Allora vediamo se molto brevemente* spiego il mio toto-autore con commento connesso...
Cattoman (Malafi?) Mi è piaciuto molto il dinamismo di questo racconto (per nulla banale, anche nei contenuti), ho sorriso io che sono cattolica, magari non proprio cattowoman ma ci siamo vicini , e il finale mi ha divertito: apprezzo sempre l'ironia, e in questo concorso è stato l'unico racconto a proporcela pienamente. Se non è maclaus (possibilissimo, vista la sua autoironia in campo "religioso" e la sua intelligenza), allora è malafi - come credo - che già ha dato prova nel Giornalino della sua "verve" umoristica...
Dr .Ged (Hot?) Lo stile e il contenuto mi hanno fatto pensare subito a Hot. Il racconto è scritto benissimo, con grande appropriatezza di linguaggio, scandito molto bene in modo tale da far crescere la suspance paragrafo dopo paragrafo... Il finale, poi, che come dice lui stesso, è una sorta di "rivincita dell'emarginato", è insieme ironico, cinico, shoccante (bello quell'insistere sulla copertina da "vecchietto", che vola via come i vestiti civili di Superman in procinto di trasformarsi). Chi altro potrebbe averlo scritto se non Hot? Come "costruzione" è quello che mi è piaciuto di più.
Menocchio (Marzati?) Questo racconto punta il dito sulla follia dei "non folli" e la "non follia" dei folli... Mi è piaciuto il modo di interpellare direttamente il lettore, di interrogarlo, di costringerlo a "guardare" ciò che non vorrebbe. Un piccolo particolare mi fa pensare che potrebbe essere il nostro giovane scrittore Marzati.
Mister Pink (Francesca?) Questa era una vera "storia del terrore", con i due vecchietti apparentemente innocui che potrebbero celare così la propria follia... o ancora peggio i loro poteri di magia nera! aura: Ma la follia è davvero la loro o quella di chi alla fine si è fatto sopraffare dalla paura e non ha avuto il coraggio di rompere le distanze? Una storia insieme inquietante e delicata, scritta secondo me da una persona che sa scrivere... Provo a dire francesca: non conosco il suo stile, ma so che è tanto che partecipa a concorsi, quindi deve essere "navigata"...
Madwriter (Zingaro?) Se questo racconto - "freddo", spietato, singhiozzato - non l'ha scritto Zingaro, invito tutti a casa mia per un caffè! Per il carattere delirante ci vedrei bene anche Hot, ma lo stile è di Ziggy. Qui la follia non è solo del protagonista della storia, ma direi dell'autore stesso, che ha immaginato questo scenario apocalittico e inquietante, in cui i più grandi disastri "naturali" (?) dipendono dal capriccio di un uomo/dio senza scrupoli. Anche qui la suspance cresce parola dopo parola, il finale meno banale di quanto non si sarebbe portati a credere: "delete" non vuol dire distruzione di massa (come lo scoppio di una bomba) ma annullamento puro.
Lilly (Maclaus?) Ammetto di avere una certa antipatia per le storie "strappalacrime" o dal finale eccessivamente commovente... Ma questa storia mi è piaciuta tantissimo, di una sensibilità veramente elevata. Bella la trovata di "spezzare" il racconto in due parti, le due facce della medaglia: il mondo che "giudica" normalmente si ferma a quello che è accaduto "nel canile", si accontenta delle etichette, delle spiegazioni facili. Per comprendere davvero bisogna andare oltre, oltre la "follia" presunta. Il racconto mi ha commosso ma questa volta ci stava tutto... Potrebbe essere maclaus, di cui conosciamo la sensibilità? Per non scombinare il toto-autore dico di sì, se invece è stato lui a scrivere Cattoman rimarrebbe malafi, o forse anche Marzati, chissà... :?
Dottor Jeckill (Tanny?) Tipica storia alla Shutter Island... Ammetto di non esserci arrivata subito e quando, pian piano, sono venuti fuori i vari "indizi" ho iniziato a sorridere perchè in questi casi fa piacere essere stati "gabbati"... l'inganno mi ha fatto sentire partecipe, è come se dal dottor Jeckill un po' di follia fosse passata a me.... Mi ha fatto riflettere il fatto che queste forme di autoinganno spesso sono una sorta di consolazione, di panacea per alleviare la solitudine, la forzata immobilità. Lo stile "tutto d'un fiato" (lunghissimi periodi, interruzioni minime) e l'espediente finale mi fanno dire con una certa sicurezza che potrebbe essere opera di Tanny.
Quanto al mio preferito... giuro che non saprei. Ci devo pensare.
