Ventitreesimo Artisticforum - Le nostre opere d'arte preferite

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alessandra

Lunatic Mod
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Questo il mio commento a tale opera nel Terzo Artisticforum, 2010:
"Anche a me fa pensare a un amore clandestino e a un incontro che ha i minuti contati.
Mi colpisce il "look spiegazzato" del protagonista maschile, simile a quello del lenzuolo, è una cosa che mi trasmette ansia e mi suggerisce proprio l'idea di un animo tormentato.
Mi ricordano Blanca e Pedro de "La casa degli spiriti".
Lui è un rivoluzionario fuggito dal suo nascondiglio per poterla incontrare. Il padre di lei lo odia e vuole ucciderlo.
Lei mette temporaneamente da parte la sua disperazione per assaporare quegli attimi che, sa benissimo, potrebbero essere gli ultimi trascorsi con lui."

Oggi continuo a vedere nei due protagonisti grande passione, disperazione e tormento. Ho ancora la sensazione che questa volta potrebbe essere l'ultima, ma vedo un dolore più grande e diverso rispetto a quello legato alla clandestinità di una storia; la mia fantasia percepisce un forte contrasto tra l'intensità della passione e la disperazione legata all'impossibilità di continuare la relazione, per motivi che riguardano esclusivamente la coppia, forse proprio perché si tratta di un amore troppo violento. Rispetto all'impressione avuta 5 anni fa, oggi il quadro mi colpisce molto di più, lo trovo più bello.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Eccomi qui con la prossima proposta :) Naturalmente potete continuare a commentare anche le opere precedenti :wink:

Ivan il Terribile e suo figlio
, di Ilia Repin (riferito al momento in cui lo zar ha appena ucciso il figlio dopo un impeto di ira)
File:REPIN Ivan Terrible&Ivan.jpg - Wikipedia, the free encyclopedia

800px-REPIN_Ivan_Terrible%26Ivan.jpg
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Eccomi qui con la prossima proposta :) Naturalmente potete continuare a commentare anche le opere precedenti :wink:

Ivan il Terribile e suo figlio
, di Ilia Repin (riferito al momento in cui lo zar ha appena ucciso il figlio dopo un impeto di ira)
File:REPIN Ivan Terrible&Ivan.jpg - Wikipedia, the free encyclopedia

800px-REPIN_Ivan_Terrible%26Ivan.jpg

Non ho mai visto prima questo quadro.
E' molto interessante.

Lo sguardo smarrito dello Zar è molto intenso. L'ambientazione 'esotica' forse piuttosto ridondante.
 

Nerst

enjoy member
che dire, è terrificante. Lo sguardo del padre, che ha appena realizzato ciò che ha fatto è straziante e si contrappone a quello oramai senza luce del figlio. E' incredibile proprio questo, come un paio di occhi entrambi sbarrati sono chiaramente uno pazzo, l' altro senza vita. A terra ancora la lancia che ha tolto la vita e il tappeto disfatto. Mi colpisce ed è forte.
 

ariano geta

New member
L'ho proposto proprio perché l'ho trovato molto intenso. Lo scenario è forse un po' "ridondante" come è stato notato da Marcovaldo, però fa parte della tendenza europea in generale e russa in particolare di fine '800 di rievocare il passato con un'aura romantica e particolarmente scenografica (gli esempi coevi di medievalismo kitsch sono innumerevoli, dal castello di Neuschwainstein in Baviera al nostrano parco del Valentino a Torino).
Condivido in pieno l'opinione di Nerst sull'intensità drammatica del padre che si rende conto dell'enormità del gesto che ha commesso, la follia che diventa consapevole di se stessa. Una rappresentazione elementare ma perfetta nella sua elementarità, almeno nella mia modestissima opinione.
 

ayuthaya

Moderator
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Ecco la prossima opera :)

Schiele, L'abbraccio (1917)

