FRANCO VOLPI PRESENTA "NOI" DI EVGENIJ ZAMIATIN
[Dal quotidiano "La Repubblica" del 24 novembre 2007 col titolo "La
fantascienza odiata dall'Urss" e il sommario "Noi, il romanzo scritto da
Evgenij Zamjatin nel 1922, per anni proibito nell'Unione Sovietica"]
Zamjatin, ingegnere navale di professione e maestro di fantascienza a tempo
perduto, immagina che in un remoto ma inevitabile futuro l'intera umanita'
cadra' sotto il governo totalitario dello Stato Mondiale Unico. Guidato da
un Grande Benefattore e controllato da Guardiani che soffocano ogni
dissidenza, esso trasforma gli individui in numeri e li priva
dell'immaginazione per garantire l'"armonia quadrata", matematica,
dell'insieme. La vita e' scandita dal "Libro delle Ore" che impone a tutti
lo stesso identico ritmo e dunque la perfetta coincidenza di tutti i
movimenti e tutte le azioni. Formato da individui che vivono come cifre,
secondo le armoniose leggi della tavola pitagorica, lo Stato Unico e' un
ingranaggio perfetto in cui regna la felicita'.
Il protagonista, un matematico che si chiama D-503, progetta un gigantesco
razzo di vetro e acciaio, l'Integrale, per diffondere nell'universo il
modello politico dello Stato Unico. D-503 si lascia pero' infettare da un
numero irrazionale, ovvero si invaghisce di I-330, giovane rivoluzionaria
adepta di un gruppo segreto che cospira per impadronirsi dell'Integrale e
sovvertire lo Stato. Grazie ai Guardiani, che neutralizzano il complotto, il
Benefattore riafferma la sua sovranita' ed escogita un modo per garantire
definitivamente la stabilita' dell'ordine: una Grande Operazione di
lobotomia che recida in tutti gli individui la parte del cervello dove ha
sede l'immaginazione. E' infatti l'imprevedibilita' di questa facolta' a
produrre instabilita', disordine, disgregazione. Subita l'operazione, gli
Uomini Nuovi sono finalmente adatti per inserirsi nell'ordine dello Stato
Unico.
Questo fulminante e pionieristico romanzo anti-utopico, scritto tra il 1920
e il 1922, e proibito nell'Unione Sovietica fino al 1989, fu noto dapprima
nella traduzione inglese (1924), poi in quella ceca (1927) e francese
(1929), e solo nel 1952 fu pubblicato a New York il testo russo integrale.
Su quest'ultimo e' basata la versione italiana di Ettore Lo Gatto del 1955,
ora rivista da Barbara Delfino e curata da Stefano Moriggi. Ispirato ai
racconti fantastici di Herbert G. Wells, esso e' stato a sua volta preso a
modello da Aldous Huxley in Brave New World, da George Orwell in 1984, e
soprattutto da Ferdinand Bordewijk nel racconto Blocchi, che sviluppa il
motivo del "cubismo di Stato" in uno stile secco, ficcante, incisivo, molto
simile a quello di Noi.
Il romanzo fu subito letto come una corrosiva critica del sistema sovietico,
allora appena sorto, e Zamjatin si salvo' solo grazie alla protezione di
Gorkij emigrando a Parigi. Fu anche accusato di trotzkismo perche' accennava
a "infinite rivoluzioni". In realta', esse non hanno nulla a che fare con la
"rivoluzione permanente" di Trotzkij, ma sono il risultato della dialettica
di due principi, come Zamjatin spiega in un saggio coevo Su letteratura,
rivoluzione, entropia e altre cose: "Due forze governano il cosmo:
l'entropia e l'energia. La prima produce la quiete pacifica e l'equilibrio
beato, l'altra conduce alla rottura dell'equilibrio, all'inesausto e
doloroso movimento". E aggiunge: "L'unica (amara) medicina contro l'entropia
dell'esistenza umana e' l'eresia". Ma la vera speranza e' il fatto che il
Dio creatore di questo mondo e' "il piu' grande degli scettici", e che
percio' e' ragionevole supporre che anche sullo Stato Unico - che in verita'
descrive una condizione che non e' mai stata, e che mai sara' - incomba un
destino di transitorieta' in ragione del quale prima o poi esso implodera'.
Alla fine si radica in noi un convincimento: l'immaginazione e' l'unico
luogo di questo mondo in cui vale la pena abitare.
P.S. In URSS libro era pubblicato nel 1988.