206º MG - Prima che sia notte di Reinaldo Arenas

ayuthaya

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Ho appena iniziato il capitolo "La mia generazione", pag. 108.
Mi spiace non tenere il tuo ritmo ma 'sti cavolo di farmaci mi ammazzano. Più che i postumi dell'intervento stesso.

Ad ogni modo, leggendo le prime righe del capitolo sunnominato mi è venuto in mente il perché del titolo. Non so se lo conosci già. "Prima che sia notte" è così intitolato perché per la maggior parte del tempo, essendo un'opera vietata dal regime per ovvi motivi, il nostro scriveva in mezzo ai boschi o in posti dove la luce non era delle migliori. Perciò doveva terminare quello che aveva in mente prima che facesse buio. Prima che fosse notte, appunto. Altrimenti non ci vedeva più!

Oggi mi sforzerò di raggiungerti, se sei ancora a pag. 130...

:wink:

Non ti devi giustificare, è solo che non riuscivo a capire dove fossi arrivato esattamente! Comunque mi hai quasi raggiunto!
Sul significato del titolo l'aveva spiegato lui stesso mi sembra nell'introduzione, facendo fra l'altro un bellissimo (diciamo così!) parallelo: come doveva affrettarsi da giovane a scrivere prima che facesse notte, così deve fare adesso, nel momento in cui scrive la sua autobiografia, prima che giunga la "notte" della sua vita, cioè la morte...
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Riflessioni fino al cap. "Il caso Padilla"

POSSIBILI SPOILER (non so dove sei arrivata)

Io sono a metà libro, più o meno, e il contenuto finalmente si avvicina a ciò che più mi aspettavo e che speravo.
Vorrei elencare dei passaggi che mi sono piaciuti, dei capitoli che almeno non sono conditi con stomachevoli aneddoti, per quanto mi riguarda.
Se ben ricordo, anni dopo l'avvento di Castro molti sono riusciti (o gli è stato permesso) di lasciare l'isola.
Diventa quindi interessante per il lettore il comportamento di Fidel: hai letto la storia dei pescatori scomparsi? Non vorrei spoilerare...

Nel capitolo "Olga Andreu" poi, personaggio interessantissimo, mi ricorda una specie una specie di Gertrude Stein con un coraggio inimmaginabile per quegli anni, si potevano ancora leggere le opere dei cosiddetti intellettuali dell'epoca e fare letteratura. Perché la letteratura, per questa coraggiosa donna era sacra. Purtroppo, come molti personaggi dell'epoca, fece una brutta fine e si gettò dal balcone suicidandosi.
Sembra che spesso personaggi rilevanti nella cultura di Cuba non siano sopravvissuti. Io mi chiedo quanto davvero sappiamo di ciò che hanno dovuto sopportare e sebbene oggi abbiamo autobiografie di denuncia, temo che non sia mai abbastanza quello che veniamo a sapere.

C'è un paragrafo bellissimo in quel capitolo che dice: Il mondo di Olga Andreu, negli ultimi anni della sua vita, fu un mondo popolato dai fantasmi delle persone amate, scomparse tragicamente. La sua morte è stata forse un atto vitale; ci sono momenti in cui ostinarsi a vivere è degradarsi, compromettersi, morire di noia. In quella regione senza tempo, dove la Sicurezza non avrebbe potuto incasellarla, Olga ha voluto entrare con tutta la sua giovialità e la sua dignità, intatte.
È davvero allarmante che un essere umano arrivi a questo!

In queste pagine di denuncia si legge come si viveva a Cuba e come si vive ancora oggi, sotto la tirannia di Castro.
La “colpa” di essere omosessuali e di avere un cervello capace di pensare per conto proprio era una minaccia per il regime. Inizialmente la rivoluzione, uccidere e combattere, scacciare il nemico doveva essere l'unica strada violenta da percorrere e poi sarebbe finita lì. Una violenza quasi obbligatoria, necessaria per liberare la popolazione da un dittatore, guidati da un rivoluzionario che chi mai immaginava si sarebbe sostituito a Batista?

Tempo fa ho letto un articolo che parlava appunto del regime che regnava a Cuba, non ricordo bene tutto ma questo lo ricordo: Il pericolo di questo tipo di discorsi è di cadere sul dibattito politico, dove ognuno si schiera secondo la propria ideologia e alla fine non si fa mai nulla di concreto.
Se si riesce a rimanere sui fatti senza andare sulla politica, allora si può parlare di dittatura. Un dittatore è un dittatore. Non esistono dittatori di destra o dittatori di sinistra.

Spero tu abbia letto il capitolo "Il caso Padilla" perché ci sono dei pezzi davvero interessanti.
Fammi sapere.
 

ayuthaya

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Non preoccuparti di eventuali spoiler: io sono circa a pagina 230... non so quanto tu sappia della vita di Arenas, ma mi sa che i grossi spoiler ce li ho io... :OO
Purtroppo, come ti dicevo, sono costretta a restituire il libro in biblioteca perchè mi è scaduto il prestito e l'avevo già rinnovato, e non mi manca così poco da rischiare di tenerlo finchè non lo finisco! Comunque nella peggiore delle ipotesi lo riporto lunedì e lo riprendo dopo qualche giorno!
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Non preoccuparti di eventuali spoiler: io sono circa a pagina 230... non so quanto tu sappia della vita di Arenas, ma mi sa che i grossi spoiler ce li ho io... :OO
Purtroppo, come ti dicevo, sono costretta a restituire il libro in biblioteca perchè mi è scaduto il prestito e l'avevo già rinnovato, e non mi manca così poco da rischiare di tenerlo finchè non lo finisco! Comunque nella peggiore delle ipotesi lo riporto lunedì e lo riprendo dopo qualche giorno!
Si, infatti mi pareva che dovessi restituirlo il 3 novembre. :ad:
Lo cerco in pdf, non so se tu leggi anche così. E non so se sia reperibile...:W
 

c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Solo una domanda. Sembra banale ma la faccio ugualmente.
Perche secondo te Castro non lasciava uscire dal paese i cubani? Perché i dittatori ti tengono prigioniero e non ti permettono di andartene?
A Cuba molti se ne sono andati in Florida con barche e zattere e mezzi di fortuna (uno si è chiuso in una grande valigia, ho letto molto tempo fa, e in qualche modo è riuscito a salire in aereo ma è arrivato morto...). Certi riescono a toccare terra in America, altri muoiono e altri ancora vengono presi e in alcuni casi, in passato, fucilati.

Perché non lasciare la gente uscire dal paese? Domanda scema? Rispondimi ugualmente, per piacere.
 

ayuthaya

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Solo una domanda. Sembra banale ma la faccio ugualmente.
Perche secondo te Castro non lasciava uscire dal paese i cubani? Perché i dittatori ti tengono prigioniero e non ti permettono di andartene?
A Cuba molti se ne sono andati in Florida con barche e zattere e mezzi di fortuna (uno si è chiuso in una grande valigia, ho letto molto tempo fa, e in qualche modo è riuscito a salire in aereo ma è arrivato morto...). Certi riescono a toccare terra in America, altri muoiono e altri ancora vengono presi e in alcuni casi, in passato, fucilati.

Perché non lasciare la gente uscire dal paese? Domanda scema? Rispondimi ugualmente, per piacere.

Lo faccio fra mezz'ora! ;)
 

ayuthaya

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Devo rimandare ancora una volta, ahimè! Ma intanto ti dico che ho finito oggi e che in linea di massima mi è piaciuto, anche se la modalità di lettura al rallenty (NON per colpa tua!!!) non mi è affatto congeniale...
A presto per i commenti...
 
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ayuthaya

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Solo una domanda. Sembra banale ma la faccio ugualmente.
Perche secondo te Castro non lasciava uscire dal paese i cubani? Perché i dittatori ti tengono prigioniero e non ti permettono di andartene?
A Cuba molti se ne sono andati in Florida con barche e zattere e mezzi di fortuna (uno si è chiuso in una grande valigia, ho letto molto tempo fa, e in qualche modo è riuscito a salire in aereo ma è arrivato morto...). Certi riescono a toccare terra in America, altri muoiono e altri ancora vengono presi e in alcuni casi, in passato, fucilati.

Perché non lasciare la gente uscire dal paese? Domanda scema? Rispondimi ugualmente, per piacere.