Finalmente recupero il mio commento! chiedo venia del ritardo!!!! :ad::ad::ad:
quest'opera mi fa impazzire, forse perchè - per chi mi conosce non è una novità, basti pensare a Munch - ho un debole per gli aspetti più originali, scioccanti, a volte persino eccessivi di un tema estremamente tradizionale come potrebbe essere appunto un bacio o un abbraccio. Sono contenta di aver aspettato a scrivere perchè tutto quello che avete detto voi mi è piaciuto moltissimo e mi ci ritrovo parecchio: l'aspetto sensuale, passionale, la "forza" che sprigiona da questo dipinto...
Una delle cose che mi piacciono di più è l'interpretazione molto particolare della linea: così scura, netta e in continuo movimento. Anche la definizione delle superfici è molto singolare: il colore non è omogeneo, ma forma come delle chiazze (grazie a sottilissime variazioni tono su tono) che accomunano sia i corpi dei due amanti sia il lenzuolo e lo sfondo... il risultato è che nonostante i contorni siano ben definiti, si ha l'impressione di stare dentro l'immagine e che tutto sia come mescolato e confuso. Oltretutto i colori usati appartengono tutti alla stessa tonalità, che va dal beige, al "rosa" del corpo, al marrone scuro dei capelli di entrambi. Il lenzuolo è bianco ma essendo un colore neutro (e non trattandosi di un bianco candido) di fatto "assorbe" i toni dei colori che lo circondano e risulta "giallino" pure questo...
Mi piace che non ci sia nessuna inibizione nei confronti di chi guarda... gli amanti non si preoccupano di essere stati messi "a nudo", e per questo viene fuori il loro aspetto più sensuale e io direi persino animalesco, bestiale... Uso questo termine anche per una piccola associazione di idee per la quale faccio un piccolissimo OT.
Ricordo benissimo che la prima volta che ho letto La metamorfosi di Kafka il disegno in copertina era un ritratto maschile proprio di Schiele (se poi lo trovo ve lo posto)... la cosa mi aveva colpito molto perchè in qualche modo, probabilmente suggestionata da queste scelta, avevo finito per riconoscere nel quadro di Schiele proprio l'aspetto "bestiale" insito nel racconto di Kafka. Di fatto secondo me l'associazione era azzeccatissima e questo ha finito per farmi apprezzare ancora di più questo artista che mi ha sempre incuriosito... Fine OT :mrgreen:
Aggiungo ancora che l'aspetto un po' animalesco è sottolineato anche dal fatto che soprattutto nell'uomo la linea, oltre a essere un zigzagare continuo, rileva quasi ogni singolo muscolo, quasi a voler evidenziare l'aspetto "fisico" dell'unione (il che, ci tengo a dirlo, non sminuisce affatto la passione, anzi, semmai la potenzia ancora di più...).
Comunque sono contenta che sia piaciuto a tutti voi, sinceramente pensavo che qualcuno potesse non gradire! :YY
 
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ila78

Well-known member
Eccomi qui con la prossima proposta :) Naturalmente potete continuare a commentare anche le opere precedenti :wink:

Ivan il Terribile e suo figlio
, di Ilia Repin (riferito al momento in cui lo zar ha appena ucciso il figlio dopo un impeto di ira)
File:REPIN Ivan Terrible&Ivan.jpg - Wikipedia, the free encyclopedia

