Un racconto che si legge in un soffio, ma che personalmente mi ha lasciata con molte domande e perplessità. Innanzitutto devo confessare la mia frustrazione, perché non posso definirla altrimenti, dovuta al fatto che questo classico è apprezzato e lodato in ogni dove, ma a me non ha lasciato molto. A questo punto mi chiedo: cosa ci hanno trovato tanti che invece io non ho colto? Ma veniamo a qualche considerazione più specifica. Gregor Samsa si sveglia con l'intenzione di andare al lavoro come al solito, ma scopre di essersi trasformato in un insetto, in uno scarafaggio ripugnante. Il suo pensiero più urgente, però, non è chiedersi come sia potuto accadere, egli non sembra stupirsi, restare sconvolto dal suo aspetto: la sua priorità è dapprima andare al lavoro, poi non causare sconvolgimenti nei suoi familiari (inevitabili tra l'altro visto che la sua condizione è irreversibile) e impedire che il datore di lavoro vada via senza avergli parlato. Già questo getta sul racconto un'ombra di inverosimilianza. Pian piano, poi, veniamo a conoscenza delle reazioni della famiglia alla metamorfosi di Gregor: il padre sembra dimenticare che dietro quella bestia immonda c'è suo figlio, la madre è quasi sempre in uno stato catatonico e comunque non sembra avere alcun polso, la sorella dapprima si occupa di lui, ma col tempo la sua opinione cambia con le sue priorità. E' un racconto senza dubbio interessante, l'idea è geniale, ma non ho apprezzato il modo in cui Kafka l'ha finalizzata. Manca, a parer mio, molto sul piano dell'analisi dei sentimenti di Gregor; avrei ampliato il racconto con altri aneddoti e tentativi ulteriori di avvicinamento. Tuttavia non è stato così e a me il tutto sembra frettoloso, poco armonico, carente. Mi dispiace, ma non credo che lo rileggerò. Tutto sommato, però, non posso bocciarlo a priori: è pur sempre un classico apprezzato da molti, quindi questa resta solo la mia opinione isolata. E comunque non è che non mi sia piaciuto del tutto, eh! Sia chiaro: l'idea era buona.