Palmaria
Summer Member
Un tranquillo quarantenne che si guadagna da vivere scrivendo libri per ragazzi vienne avvicinato da uno strano tassista. Costui mostra di conoscere particolari intimi della vita dello scrittore e lo convince ad ascoltare un rivelazione "pazzesca": suo padre, morto da poco, non sarebbe stato il generale democristiano e bigotto che lui aveva sempre creduto, ma una spia russa al servizio del KGB. Il tassista sostiene di essere stato il miglior amico di suo padre, di cui avrebbe sotterraneamente condiviso l'ambigua esistenza.
Da questo momento, lo scudo protettivo che il protagonista aveva costruito con tenacia attorno a sè e alla sua famiglia comincia a sgretolarsi, e attraverso le crepe che vi si formano penetra in lui l'agghiacciante percezione della finzione a cui, fin lì, nella propria ingenua ricerca della serenità, aveva inconsapevolmente preso parte. Crollata anche l'ultima illusione, quella di una pace coniugale perseguita per anni, vietandosi desideri erotici e impulsi all'evasione, lo scrittore scopre - o meglio, 'dubita', senza averne la certezza - d'essere sempre stato diverso da come credeva di essere, con un padre diverso (una spia?), una moglie diversa (infedele?), e un diverso passato con cui fare i conti.
Questo romanzo, vincitore del Premio Campiello nel 2000, è il primo che leggo dell'autore e devo dire che mi ha colpita favorevolmente. Al centro del libro il senso di confusione e precarietà che vive il protagonista, Gianni Orzan, dopo che i punti di riferimento della sua fino ad allora tranquilla esistenza vacillano notevolmente. Ma ciò che più di tutto fa arrivare alla fine del libro in un baleno è la verve narrativa di Veronesi, che trascina il lettore negli sconvolgimenti emotivi del personaggio principale, quasi come fossero i propri! Consigliato.
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Sara :wink:
Da questo momento, lo scudo protettivo che il protagonista aveva costruito con tenacia attorno a sè e alla sua famiglia comincia a sgretolarsi, e attraverso le crepe che vi si formano penetra in lui l'agghiacciante percezione della finzione a cui, fin lì, nella propria ingenua ricerca della serenità, aveva inconsapevolmente preso parte. Crollata anche l'ultima illusione, quella di una pace coniugale perseguita per anni, vietandosi desideri erotici e impulsi all'evasione, lo scrittore scopre - o meglio, 'dubita', senza averne la certezza - d'essere sempre stato diverso da come credeva di essere, con un padre diverso (una spia?), una moglie diversa (infedele?), e un diverso passato con cui fare i conti.
Questo romanzo, vincitore del Premio Campiello nel 2000, è il primo che leggo dell'autore e devo dire che mi ha colpita favorevolmente. Al centro del libro il senso di confusione e precarietà che vive il protagonista, Gianni Orzan, dopo che i punti di riferimento della sua fino ad allora tranquilla esistenza vacillano notevolmente. Ma ciò che più di tutto fa arrivare alla fine del libro in un baleno è la verve narrativa di Veronesi, che trascina il lettore negli sconvolgimenti emotivi del personaggio principale, quasi come fossero i propri! Consigliato.
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