Nel tempo ch'era nuovo il mondo ancora
e che inesperta era la gente prima
e non eran l'astuzie che sono ora,
a più d'un alto monte, la cui cima
parea toccassi il cielo, un popul, quale
non so mostrar, vivea ne la val ima;
che più volte osservando la inequale
luna, or con corna or senza, or piena or scema,
girar il cielo al corso naturale;
e credendo poter da la suprema
parte del monte giungervi, e vederla
come si accresca e come in sè si prema;
chi con canestro e chi con sacco per la
montagna cominciar correr in su,
ingordi tutti a gara di volerla.
Vedendo poi non esser giunti più
vicini a lei, cadeano a terra lassi,
bramando in van d'esser rimasi giù.
Quei ch'alti li vedean dai poggi bassi,
credendo che toccassero la luna,
dietro venian con frettolosi passi.
Questo monte è la ruota di Fortuna,
ne la cui cima il volgo ignaro pensa
ch'ogni quiete sia, nè ve n'è alcuna.
Ariosto, dalle Satire
- o - o - o- o - o - o- o - o - o -
E' caduta la neve.
Eppure non è la stagione.
Mi bombardano di palle,
la porta di casa è rimasta bloccata.
Il mio chiavistello s'è sfasciato,
la mia stamberga è proprio decrepita,
i catenacci son tutti a pezzi,
la mia stanzetta è gelida.
Amore, ti supplico, abbi pietà*
di questa miseria estrema:
se mi prendi tra le braccia,
son certo che l'inverno svanirà*.
Popolare tedesca
- o - o - o- o - o - o- o - o - o -
Sonetto aguzzo
Torna su me! Sento il tuo amore che s'erge, vieni.
Apro il mio desiderio al tuo, giovane amante.
Là... Ecco... Dolcemente... Muovi più dolcemente...
Sento sin nelle viscere la tua carne che preme.
Ritma... la tua... carezza... ardente
al ritmo del mio altalenare.
Oh, anima mia... Lentamente,
prolunghiamo la nostra ebrietà*.
Là... Presto! Più a lungo!
Mi sciolgo! Aspetta...
Sì... t'adoro...
Va! Va! Va!
Ancora!
Ah!
Edmond Harancourt
:wink: