cattoman: non c’è storia. a meno che non l’abbia scritto io stesso (ammetto che quella splendida metaforica parodia non mi è spiritualmente del tutto estranea), l’autore non può essere che Mac. un grande e indignatissimo Mac!
oltre alle questioni di religione, della quale emergono conoscenze non banali -combattuto lui tra la tradizione e il moderno-, gioca anche una certa ambientazione dal sapore del folclore del meridione. in cui Mac vive.
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dr ged: ci vedo la rivincita dell’emarginato, colui che costretto a regole che gli stanno strette si prende la soddisfazione di quella che è comunque una rivincita personale: direi Tanny, anche per quel certo gusto di teatralità.
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fuori, il mondo dei folli: non so perché, ma una sensazione molto velata mi fa pensare a Francesca. non tanto per cadere in quello che potrebbe comunque essere un tranello di raccontarsi al femminile, ma per la pacatezza e la delicatezza che mi fanno tanto percepire una bravissima e dolcissima mamma. condite da una grande sensibilità.
inoltre lo confesso, e probabilmente avrò preso un granchio, ma alcuni dei nomi riguardanti questo racconto li ho trovati in internet accomunati in un sito di uno sport famoso…
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i roccetti: nessuno mi convincerà che svariati termini espressivi tradiscono l’origine tosco-emiliana dell’autore. non ricordo bene dove vivano Zingaro e Mal, ma chissà, forse uno dei due… e ritengo un indizio anche l’aver nominato Ilaria uno dei personaggi.
propenderei per Zingaro per la trama ben costruita: mi pare che lui in un post avesse accennato alla sua partecipazione a corsi di scrittura creativa.
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toni, el mat: sebbene Zingaro abbia mostrato facilità e competenza nel raccontare di cose tipo campi di concentramento, non gli attribuisco tuttavia quella facciata splatter che qui e là in questo racconto affiora. purtroppo non conosco ancora bene Marzati, ma qualcosa mi dice che questa storia, prova anche di una grande sensibilità come di fresca preparazione culturale, potrebbe rivelarci un nuovo talento.
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un nuovo lavoro: ho fresco il ricordo del post in cui un iscritto affermava che il vero matto si esprimerebbe con una serie di frasi accatastate, senza interruzioni logiche, senza freni sintattici e via dicendo…
che fosse l’autore di questo racconto che già era a buon punto nella stesura, o che da lì ha poi preso spunto per scriverlo? (e se si trattasse di me, con la mia passione per le punteggiature anarcoidi?).
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il demiurgo: ci vedo tanto Tanny, con quel suo rapportarsi con un mondo sempre problematico da mettere in ordine, con competente procedere sì, ma intimamente reputandolo al contempo irrazionale ed incomprensibile nelle sue manifestazioni illogiche.
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:MUCCA
ps.): OVVIAMENTE I PIU' VIVI COMPLIMENTI A TUTTI.
BRAVI VERAMENTE !!!