* vedo che ho rispettato le mie previsioni!!!!
Cattoman (Malafi?) Mi è piaciuto molto il dinamismo di questo racconto (per nulla banale, anche nei contenuti), ho sorriso io che sono cattolica, magari non proprio cattowoman ma ci siamo vicini , e il finale mi ha divertito: apprezzo sempre l'ironia, e in questo concorso è stato l'unico racconto a proporcela pienamente. Se non è maclaus (possibilissimo, vista la sua autoironia in campo "religioso" e la sua intelligenza), allora è malafi - come credo - che già ha dato prova nel Giornalino della sua "verve" umoristica...
Dr .Ged (Hot?) Lo stile e il contenuto mi hanno fatto pensare subito a Hot. Il racconto è scritto benissimo, con grande appropriatezza di linguaggio, scandito molto bene in modo tale da far crescere la suspance paragrafo dopo paragrafo... Il finale, poi, che come dice lui stesso, è una sorta di "rivincita dell'emarginato", è insieme ironico, cinico, shoccante (bello quell'insistere sulla copertina da "vecchietto", che vola via come i vestiti civili di Superman in procinto di trasformarsi). Chi altro potrebbe averlo scritto se non Hot? Come "costruzione" è quello che mi è piaciuto di più.
Menocchio (Marzati?) Questo racconto punta il dito sulla follia dei "non folli" e la "non follia" dei folli... Mi è piaciuto il modo di interpellare direttamente il lettore, di interrogarlo, di costringerlo a "guardare" ciò che non vorrebbe. Un piccolo particolare mi fa pensare che potrebbe essere il nostro giovane scrittore Marzati.
Mister Pink (Francesca?) Questa era una vera "storia del terrore", con i due vecchietti apparentemente innocui che potrebbero celare così la propria follia... o ancora peggio i loro poteri di magia nera! aura: Ma la follia è davvero la loro o quella di chi alla fine si è fatto sopraffare dalla paura e non ha avuto il coraggio di rompere le distanze? Una storia insieme inquietante e delicata, scritta secondo me da una persona che sa scrivere... Provo a dire francesca: non conosco il suo stile, ma so che è tanto che partecipa a concorsi, quindi deve essere "navigata"...
Madwriter (Zingaro?) Se questo racconto - "freddo", spietato, singhiozzato - non l'ha scritto Zingaro, invito tutti a casa mia per un caffè! Per il carattere delirante ci vedrei bene anche Hot, ma lo stile è di Ziggy. Qui la follia non è solo del protagonista della storia, ma direi dell'autore stesso, che ha immaginato questo scenario apocalittico e inquietante, in cui i più grandi disastri "naturali" (?) dipendono dal capriccio di un uomo/dio senza scrupoli. Anche qui la suspance cresce parola dopo parola, il finale meno banale di quanto non si sarebbe portati a credere: "delete" non vuol dire distruzione di massa (come lo scoppio di una bomba) ma annullamento puro.
Lilly (Maclaus?) Ammetto di avere una certa antipatia per le storie "strappalacrime" o dal finale eccessivamente commovente... Ma questa storia mi è piaciuta tantissimo, di una sensibilità veramente elevata. Bella la trovata di "spezzare" il racconto in due parti, le due facce della medaglia: il mondo che "giudica" normalmente si ferma a quello che è accaduto "nel canile", si accontenta delle etichette, delle spiegazioni facili. Per comprendere davvero bisogna andare oltre, oltre la "follia" presunta. Il racconto mi ha commosso ma questa volta ci stava tutto... Potrebbe essere maclaus, di cui conosciamo la sensibilità? Per non scombinare il toto-autore dico di sì, se invece è stato lui a scrivere Cattoman rimarrebbe malafi, o forse anche Marzati, chissà... :?
Dottor Jeckill (Tanny?) Tipica storia alla Shutter Island... Ammetto di non esserci arrivata subito e quando, pian piano, sono venuti fuori i vari "indizi" ho iniziato a sorridere perchè in questi casi fa piacere essere stati "gabbati"... l'inganno mi ha fatto sentire partecipe, è come se dal dottor Jeckill un po' di follia fosse passata a me.... Mi ha fatto riflettere il fatto che queste forme di autoinganno spesso sono una sorta di consolazione, di panacea per alleviare la solitudine, la forzata immobilità. Lo stile "tutto d'un fiato" (lunghissimi periodi, interruzioni minime) e l'espediente finale mi fanno dire con una certa sicurezza che potrebbe essere opera di Tanny.
Quanto al mio preferito... giuro che non saprei. Ci devo pensare.
* vedo che ho rispettato le mie previsioni!!!!
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