Devo ammettere che lo studio dei filoni d'oro del panettiere mi ha sempre appassionato, di certo meno dello studio insito alle luci alterne dell'autostrada, comunque rimane un vezzo abitudinario che non potrei togliermi. La prima volta, innocentemente, che entrai in un forno sentì molto caldo, avevo sbagliato ingresso. Potrebbe ricordare la storiella del tizio che entra in un caffè e fa splash, ma onomatopeicamente non ricalca neanche un pò quell'episodio. Era domenica e l'unico forno aperto in zona era quello dei fratelli Caditoie & Botti, un forno associato, la cui unica specialità era la pizza al forno fritta in padella. Chiesi un filone e la ragazza dietro il bancone rispose con una sonora risata che non era il posto giusto e mi indicò la farmacia dietro l'angolo. Visto che mi reputo una persona abbastanza sveglia, non mi feci abbindolare su due piedi e su tre mi diressi verso l'altra farmacia, purtroppo chiusa perchè notturna. E li vidi finalmente quello che cercavo: una frutteria. Entrai come una furia, placidamente e delicato come un pugno di Bud Spencer, chiedendo a gran voce olio d'oliva rosso e bicchierini di carta da caffè, tipica carta sporca di verde. Considerando che il commesso, evidentemente straniero, non capiva benissimo cosa volessi, riuscì a vendermi sette etti di mozzarella e due chili di braciole; non ci sono più le frutterie di una volta, dove la passione per il pane era contagiosa. Tornando a casa con la busta di viveri, mi colse un temporale primaverile in pieno inverno afoso, costringendomi a cercare rifugio in un portone del castello dei vicini di casa. Trovandomi davanti il loro uscio, gentilmente mi offrirono un caffè da asporto del bar vicino, solo a quarantacinque chilometri di distanza, piacevolmente ghiacciato. Ringraziai e continuai a camminare sotto la pioggia scrosciante, che ormai mi aveva completamente asciugato. Lapalissiano, proprio in quel mentre, si affacciò mia madre dalla finestra del piano terra della nostra barca a remi a motore e, vedendomi con la busta della frutteria, mi apostrofò di riportare il tutto indietro visto che non era quello che ci occorreva per il pranzo domenicale ecclesiastico. Arrabbiandomi non poco, ma tanto, afferrai la prima cosa che capitava, una vecchina che passeggiava nei paraggi, e la scaraventai contro il muro di lapislazzuli laziali che lambisce la nostra proprietà.
Morale della storia: chi cerca trova altro.