Intanto ti rispondo a questa! Anche a me sembrava una domanda banale ma me la sono fatta anch'io e la risposta mi è arrivata dallo stesso Arenas (magari nel frattempo ci sei arrivato anche tu!)... Comunque il problema è che facendo uscire i dissidenti contro il regime, Castro rischiava di farsi "sputtanare" (passami il termine) davanti al resto del mondo! Fin quando gli scrittori e gli oppositori politici fossero restati a Cuba, in genere li si poteva controllare, reprimere, punire, evitando che "parlassero" troppo... ma una volta usciti chi poteva bloccarli più? Avrebbero dato libero sfogo a quello che pensavano sulla dittatura, avrebbero rivelato le repressioni, gli abusi di potere, le violenze di ogni genere... e a quanto pare Castro (come tutti i dittatori) ci teneva molto che "fuori" l'immagine del regime fosse assolutamente "positiva"! Infatti quando decide di allentare un po' le catene lo fa facendo uscire non i dissidenti ma la "feccia" che non avrebbe rischiato di comprometterlo.
Comunque anche una volta fuori le cose non sono state così semplici per il nostro Arenas e questo devo dire che mi ha sorpreso molto, non credevo di leggere quelle pagine (fra l'altro le ultime sono molto belle)... Ma magari nel frattempo hai finito anche tu... complimenti, hai fatto un grandissimo recupero!!!!
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Solo una domanda. Sembra banale ma la faccio ugualmente.
Perche secondo te Castro non lasciava uscire dal paese i cubani? Perché i dittatori ti tengono prigioniero e non ti permettono di andartene?
A Cuba molti se ne sono andati in Florida con barche e zattere e mezzi di fortuna (uno si è chiuso in una grande valigia, ho letto molto tempo fa, e in qualche modo è riuscito a salire in aereo ma è arrivato morto...). Certi riescono a toccare terra in America, altri muoiono e altri ancora vengono presi e in alcuni casi, in passato, fucilati.

Perché non lasciare la gente uscire dal paese? Domanda scema? Rispondimi ugualmente, per piacere.

Mi intrometto.

I cubani, oggi, possono uscire dal loro paese, anche se pare che le peripezie burocratiche siano talmente complesse da disencentivare chiunque.

Perché, fino a ieri, non erano liberi di uscire? Cercherò di rispondere al di là delle retoriche ideologiche. Detto per inciso personalmente non sono di sinistra e non sono di destra.

Diciamo che ho abbandonato la febbre dell’ideologia da molto tempo, da quando mi sono reso conto che quel calore offusca l’obiettività.

Parere mio: considerando il passato, bisogna andare oltre queste diatribe dicotomiche. C’è del giusto e dello sbagliato in ogni cosa e non bisogna pensare che una serie di norme precostituite possa sciogliere i nodi complessissimi del mondo. A seguire le religioni, i dogmi, le ricette pronte per ogni contesto, si finisce male, malissimo, la storia lo insegna. Discorso complesso, che non è il caso di affrontare ora, altrimenti diventiamo matti e prolissi.

Tornando a bomba: i cubani non potevano uscire dal loro paese, semplicemente perché Castro temeva fughe in massa di “cervelli”. Molti tra i migliori medici, ad esempio, sono cubani e altrove verrebbero pagati fior di quattrini.

Non so se avete seguito, anni fa, la polemica di alcuni atleti cubani, in particolare dei pallavolisti. A pallavolo, Cuba, era tra le nazioni più forti al mondo. Credo lo sia ancora oggi. Eppure i fortissimi sportivi percepivano lo stesso stipendio dell’ultimo operaio addetto al confezionamento dei sigari. Di certo, se la pallavolista cubana avesse potuto decidere se espatriare in occidente, lo avrebbe fatto. In quello stesso occidente dove, tanto per dire, Cristiano Ronaldo, per dare calci a un pallone guadagna una roba tipo 50 milioni di euro l’anno (comprese le entrate in pubblicità ecc.).

A Cuba ci sono ottimi ricercatori, scienziati, medici e professionisti di ogni settore, perché la scuola funziona e funziona molto bene. Tutti loro sono pagati malissimo, perché lo stato completamente assistenzialista non tollera diseguaglianze economiche. Di certo, per dirne una, quelle persone sarebbero tentate di far fortuna negli Stati Uniti.

