Sud e magia

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Concordo con entrambi, il problema non è tanto il binario unico, anche se la Puglia non è il Trentino Alto Adige, lo spazio per il raddoppio delle linee c'è. I soldi ce li mette l'Europa, bedate bene, l'Europa non il governo di Roma, quelli li mette in un'altra zona d'Italia.
Dici anche una cosa esattissima Ila, il treno che hai visto era nuovo, costruito nel 2004, con aria condizionata e sedili da resto d'Europa, nulla a che vedere con alcune linee del nord ovest che per motivi di cuore mi son trovato a frequentare negli ultimi anni.
Ironia della sorte l'incidente è capitato ad una delle poche società ferroviarie in Italia che ha un bilancio in attivo e treni pendolari diversi da carri bestiame.
Le ferrovie del nord barese sono un fiore all'occhiello delle ferrovie italiane, nulla a che vedere con quel carro di sprechi e malagestione (la proprietà è del Tesoro) che sono le ferrovie del Sud Est. Quello che è venuto allo scoperto in questo incidente è la mancanza di investimenti infrastrutturali al Sud. In Puglia solo il 68% del traffico ferroviario ha un sistema automatico di controllo, negli altri casi, come in quello di specie la sicurezza dei passeggeri è affidata a due capistazione che usano un fonogramma come negli anni '50 collegato ad una vecchia stampante ad inchiostro.
Leggo che tre persone sono state indagate per disastro colposo, tra cui vi è il capostazione che ha alzato paletta verde, e che per tutta la vita porterà sulla coscienza circa trenta morti e altrettanti invalidi. Ha commesso un errore, un solo errore in una vita a monitorare treni con sistemi obsoleti, in una linea che ha visto aumentare in modo esponenziale il traffico, perché checché ne dicano Moretti, Delrio e gli omini verdi, anche al Sud si viaggia.
Ripeto, non è il solo tratto a binario unico d'Italia, avete ragione entrambi, ma Hot ha centrato il problema, è uno dei pochi tratti con traffico intenso che non ha un sistema automatico di controllo treni e sulle vetture nuove della Bari Nord era stato montato, ma non poteva funzionare perché sulle infrastrutture non c'era, ma è un po' difficile adeguarle se destini al Sud su 5 miliardi di euro, solo 60 milioni.

Per motivi di cuore viaggio spesso, ma le mete giocoforza sono da Roma in su: Arezzo, Perugia, Assisi, Firenze, Bologna, Ferrara, Parma, Milano, Como, Pesaro, Urbino, Cavriago (Cavriagooo), Vicenza etc etc. Sono le uniche raggiungibili con i treni nel tempo di un fine settimana.
Mi sarebbe piaciuto visitare Reggio e il museo della Magna Grecia, ma è improponibile. Non parliamo di Matera, Altomonte, Pietrabbondante, Isernia, L'Aquila. Per una mia curiosità ho voluto cicumnavigare il sud con i mezzi pubblici partendo dal mio borgo: Casa, Lucera, Foggia, Taranto, Reggio Calabria, Napoli, Benevento, Casa. Ho impiegato tre giorni con due pernottamenti a causa della mancanza di coincidenze. Un giorno in più di quanto impiegato da un mio amico per raggiungere dal mio borgo Juba in Sud Sudan.

caro Balda, per il momento ti mando i saluti da Reggio Calabria, dove sta finendo la mia terza e ultima settimana di ferie, e dove mi sono recato con incrollabile fede in treno.
purtroppo non ho ricevuto all'andata le auspicate smentite ai timori radicati sui malatrasporti al sud, da me considerati nelle aspettative solo più che razzisti luoghi comuni. certamente non solo o tutta colpa del meridione ma anche della distribuzione dei fondi cui accenni nei tuoi post.
la freccia BZ-NA ha maturato un'ora e mezza di ritardo causa l'incendio di una cisterna a Casoria che dalla strada ha coinvolto la linea av. d'accordo non era colpa di fs e poteva accadere anche al nord, ma...
e pensare che senza quello il viaggio sarebbe stato perfetto nonostante fosse giornata di sciopero nazionale.
il dramma dopo Napoli: partiti con un'altra freccia dopo ore di annunci contradditori, deviati per Caserta siamo giunti a RC con quattro ore e mezza di ritardo.
domani la rifacciamo al contrario, ma con una botta di ottimismo avendo appena assistito al dramma ferroviario poco lontano da qui...
fa male essere ancora costretti ad incrociare le dita prima di partire per un viaggio!!!
 
