Pag 276 - inizio parte settima
Comincia a coinvolgermi
. Zivago è tornato a casa e si accinge a partire con la famiglia, caduta in miseria dopo la guerra, verso gli Urali. E' contrario perché non sa cosa lo aspetta lì, e mi sa che ha ragione. Il racconto della rivoluzione e dei primi effetti dell'insediamento improvviso della dittatura del proletariato è interessante e appassionante. Dice Zivago:
"Ma qual è la cosa più geniale? Se qualcuno avesse ricevuto il compito di creare un mondo nuovo, di cominciare una nuova numerazione degli anni, prima di tutto avrebbe avuto bisogno di creare uno spazio pulito. Avrebbe atteso che i vecchi secoli terminassero, prima di accingersi alla costruzione dei nuovi, avrebbe avuto bisogno di una cifra tonda, di una riga rossa, di una pagina vergine. E invece, ecco, guardate! Questa cosa mai accaduta, questo prodigio della storia, questa rivoluzione si manifesta, nel fitto stesso della quotidianità che continua, senza alcun riguardo ad essa. Non è cominciata dal principio, ma dalla metà, senza una data scelta in anticipo, il primo giorno che capita, in mezzo ai tram che scorrazzano per la città. Qui è la maggior genialità. Così inopportuno e insieme tempestivo può essere solo ciò che è grande"
Purtroppo sappiamo tutti come andò a finire, però bisogna osservare che erano ancora tempi in cui gli uomini avevano degli ideali.
Poi ci riporta alla realtà l'assemblea di "condominio" a cui Zivago assiste per caso, in quanto deve curare una donna malata; in questo capitolo si incontrano vecchie conoscenze ...i personaggi tornano sempre e i loro cambiamenti vengono rappresentati con efficacia, compreso quello dell'amico Gordon.
Nef, non so dove tu sia arrivata ma andando avanti è un'altra cosa, poi non so cosa mi aspetti adesso...