Dallolio
New member
Vorrei invitare i forumlibrosi a riflettere su questo argomento che un paio di anni fa venne in primo piano per un libro proprio con questo titolo. Alcune mie considerazioni:
1) Secondo me il culmine della felicità non si giunge nel non - lavoro, che non può che portare alla lunga, al tedio esistenziale e alla solitudine. A mio avviso una condiziona ideale sarebbe quella di fare un lavoro che piace, che impegni per 6 ore al giorno per al massimo 4 giorni di settimana.
2) Il non-lavoro se frutto di una scelta può in effetti portare alla possibilità di leggere e acculturarsi di più, tuttavia è necessario che sia una scelta del soggetto e non il portato della situazione in cui s vive; nessuno insomma deve restare dissoccupato senza che questa sia una libera scelta.
3) Coloro che portano alle estreme conseguenze questi ragionamenti sono i senzafissa dimora, che rifiutano tutta la società contemporenea, ma non il denaro che essa può regalare.
Pareri? Opinioni?
1) Secondo me il culmine della felicità non si giunge nel non - lavoro, che non può che portare alla lunga, al tedio esistenziale e alla solitudine. A mio avviso una condiziona ideale sarebbe quella di fare un lavoro che piace, che impegni per 6 ore al giorno per al massimo 4 giorni di settimana.
2) Il non-lavoro se frutto di una scelta può in effetti portare alla possibilità di leggere e acculturarsi di più, tuttavia è necessario che sia una scelta del soggetto e non il portato della situazione in cui s vive; nessuno insomma deve restare dissoccupato senza che questa sia una libera scelta.
3) Coloro che portano alle estreme conseguenze questi ragionamenti sono i senzafissa dimora, che rifiutano tutta la società contemporenea, ma non il denaro che essa può regalare.
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