Ho 44 anni e perciò non sono classificabile nè tra i vecchi nè tra i giovani.
Se penso ai vecchi, ricordo tanta gente che non ha mai fatto nulla ma l'ha sfangata perchè all'epoca, una lettera del parroco, un iscrizione alla DC o al sindacato, permetteva di prendere vita natural durante stipendio e pensione, magari dopo soli 14 anni di pseudo-lavoro.
Se penso a quelli della mia generazione, mi vengono in mente una quantità di eterni adolescenti della mia età da far spavento.
Se tra i giovani la situazione è la stessa, cosa devo fare: coprirli d'insulti?
Anzi, se oggi le cose stanno peggio di ieri, la colpa possiamo provare a darla a tanti, ma non certo ai giovani.
Quello che è sicuro è che il mondo - e perciò l'Italia - non è lo stesso di 30 anni fa, quindi indipendentemente di chi è la colpa, sono cavoli amari, per quelli come me, ma ancora di più per quelli più giovani.
Infatti l'Italia è tornata ad essere un paese con più Emigranti che INmigranti, con la differenza che i primi sono giovani e laureati, mentre i secondi sono dei disperati, segno che voglia di studiare e lavorare non manca, perciò maiali che li hanno preceduti, almeno potrebbero tacere, e quei paraculati che hanno il posto sicuro al TG, almeno potrebbero occuparsi d'altro.
Detto questo, è meglio mettersi in testa che bisogna lasciar perdere i capricci e darsi da fare, tanto, ma tanto tanto, e possibilmente da un'altra parte.
Quello là vuole fare solo il pasticcere? Peggio per lui e meglio per me: vuol dire che se si libera un posto da panettiere lo prendo io.