Pensieri filosofici

malafi

Well-known member
sembra opinione comune
che sia il lavoro a renderci liberi

ed altrettanto a renderci schiavi

i due estremi stanno citati
nella nostra costituzione

e all'ingresso di auschwitz

:OO

Chiaro che senza lavoro e mezzi di sostentamento difficile potersi dire liberi.
Ma il lavoro è davvero uno dei più grossi vincoli (forse il più grosso, insieme agli affetti che però se sono vincoli sono sbagliati) che abbiamo.

Il lavoro mio (ma ancor di più di chi mi generato) mi permette di fare le cose che mi piace fare.
Il lavoro mio, però, è il più grosso vincolo che mi impedisce (o mi limita) nel fare le cose che mi piace fare.

Equilibrio sottile e delicatissimo: la vita è piena di compromessi. Meno ne facciamo e più siamo liberi. Ma nella libertà assoluta non credo.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Chiaro che senza lavoro e mezzi di sostentamento difficile potersi dire liberi.
Ma il lavoro è davvero uno dei più grossi vincoli (forse il più grosso, insieme agli affetti che però se sono vincoli sono sbagliati) che abbiamo...
Io credo invece che la palla al piede più pesante sia il denaro, senza il quale vivi male o sopravvivi. Quindi nella società di oggi senza denaro parti svantaggiato nella ricerca della felicità, la quale è fortemente legata al benessere.
 

SALLY

New member
C’è un altro pensiero che vorrei condividere con voi e che forse ha qualche punto di contatto con il concetto di felicità.

Mi piacerebbe discutere di libertà partendo dal Conte di Montecristo che, come tutti i buoni libri, non mi ha dato risposte, concedendomi invece qualche ulteriore interrogativo.

Ad un certo punto Edmond Dantes si trova nelle terribili segrete del castello di If, all'interno delle quali passerà l’intera giovinezza. E lì farà la conoscenza dell’abate Faria, una sorta di guida spirituale che gli indicherà una via di salvezza, non solo psicologica, ma anche materiale. Potremmo dire che lo renderà "libero".

Durante quegli anni di noia e privazione assoluta, Dantes in un certo senso diventa “sé stesso”, acquisendo conoscenze come mai prima di allora e come mai dopo.

All’interno del paradosso letterario, Edmond è molto più “libero” nel carcere che fuori e, d'altronde, c’è chi dice che Nelson Mandela abbia maturato sè stesso in prigione.

Sono partito dal paradosso, dall’estremo, nella speranza di andare a ritroso.

Quand’è che uno è veramente sé stesso, cioè “libero”? Cos’è la libertà? Quand’è che siamo liberi? Cosa ci priva della libertà?

Che interessanti esempi....ci suggeriscono che la libertà, come probabilmente la felicità non vanno cercate "fuori da noi", e che i condizionamenti esterni invece che avvicinarcele, le allontanano....forse....
 

maclaus

New member
Ho conosciuto uomini liberi rinchiusi tra quattro mura e uomini prigionieri di sè stessi all'aria aperta...:)
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
ho conosciuto uomini
che ritenevano libertà
poter scegliere
di chi o cosa
essere schiavi ...
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Leggendo lo Zahir di Coelho mi sono imbattuto in alcune pagine che descrivevano i famosi esperimenti sociali degli anni '60. Esperimenti di pseudo condizionamento mentale attraverso i quali si voleva capire il motivo di attrazione che le ideologie del passato avevano avuto sulle masse. Come si poteva spiegare che tante persone avessero ucciso milioni di individui solo perchè qualcuno più in alto glielo aveva ordinato?

Una persona seduta in una sala d'aspetto che vede del fumo entrare copioso dalla porta di ingresso, si comporterà come il resto degli individui. Fuggirà se gli altri fuggiranno oppure rimmarrà seduta se gli altri rimarrano seduti. Questo nell'80 e rotti per cento dei casi.

E' stato dimostrato che nella stragrande maggioranza dei casi le persone si conformano.

Famoso l'esperimento dei carcerieri e dei prigionieri, che è stato sospeso per la violenza che stava generando.

Voi come vi comportate nel vostro contesto e nella vostra società?

Cercate di essere sinceri, liberandovi da tentativi di fare i fighi. Non sentitevi in dovere di dire che pensate con la vostra testa, perchè anche questo sarebbe un uniformarsi al pensiero comune.

Cercate di scavare in profondità. Quanto siete condizionati dall'ambiente? E quanto siete consapevoli di essere condizionati?
 

malafi

Well-known member
Non amo particolarmente le cose non convenzionali, non amo le luci dei riflettori, non ho una grande faccia tosta, tendo a nascondermi nella massa.
Ergo sono sicuramente condizionato.

Questo lato del carattere era forte in gioventù, ovviamente molto più attenuato ora, dove la consapevolezza di sè viene in aiuto.
 

ila78

Well-known member
Menomale che c'è Ziggy che ci fa risorgere dagli abissi dell'ignoranza e della banalità! :mrgreen::mrgreen:

La risposta è: non lo so, ci devo pensare. :wink:
 

Tanny

Well-known member
Questo tuo ragionamento mi piace molto caro Ziggy, per me queste cose sono come la luce per la falena...

Nel mondo attuale colui che crede di non essere condizionato è a mio avviso un folle, io sono un elemento abbastanza atipico in quanto faccio parte della sparuta percentuale di persone che snobba gli organi di informazione, la TV in particolare, ma con ciò non posso affermare di non essere condizionato nelle mie scelte, per ogni cosa esistono dei condizionamenti che possono essere le più sofisticate tecniche di marketing per far acquistare un prodotto o il semplice passa parola fra amici, si da il caso che queste cose entrano nella testa come tanti ordini e noi mestamente e come degli automi obbediamo.

Nonostante queste cose, a cui noi più o meno consciamente siamo soggetti, io sono una di quelle persone che cerca di distinguersi ed emergere dalla massa, il mio non è un semplice tentativo di "fare il figo", ma qualcosa di più, è un pensiero che è parte di me da molto tempo.
I miei continui tentativi di emergere sono forse una conseguenza dei miei trascorsi, da giovane ero molto timido e per cercare di "essere figo" cercavo in modo molto goffo di adeguarmi ai modelli di comportamento delle persone più in vista, rendendomi ridicolo ed in alcuni casi passando anche qualche guaio.
Tutto ciò fino a che non ho capito (con molto ritardo) che per poter essere in vista non occorre cercare di assomigliare agli altri e che in realtà sono proprio le persone che cantano fuori dal coro quelle che riscuotono più successo.

Il problema comunque non è quello di pensare in modo differente, ma riuscire a far ragionare in quel modo altre persone e per farlo occorre riuscire a sgretolare alcuni preconcetti, qualche tentativo l'ho fatto, i risultati non sono sempre stati quelli sperati, ma quello che conta è continuare a provare senza mai demordere.
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Caro Zingaro,

"solo il tempo ti darà le ​risposte che stai cercando, e te le darà quando avrai dimenticato le domande."

Osho
 
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