Parte Quinta, IV.
Perchè la confessione è necessaria e così impossibile da allontanare? Perchè Raskol'nikov non è più capace di sopportare i tormenti che lo divorano e dichiarare la propria colpa immagina sia l'unico modo rimastogli per salvarsi (Se salvarsi è più possibile..). Più avanti, nel Capitolo, Raskol'nikov parlerà di un macigno necessario da scaricare, causa della sua visita a Sonia con l'intento di ammettersi colpevole. Ammissione di colpevolezza che arriva, ma non come Raskol'nikov se la immagina.. In realtà, nemmeno io me la immaginavo così: Giunge silenziosa, quasi naturalmente, senza nessun tipo di colpo di scena o di monologo esistenziale, con un Raskol'nikov in palese difficoltà e imbarazzo.. Strana scelta questa di Dostoevskij, ma che precede una spiegazione dell'assassinio introspettiva strepitosa. E' certo non abbia ucciso per rubare o, almeno, non solo per quello, perchè "Se avessi assassinato solo perchè ero affamato, in tal caso io adessso... sarei felice!". Poi, Raskol'nikov tira in ballo Napoleone, tira in ballo ancora la tesi della libertà totale da parte degli uomini non comuni (Si veda Parte Terza, Capitolo V.) nel compiere le proprie azioni e si paragona proprio al Condottiero o ad un altro qualsiasi di questi uomini nelle motivazioni che lo hanno spinto ad uccidere la vecchiaccia. Purtroppo, però, Raskol'nikov temeva che uccidere una vecchietta non fosse abbastanza monumentale come le imprese alle quali son stati chiamati i grandi della storia e che la ridicola portata dell'impresa, magari, avrebbe addirittura urtato la loro autostima.. Solo dopo infinite riflessioni giunge a comprendere come questi uomini non avrebbero nemmeno mai pensato l'impresa potesse non essere monumentale e che ancor più assurdo sarebbe stato si fossero sentiti urtati. Decide di emulare le gesta di Napoleone il buon Raskol'nikov, vuole dimostrare a se stesso e agli altri di essere un uomo non comune. E' questa la ragione? Il mistero è sciolto? Poi, si giunge, per quanto mi riguarda, alla vera confessione. Subito, a sorprendere, Raskol'nikov si mostra consapevole dell'influenza della propria malattia sul proprio agire ("Tutto questo è un'altra cosa; tu dici giusto. Qui ci sono cause affatto, affatto, affatto diverse!... Io da molto tempo non parlavo con nessuno, Sonia..."): E' una presa di coscienza importante. Ciò che in lui si muoveva nel periodo di incubazione del dolore e delle sue conseguenti azioni era pazzia? O era un semplic disagio di tipo depressivo o, comunque, nulla a che vedere con la pazzia? Rimane la voce di Raskol'nikov, lì, a spiegarci come il denaro sarebbe anche potuto bastare, all'Università si sarebbe potuto continuare ad andarci, a lavorare si sarebbe trovato il modo.. Ma lui non voleva. Non voleva perchè esasperato ed esasperato si è chiuso nel suo canile, dove la sua psiche è peggiorata di giorno in giorno. Ma cosa lo aveva esasperato? Cosa lo aveva costretto ad una tale miseria? Che non venga prima il canile e, poi, l'esasperazione? L'ambiente.. Fatto stà, Raskol'nikov ha ucciso solo perchè voleva osare: Voleva osare come un Napoleone e ha ucciso. Ha ucciso per se stesso e per null'altro, ottenendo solo di uccidere se stesso, perchè la vecchiuccia è stata uccisa dal Demonio.. Il vero assassinato da Raskol'nikov è Raskol'nikov stesso.
In chiusura, un'apertura ad un possibile riscatto di Raskol'nikov da parte di Sonia (Sonia capace di strappare un po' di amore, nascosto chissà dove, dall'animo di Raskol'nikov. Ne discutevamo, sopra.. Allora, l'amore può essere una consolazione, può aiutare.. La vicinanza di una persona cara, disposta a rimanerci accanto e ad aiutarci con tutta se stessa, in ogni difficoltà e in ogni circostanza, a prescindere da tutto, può salvare dal peggiore dei mali. Questa la conclusione di tale storia.. Questa è la conclusione alla quale ero già pervenuto nella mia vita e, forse, sarà stato per questo ho deciso di leggere il tutto in questa chiave!): "Accettare la sofferenza e con essa riscattarsi, ecco quel che bisogna.".