800px-REPIN_Ivan_Terrible%26Ivan.jpg

Se la proposta precedente era l'essenza della sensualità e della carnalità questa lo è dell'angoscia e della disperazione più nera. Lo sguardo del padre è terrificante nella sua "realtà".
Anche i colori sono, credo volutamente, "pesanti e scuri" con una sfumatura di rosso (sangue) che pervade ogni cosa.
Splendido ma angosciante.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Concordo. Le opere che abbiamo svelto in questa tornata sono tutte molto "forti". Qui la dominante rossa e nera pesa come un macigno, e arriva più "a segno" delle tracce di sangue effettive, come se il sangue avesse contaminato tutto l'ambiente per sottolineare ancora di più il fatale gesto. Cioè... fatemi capire... il padre in un impeto d'ira ha ucciso suo figlio e in questo momento si è reso conto di ciò che ha fatto e lo abbraccia con il terrore negli occhi??? :paura::paura::paura: Caspita se non è forte come tema.... :paura: In questo caso si aggiungono mille considerazioni... il figlio ha negli occhi ancora lo sguardo esterefatto di una persona viva, il suo corpo sembra adagiato fra le braccia del padre (con le dita sembra persino che si afferri al suo braccio destro, o che quasi lo stia accarezzando per consolarlo di ciò che ho fatto), mentre è nel padre che leggiamo la morte: i suoi occhi spalancati, atterriti, sembra che stia guardando in faccia alla morte che ha appena procurato al figlio. Insomma, è come se la vita e la morte si infondessero uin parti uguali in entrambi i personaggi in questo momento che è quello culminante. Davvero straordinaria la resa di un momento così drammatico.
 

ariano geta

New member
É un ritratto che costituisce un esempio di virtuosismo pittorico. É realista, quasi fotografico (anche se all'epoca ovviamente la fotografia non esisteva) ma non freddo o banale. L'uomo esprime la propria personalità a partire da quel copricapo così inusuale che da il nome al quadro stesso, ha un'espressività forte nello sguardo voltato verso coloro che osservano. Penso che sia il tipo di ritratto che tutti noi vorremmo ci venisse fatto: un'effigie del nostro volto capace di trasmettere la vita e l'unicità che c'è in noi.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Jan Van Eyck - L'uomo col turbante


Il ritratto di un 'antenato' (per noi europei) che rappresenta un soggetto dal carattere forte.
Un mercante ? Un medico ? ( leggendo rapidamente sul web ho trovato che forse potrebbe essere un un autoritratto
dell'autore ).

Forse si può considerare il capostipite di alcuni dei più classici personaggi 'borghesi' che saranno ritratti qualche secolo più tardi ( ad esempio come quello qui sotto) :


Ritratto di monsieur Bertin - Wikipedia
 

ila78

Well-known member
Jan Van Eyck - L'uomo col turbante

05%20jan%20van%20eyck%20-%20uomo%20col%20turbante.jpg

Di questo quadro mi colpisce in primo luogo la straordinaria abilità e resa "tecnica", cavoli sembra una foto!!!! :paura:
In secondo luogo lo sguardo non proprio amichevole della figura ritratta che unito alla durezza dei tratti fa pensare non proprio a un simpaticone con cui usciresti a bere una birra, forse è un uomo di potere abituato a essere rispettato.
Splendido il colore del turbante. :sbav:
 

Nerst

enjoy member
ciò che mi colpisce è che i lineamenti dell' uomo non sembrano proprio quelli che dovrebbero accompagnare chi indossa un turbante, forse per questo l' uomo sembra cupo. il colore del turbante si contrappone a quello della casacca e lo sguardo mi sembra anche un po' strabico.
 

Nerst

enjoy member
decisamente mi colpisce questo dipinto. Gli alberi incatenano le donne in una morsa delicata, ma ferrea. Il fatto che hanno i capelli rossi sembra sottolineare la colpevolezza e i seni nudi mi fanno pensare all' allattamento che farebbero ancora se non punite. Sono circondate dalla neve e il tutto rende più fredda la scena e la sensazione che mi provoca. Mi sembrano morte.
 

ariano geta

New member
Un quadro molto onirico, sicuramente simbolico di qualche castigo che meritano (o meriterebbero) le "cattive madri" alle quali allude il titolo. Mi intriga ma ammetto che dovrò approfondire meglio su qualche testo specialistico relativo alla pittura di Segantini perché ho l'impressione netta che le "simbologie" che cerco nel quadro sono pressoché incomprensibili a livello visuale e necessitano invece delle spiegazioni di studiosi dell'arte più addentrati nell'argomento.
Comunque ha davvero qualcosa di inquietante, soprattutto l'atmosfera rarefatta suggerita dal prevalere del bianco del paesaggio innevato. Mi da l'idea di desolazione, solitudine, vuoto.
 
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