C è anche da dire che non è un autore tra i più conosciuti. Veramente interessante, ci hai fatto scoprire un personaggio notevole.
Se non ho capito male fu dissidente di Batista e, in quanto omosessuale, incarcerato poi da Castro.
Morto suicida nel 1990.
Scrivici quello che sai, Coco. Le notizie in rete sono molto scarse. Potremmo lanciare una data per il minigruppo.
Non posso, amico mio. Arenas è la sua opera e il suo lavoro, la sua lotta è lui, Reinaldo Arenas. Non esagero dicendovi che davvero questa specie di autobiografia mi ha lasciato schifato. Per Castro, per come sono stati costretti a vivere coloro che non volevano sottostare alla più lunga e feroce e tremenda dittatura che un (bellissimo) paese ha dovuto soffrire.
C'è poesia e letteratura solo quando il piccolo Arenas era un bambino. Poi la storia cambia. E come avrebbe potuto essere altrimenti? Un omosessuale, scrittore, che denuncia talmente dettagliatamente le disgustose condizioni con cui il popolo viveva, colpevole solo di voler condurre una vita normale, non trovava posto tra le verdi palme della più grande isola delle Antille.
In quest'opera c'è Cuba e L'Avana, ci sono entrambe in lungo e in largo e ci sono le "checche", l'omosessualità che il machismo latino non ha forse mai accettato, ma c'è anche poesia, che a parte l'inizio, come dicevo, ogni tanto spunta fuori qua e là, a dir la verità. Ci sono le fughe obbligatorie, il carcere, duro, inimmaginabile, in cui Arenas è stato rinchiuso, che quando ne leggi devi fermarti ogni tanto per riflettere e chiederti, durante la sua prigionia
se questo è un uomo .
C'è la politica castrista e c'è la pazzia. Ma alla fine c'è questo libro che come molti descrive condizioni di vita che l'uomo ha dovuto subire e quindi viene da chiedersi che cosa può avere di diverso da tutti gli altri libri sull'olocausto? Come può essere migliore di quelli di Levi e di tanti altri?
Non lo è, probabilmente. Ma è tanto, tanto sofferto, intriso di sangue e merda, è un libro vomitato perché tenuto nello stomaco per molto, troppo tempo; perché tutt'ora non si potrebbe scrivere se non fuori dall'isola, perché dall'isola è uscito nascosto nel buco del culo di un altra checca che ha avuto più coglioni di qualunque macho controrivoluzionario.
Tutto quello che Arenas ha messo nero su bianco l'ha vissuto. Tutto quello che ci ha raccontato è vero. Compresa la lettera d'addio alla fine della sua opera e l'estremo gesto. Arenas ha mantenuto la triste "promessa".
Ho scoperto Reinaldo Arenas a Cuba più di dieci anni fa. Dalla gente che è stata in prigione per aver guidato una vacca fino alle rotaie perché il treno l'ammazzasse. Per mangiare carne che non fosse di maiale. Per venderne un po', perché ciò che gli veniva dato con la
libreta (eh, il comunismo...) non bastava a sfamare la propria famiglia. Le vacche non si possono ammazzare, ma se vanno sotto un treno non è colpa di nessuno, no? Vendere
carne de vaca però costa anche dodici anni di quel carcere in cui Reinaldo Arenas è stato ospite. Allora volevo capire, approfondire.
Volevo sapere come ha fatto Castro, se ha fatto un patto con il diavolo o cosa... Si, perché Reinaldo Arenas non si è suicidato. L'ha ammazzato Castro. E come lui molti altri.