L'uomo che scambiò sua moglie per un cappello
Ho finito la sezione "eccessi".
A differenza dei malati della sezione "perdite" i malati di questa parte del libro sentono la loro malattia come parte integrante della loro personalità, tanto che non si sanno ben identificare quando le medicine in qualche modo la placano.
Molto interessante il parallelo fra i due malati Jimmie del capitolo Il marinaio perduto e il signor Thompson del capitolo Una questione di identità.
Entrambi i pazienti soffrono di una devastante perdita di memoria a breve termine, ma mentre Jimmie ha congelato la propria esistenza ad un eterno 1945, senza poter del tutto evitare però momenti di tristezza, di disorientamento, quasi di consapevolezza di un'incompletezza in se stesso, il signor Thompson inventa continuamente storie di tutti i tipi, ri-inventando la realtà e se stesso.
Due situazioni apparentemente simili, ma due reazioni diverse, che sono solo un esempio dei tanti presenti nel libro di quanto è misteriosa e indefinibile la mente umana.
Ho notato un'altra cosa: Sacks ci tiene sempre, per ogni suo paziente a sottolineare che si tratta di persone di grande intelligenza, spesso anche di cultura, come a voler ribadire che le malattie mentali di cui tratta sono qualcosa che non ha niente a che vedere con una perdita di intelligenza o di capacità di comprendere concetti anche difficili.
Anzi spesso sono proprio l'intelligenza e le risorse mentali che permettono ai malati di compensare in qualche modo le menomazioni provocate dalla malattia.
Francesca
Ho finito la sezione "eccessi".
A differenza dei malati della sezione "perdite" i malati di questa parte del libro sentono la loro malattia come parte integrante della loro personalità, tanto che non si sanno ben identificare quando le medicine in qualche modo la placano.
Molto interessante il parallelo fra i due malati Jimmie del capitolo Il marinaio perduto e il signor Thompson del capitolo Una questione di identità.
Entrambi i pazienti soffrono di una devastante perdita di memoria a breve termine, ma mentre Jimmie ha congelato la propria esistenza ad un eterno 1945, senza poter del tutto evitare però momenti di tristezza, di disorientamento, quasi di consapevolezza di un'incompletezza in se stesso, il signor Thompson inventa continuamente storie di tutti i tipi, ri-inventando la realtà e se stesso.
Due situazioni apparentemente simili, ma due reazioni diverse, che sono solo un esempio dei tanti presenti nel libro di quanto è misteriosa e indefinibile la mente umana.
Ho notato un'altra cosa: Sacks ci tiene sempre, per ogni suo paziente a sottolineare che si tratta di persone di grande intelligenza, spesso anche di cultura, come a voler ribadire che le malattie mentali di cui tratta sono qualcosa che non ha niente a che vedere con una perdita di intelligenza o di capacità di comprendere concetti anche difficili.
Anzi spesso sono proprio l'intelligenza e le risorse mentali che permettono ai malati di compensare in qualche modo le menomazioni provocate dalla malattia.
Francesca