Negli Stati Uniti per pagarti un’università buona devi cavarti un occhio dalla faccia, dopo di che puoi andare a lavorare dove vuoi. A Cuba non devi pagare nulla e le università sono tra le migliori al mondo, ma poi, visto che lo stato ha pagato e investito su dite, ti viene proibito portare la tua conoscenza fuori.

Se fosse stato concesso agli intellettuali cubani farsi una vita altrove, la nazione si sarebbe svuotata della classe dirigente necessaria. E per seconda conseguenza, per recuperarla, avrebbe dovuto (ri)adattarsi all’economia di mercato globale abbandonando i propri principi.

Ps siccome Malafi in privato mi ha scritto che "Mastella mi fa una pippa" (me ne hanno dette di tutti i colori, ma faccia di Mastella ancora no) mi tocca chiarire di non essere nemmeno democristiano. ..ohibo'.

Sono un sincretico post ideologico (tie' Mal, ciucciati questa)
 
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c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Concordo in pieno, Zingaro. Questa cosa mi ha sempre toccato e ho tanto chiesto quando ci sono stato che questa che hai ben spiegato è la ragione principale.
Pensa che le pallavoliste o qualsiasi atleta o squadra, quando sono all'estero per le gare, vengono scortate per paura che fuggano. Li portano, li fanno gareggiare e li riportano a casa. Hanno pure il coprifuoco!
Questo include, come hai detto medici, ricercatori, soprattutto, che quando escono dal paese per qualche motivo inerente la loro professione non possono nemmeno quasi visitare il paese che li ospita se non con visite organizzate.
Un neolaureato, oggi, per due anni deve svolgere una sorta di servizio sociale, sottopagato ovviamente, e se si rifiuta gli tolgono il titolo.

La situazione è ancora disperata. Ci sono degli episodi nell'autobiografia di Arenas a dir poco grotteschi e incredibili! Ma dubito che ora le cose andrebbero diversamente se qualche (chiamiamolo comunque) controrivoluzionario e dissidente del regime si comportasse come allora. Il capitolo "Nelson Rodriguez" racconta un episodio sconcertante. Chissà che succederà con la dipartita dei Castro. Mica potranno vivere per sempre, no?
Sono oltremodo curioso in quanto saremo testimoni del cambiamento, molto probabilmente.
 
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c0c0timb0

Pensatore silenzioso 😂
Hai voglia di scrivere qualche riga su ciò che hai letto da metà libro in poi, fino alla fine? Ho terminato anche io. Ma le tue recensioni sono migliori.
Commenterò dopo di te, così paragoniamo le nostre impressioni. Per quanto mi riguarda (è un'autobiografia, lo so) certi aspetti del libro non mi hanno entusiasmato. E sai già a cosa mi riferisco: al "condimento" :sbav:.

PS: dopo questa rilettura (l'avevo letto più di dieci anni fa e non ricordavo i martellanti (e per me fastidiosi) riferimenti di cui sai intraprenderò un'altra rilettura :MM: Moïra di Julien Green che mi piacerebbe tanto leggere, oltre che con l'amico Zingaro, con maclaus e hot, per diversi motivi. È un libro in cui la religione la fa da padrona. Ma a modo tutto suo, da scoprire veramente! Infatti J. Green è probabilmente il romanziere più cattolico in assoluto, come indica il risvolto di copertina.
 

ayuthaya

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Mi farebbe molto piacere, ma a parte il periodo particolarmente fitto di impegni (ho appena chiuso col secondo concorso, fra cinque giorni dovrei iniziare a lavorare e ho MILIARDI di cose da fare... :paura: :W) è un po' che non riesco più a scrivere commenti in modo decente e con tutte queste aspettative mi viene pure l'ansia da prestazione!!! scherzi a parte, due righe le metterò giù (quando??? :boh:) ma purtroppo non ti aspettare più di tanto perchè davvero non ho un briciolo di ispirazione e quando sono così preferisco non scrivere nulla... :boh:
Per cui tu intanto puoi scrivere tranquillamente tutto quello che ti passa per la testa! :YY
 
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