"grazie per la graditissima dedica.
Bennato mi é sempre piaciuto molto, e così come nelle canzoni politiche di genere, ora vedo che anche come fonte storica é molto efficace.

vorrei sapere cosa pensi del fatto che a Reggio Calabria mi sia trovato sulla spiaggia presso la "Arena dello Stretto" dove giganteggia una statua di vittorio emanuele.
e ancora come possa il corso principale chiamarsi a sua volta corso vittorio emanuele.
e infine come mai uno degli altri corsi principali sia titolato a garibaldi.
forse i politici locali sono padani della lega ?!?

so che suona come una piccola provocazione, ma sai che lo faccio sempre per darti modo di dire le cose come sono veramente.



ps) rispondi in un altro 3D, magari quello tuo solito, altrimenti qui andiamo OT "

Hai presente i cani? Fanno molta pipì per segnare il territorio.
 
Ti riporto un passo sul mio libro di storia delle scuole medie:
I secoli di Spadolini e Zampilloni (Le Monnier, Firenze 1967 - La prima edizione, io non sono così vecchio).

"La figura di Garibaldi esercita una grande attrazione sull'ingenua mentalità di quelle popolazioni, e dovunque Garibaldi passa fra fitte ali di popolo, accolto quasi come un redentore; alcuni vedono rinnovata nella sua chioma bionda e negli occhi azzurri l'immagine del Nazareno".

Per me Garibaldi era un semidio.


E questa invece è la versione dello sbarco dei mille ad opera di Giuseppe Bandi toscano, garibaldino uno dei mille:

"I siciliani ci accolsero su per giù come si accolgono i cani in chiesa".

Al netto dei vaneggiamenti di qualcuno, finché non verrà fatta luce su ciò che è veramente successo in quegli anni, non ci sarà mai una sola nazione.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
ok, però mi sorgono una perplessità e una considerazione
1) va bene la metafora del cane che segna il territorio, ma in ambito locale le cose che ti ho segnalato non indicano troppo asservimento al potere centrale, soprattutto oggi che va molto il discorso delle autonomie regionali e che la popolazione del sud ha in larga parte aperto gli occhi sull'unificazione nazionale ?
2) sul tuo citato libro di storia era deificata la figura di garibaldi, mentre pare passare in sordina quella dei garibaldini.
viceversa, il garibaldino che citi descrive il disprezzo verso i garibaldini, ma non dice se garibaldi era invece apprezzato

ora la mia annotazione può essere sorta equivocamente per una tua limitata esposizione per mancanza di spazio, ma si sa che per il popolino una cosa è la figura eroica del "condottiero" idealizzato, e altro quella della soldataglia rea, "a di lui insaputa" di violenze e brutali saccheggi...
 
A Gaeta sono 7 anni che provano a cambiare la toponomastica, c'era addirittura un assessore delegato.
Qualcosa comincia a muoversi:
VIA CIALDINI / A Lamezia cancellato il nome del massacratore. Al suo posto via Angelina Romano | Identità Insorgenti

"sul tuo citato libro di storia era deificata la figura di garibaldi, mentre pare passare in sordina quella dei garibaldini.
viceversa, il garibaldino che citi descrive il disprezzo verso i garibaldini, ma non dice se garibaldi era invece apprezzato

ora la mia annotazione può essere sorta equivocamente per una tua limitata esposizione per mancanza di spazio, ma si sa che per il popolino una cosa è la figura eroica del "condottiero" idealizzato, e altro quella della soldataglia rea, "a di lui insaputa" di violenze e brutali saccheggi... "

Ti ho riportato solo una frase del mio libro, dedurre quanto sopra da ciò: "La figura di Garibaldi esercita una grande attrazione sull'ingenua mentalità di quelle popolazioni, e dovunque Garibaldi passa fra fitte ali di popolo, accolto quasi come un redentore; alcuni vedono rinnovata nella sua chioma bionda e negli occhi azzurri l'immagine del Nazareno", mi lascia un po' perplesso.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Due anni fa si parlava che MO indipendenza, secessione, i bei tempi della monarchia borbonica.... :W
8 mesi fa hanno votato Lega anche loro. :W:W:W:W
Adesso cori da stadio, baciamano e richieste quanto meno imbarazzanti a Salvini (non a Padre Francesco). :paura::paura::paura::paura::OO:OO:OO

