Spoiler - dal miniGdL
Riporto qui alcuni stralci del commento nel GdL, non tutto perché ci sono troppi spoiler
A mio parere la scrittrice - al di là del fatto che le storie omosessuali non sono tutte così, ci mancherebbe, esistono storie omosessuali gioiose e vissute tranquillamente alla luce del sole (ci vuole, però, ancora oggi molto coraggio, perlomeno qui) – è molto brava, sia come linguaggio che come sensibilità, a scavare nel profondo dell’animo umano, e in questo libro è stata molto capace di immedesimarsi e di cogliere le varie sfaccettature dei protagonisti, persone in difficoltà, cresciute in un’epoca sbagliata per poter vivere serenamente il loro sentimento, intenso ma meno forte della paura, del senso di colpa e di inadeguatezza, del timore di dare “scandalo” o di deludere gli altri. E’ vero che non vi sono, apparentemente, grandi descrizioni psicologiche, ma le personalità dei due protagonisti – sempre secondo me – sono ben delineate attraverso il racconto, con semplicità ma in modo profondo. Nel momento in cui parla dei loro incontri - molto “fisici”, questo è vero, ma si intuisce che vi è un grande affetto e un forte sentimento (spesso irrazionale, non sempre basato su cose concrete), basta pensare alla sua durata e al suo alimentare se stesso pur senza vedere l’altra persona o averne notizie -, ma anche della loro vita l’uno senza l’altro, soprattutto di quella di Guido, essendo lui la voce narrante; quando racconta i suoi rapporti prima con la famiglia di origine, poi con Izumi e la bambina, poi all'università con Geena e gli allievi, quando descrive ogni momento della vita, se questo viene fatto con sensibilità e profondità per me è un ottimo modo di tratteggiare e di soffermarsi sui personaggi, e di raccontare la loro omosessualità così come l'autrice la immagina, talvolta prorompente, talvolta latente per via di eventi in quel momento predominanti rispetto ad essa.
Guido cresce completamente solo in mezzo a persone assenti e infelici; cresce con un amore sconfinato nei confronti di un essere problematico ed evanescente come la madre, un padre apparentemente indifferente e uno zio eccentrico e solitario. Costantino, più “fisico”, brusco, talvolta quasi rozzo e appartenente ad una famiglia semplice, rappresenta un’altra realtà, quella che Guido non ha mai conosciuto e che, forse inconsciamente, lo affascina.
In fin dei conti questo libro, secondo me, non è solo la storia di un amore gay ma è la storia di due solitudini, di due persone e dei loro mondi uniti e separati allo stesso tempo, è la storia di tante vite che si intrecciano a questi personaggi, di una spirale di infelicità che sembra avvolgere, quasi per forza di cose, chiunque prenda parte alla storia, escluso forse Giovanni, il figlio disabile di Costantino, che sembra non aver capito niente e aver capito tutto.
Dapprincipio sono rimasta contrariata dall’ultima parte, ho pensato che stonasse un po’, che ci fosse troppa carne al fuoco, e la penso così tuttora in parte, ma allo stesso tempo trovo che ogni cosa abbia un senso, e che abbia lo scopo di mettere in risalto la diversa reazione di Guido e Costantino. Non posso dire di più qui
L’ultima cosa che volevo notare è che mi dispiace che si sottolinei il lato troglodita dell’Italia e in particolare del Sud, ma purtroppo qualcosa di vero c’è, anche se non è giusto generalizzare. Se la storia avesse avuto luogo sin dall'inizio a Londra forse sarebbe stata un’altra storia, e sarebbe stata credibile.
Ho letto vari commenti, anche qui, so di essere una voce fuori dal coro ma per me è davvero bello, è un libro ben scritto e che scuote dentro, che dispiace abbandonare anche se d’altro canto non si vede l’ora di finirlo.