci che l’importante non è tanto quello che si DEVE o NON SI DEVE fare, ma l’amore che proviamo per Dio (lo stesso amore che spiega la ragione profonda di quel “primo comandamento” altrimenti così rigido e dogmatico, come ha scritto Low...) e per gli altri uomini. Senza questo amore, sì che qualsiasi precetto diventa sterile e anche “superato”!!!
Ma sarebbe come dire che nel 2013 essere fedeli all’uomo che si ama è qualcosa di obsoleto, di poco “moderno”!!! Ma la vera regola qual è: la fedeltà , o l’amore che ci fa essere fedeli verso questa persona???

Un’altra cosa che volevo dire è che quando sottolineavo la differenza fra “fede” e “religione”: io in realtà intendevo quasi il contrario di quello che ha scritto Magenta. Io ho sempre ritenuto la fede “superiore” alla religione intesa come “sistema”, più o meno per lo stesso motivo che ho appena spiegato: la religione senza fede è qualcosa di sterile, dogmatico e spesso persino fanatico (è successo, anche all’interno del cristianesimo, e purtroppo succederà sempre...), mentre la “fede” è quella fiamma che arde dentro il cuore di una persona e che (in alcuni casi) può anche non essere riconosciuta come “Dio” però alla fine è sempre Lui...
Con questo non voglio dire che per me (e sottolineo PER ME) credere in Dio o “comportarsi bene” pur non credendo il Lui sia la stessa cosa, però sono convinta che in ogni caso tutto parta da qualcosa dentro di noi, e non di imposto da fuori... è solo la nostra fede che “giustifica”, o meglio dà ragione alla nostra religione, e non certo il contrario...

Io non ho scelto di essere cristiana: io sono innamorata di Dio...anzi: Dio è innamorato di me, e io non posso che accogliere questo amore! Io – per quello che sento dentro di me - non posso che essere cristiana...

PS mi rendo conto che forse non ho risposto in modo esplicito alla domanda di Low su cosa cerchi o cosa mi aspetti dal mio essere cristiana, spero di averlo fatto comunque in modo indiretto, ma ciò non toglie che resto comunque disponibilissima a qualsiasi critica, dubbio, curiosità!!!
 
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Grantenca

Well-known member
Gesù disse: "Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo é il grande e il primo comandamento. Il secondo, simile a questo, è "Ama il tuo prossimo come te stesso”. (Matteo 22:37 -3
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Io non sono credente (per ora.....) perché mi risulta che molti, in prossimità dell'evento estremo, cambiano opinione. Però il tema è interessantissimo. Io credo che il secondo comandamento sia la cosa più grande e rivoluzionaria che sia mai stata detta, e questa, da sola, può spiegare il fatto che ci siano milioni di credenti. Anche le altre religioni hanno principi validissimi e profondi, ma nessun precetto ha la forza e la profondità del secondo comandamento. Poi ci sono gli altri comandamenti, tutti degni di fede, ma probabilmente avrebbero bisogno di qualche aggiornamento. Per ora credo in una legge morale che è dentro in ciascuno di noi e, ingenuamente, penso che se uno si comporta, negli atti quotidiani, con generosità disinteresse e carità, possa avere un premio in questa vita. Mi rendo però conto della debolezza di questo pensiero, dal momento che sono talmente tante e diverse le condizioni sociali dell'umanità che questa legge morale, che penso sia dentro ciascuno di noi, può essere molto diversa da condizione a condizione.
Con tutto questo ammiro molto chi ha fede, nel giusto significato del termine, perché credo sia una persona molto coraggiosa.
 

Holly Golightly

New member
Scusatemi per la pignoleria, ma mi sembra un po' azzardato riassumere i fondamenti del Cristianesimo nei dieci comandamenti, specie alla luce del Nuovo Testamento che è completamente diverso dall'altro.

Forse sono io a non cogliere nel segno, ma secondo me bisogna fare subito una distinzione fra la fede, che è una cosa intima e personale, e la religione, che è un sistema di conoscenze, che ha un suo codice rituale, che è oggetto di studio antropologico, perché è un elemento di coesione per un gruppo. La serenità - con se stessi e con gli altri - credo vada ricercata nella fede, nell'atto in sé di credere, non nell'osservare i dettami di un gruppo. Detta con meno cinismo, per esempio: non credo sia l'osservanza in sé della confessione prima di Pasqua a rendere il Cattolico felice, quanto l'atto in sé di credere.
Del resto, limitando il discorso al Cristianesimo, anche parlare solo di "fede", senza "speranza" e senza "carità" è riduttivo, se si seguono fedelmente i dogmi. Del resto, sono i testi i primi a dire che la più importante non è la fede, ma è la carità, l'amore che è motore dell'intero universo. È nell'amore in sé che il Cristiano dovrebbe trovare la serenità spirituale, non nei dettami dei Dieci Comandamenti.

Non credo, poi, si possa definire razionalmente l'atto in sé di credere. È una necessità spirituale, è una necessità di cercare certezze e stabilità. Ad alcuni riesce, ad altri no. Io credo che quelli a cui riesce vivano molto meglio degli altri.
 
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