Peccato che questa discussione si sia arenata.
Perchè diciamocela tutta: se dopo 1.000 pagine Anna Karenina invece di ammazzarsi si facesse punkabbestia e sfasciasse le chitarre ai concerti, se ne potrebbero scrivere altre 2.000! :D:mrgreen::mrgreen::mrgreen::mrgreen:
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Da La Repubblica del 21/01/2019, di Roberto Saviano

Sono cresciuto in una terra dove vedere baciare le mani di un uomo era cosa comune, nessuno si stupiva, è antica sintassi mafiosa. Vedevo i boss soprattutto durante le festività — prima che cadessero in latitanza o avessero, in clima di faida, paura di uscire in strada — salutare e girare per negozi ricevendo spesso come omaggio il bacio sulle nocche. Il baciamano mi creava disagio quando a farlo era un anziano che si piegava verso la mano di un giovane capo. Al contrario faceva parte del mio orizzonte estetico vedere giovani baciare la mano del potente più maturo. Non solo boss ma anche sindaci o l’infinito stuolo di sottosegretari e assessori. Il bacio che è stato dato alla mano del ministro Matteo Salvini è pregno di tutta la terribile tradizione meridionale di sottomissione.
È il bacio che qualsiasi sovrano o qualsiasi esercito sia passato nel Sud ha ricevuto, un bacio che descrive bene il senso che si ha del rapporto con la politica: la concessione, il favore, la benevolenza. Non c’è diritto, non c’è giustizia, non c’è sicurezza economica, non lavoro ma elargizione, protezione, carità, arbitrio. Quel bacio sta a significare: trattaci bene, facci il favore. Ha impressionato vedere proprio ad Afragola, al Sud baciare la mano di un uomo simbolo di un partito che ha sempre odiato il Meridione, di un movimento nato e fondato sulla convinzione che i meridionali fossero il male e il Sud una zavorra per la crescita del Nord. Il bacio alla mano di Salvini, l’osannarlo come l’uomo della provvidenza, non è cosa nuova, ma il peggiore volto delle genti del Sud che la miseria e l’ignoranza spingono a manifestare il desiderio di vedere migliorata la propria vita con un atto di sudditanza e di sottomissione. Non c’è colpa ma solo la stessa e perenne miseria secolare.
Quel bacio e quelle preghiere sono state rivolte a un ministro che è entrato nella città delle otto bombe di camorra da alleato della vecchia e più compromessa politica locale, ereditandone le clientele. Salvini non ha dato alcuna risposta ai drammi del territorio, ha solo promesso sgomberi e polizia. Scelte che non possono, isolate, risolvere nulla. Non ha provato alcuna vergogna — ma ne ha tratto solo vantaggio — a essere complice della parte peggiore dei poteri locali, scegliendo Pina Castiello come sottosegretaria del ministero per il Sud. Grazie a lei la Lega ha fatto il pieno di voti al rione Salicelle di Afragola, che è la vera anima camorrista di Afragola. Pina Castiello che, per formazione politica viene dalla “scuola” di Luigi Cesaro e di Nicola Cosentino, è alleata dell’ex senatore Vincenzo Nespoli, condannato per bancarotta fraudolenta, accusato della procura di Napoli di voto di scambio, su cui è intervenuta la prescrizione. La Lega è, in linea diretta, erede dei potentati democristiani, poi berlusconiani, poi (cercati e in parte ottenuti) del centrosinistra. E in questo modo la Lega è divenuto il partito rappresentativo delle clientele camorriste.
Eppure si bacia la mano, si lanciano preghiere e suppliche a chi è complice di questa situazione. Gli si chiede di eliminare i nemici e lui, in divisa, augura «Lunga vita» e manda bacioni. Quel bacio è dato a chiunque arrivi lì dispensando promesse di cambiamento; domani andrà ad altre nocche, ieri ha suggellato altre mani: l’eterna immutabilità del Mezzogiorno d’Italia, dalla cui disperazione Lega e M5S alimentano il loro consenso. E sia chiaro, il baciamano non è soltanto un’usanza mafiosa, tutt’altro. Il baciamano ha un’origine antica, ha una tradizione lunghissima e complessa. La diffusione al Sud di questa abitudine deriva dalla tradizione di baciare la mano del prete, le cui mani sono sacre perché celebrano il miracolo dell’ostia. Il nobile, ricevendo da Dio il compito del comando, inizia a farsi baciare la mano come il sacerdote. Ma perché la mano? Il bacio ha un’origine evangelica. Veniva dato alle mani di Cristo, perché Cristo, imponendole sulle persone, compiva miracoli. Anche le mani degli apostoli vengono baciate, come quelle dei santi, perché dalle loro mani discende il miracolo, la grazia.
Nei paesi arabi, si bacia la mano dell’anziano, indipendentemente dalla sua gerarchia sociale. È il bacio alla mano che ti ha dato il pane. Nel tempo il baciamano al feudatario è diventato quello che chiede protezione in cambio di asservimento: esisto perché tu mi concedi di esistere, di stare in vita. È vecchia logica che sopravvive e resiste tutt’oggi con le mafie: se sei in vita significa che loro te lo permettono, perché se loro volessero, saresti polvere. È tutto una concessione. Una loro concessione.
E il baciamano a Salvini è il sigillo di quell’eterno voto di scambio e dell’eterno vassallaggio latifondista in cui oggi la Lega e il M5S diventano i nuovi feudatari. Ricorderete anche quando Berlusconi baciò la mano a Gheddafi. Quel gesto letto come una goliardata del solito Berlusconi fu sigillo di terribile vassallaggio al colonnello Gheddafi che aveva ordinato il massacro dei suoi oppositori. Eppure sembra gesto innocuo nella parte maggiore dei casi. Il bacio alla mano cui siamo più abituati è quello alla mano femminile. Approfondendo nei galatei, questo non è un gesto di sottomissione alla donna né di riconoscimento del suo potere. La differenza tra baciare la mano a una donna e a una Regina, è tutta in un dettaglio: con una bisogna tenere la fronte e gli occhi a terra; con una donna, invece, gli occhi non si abbassano ma fissano quelli di lei. La regola più antica vorrebbe che si guardassero sempre gli occhi della donna e che, anche una volta finito il bacio, si continuassero a fissare, perché il messaggio deve essere: non sono sottomesso, ma sto omaggiando la tua bellezza.
Salvini e il M5S hanno tirato fuori il peggio del peggio dall’antro più oscuro del nostro Paese. Non sono stati i primi né i soli, ma l’hanno fatto nel modo più radicale possibile. Sono a Sud in continuità con i poteri più compromessi e agiscono come se nulla fosse. Sono cresciuto in una terra dove si votava sempre il politico peggiore perché sapevi che, mentre dal politico che faceva una campagna elettorale promettendo maggiore giustizia sociale ottenevi un percorso lungo di lavoro o magari non ottenevi nulla, dal politico compromesso ottenevi la possibilità, in cambio di un voto di un favore, di avere una concessione, fosse pure solo un pacco di pasta. Perché la giustizia sociale non la puoi quantificare, non la puoi pesare qui e ora, e quindi laggiù finisci col pensare che non serva a nulla. Senza girarci troppo intorno: il voto di scambio è ciò sui cui questo governo ha molto presto imparato a fondarsi.
Di una cosa però siamo certi. Tutti i partiti cadono a Sud, tutte le grandi coalizioni cadono a Sud. Il Sud che è completamente scomparso da ogni agenda elettorale in termini di progetti reali e strategie, il Sud che ancora una volta — come sempre — è solo il luogo dal quale dragare preferenze e clientele, sarà lo stesso Sud che farà rovinosamente cadere il governo del cambiamento. Quel baciamano disperato, che da sempre si fa al potente di turno, è già pronto a strappare a morsi le carni della persona prima baciata.
Salvini ha scavato nel fango, ha estratto un mostro dal sottosuolo e lo ha messo su un tavolaccio per risvegliarlo. Ora deve fare i conti con questa creatura che se ne va in giro sulle sue gambe, e di questa creatura lui dovrà sempre rispondere. Questo ha fatto Salvini e questo fa il populismo.
 
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