Sono proprio felice di trovare qui la mia scrittrice italiana preferita.
Inorridisco quando, citandola, si materializzano facce da babbei.
Io amo L'Iguana sopra ogni cosa, e Il Mare non bagna Napoli l'ho consigliato molte volte agli ignari della scrittura di questa grande intellettuale.
Lei disse:
[ISi scrive perchè si cerca compagnia, poi si pubblica perchè gli editori danno un po' di denaro[/I].
E nella sua ultima opera Corpo celeste, Adelphi 1997, scriveva ancora:
Non mi è riuscito di dire neppure lontanamente in quale terrore economico - e quindi impossibilità di scrivere - viva in Italia uno scrittore che non prenda gli Ordini. E che non abbia avuto, nascendo, nulla di suo, neppure un tetto; e dalla societïà neppure un impiego, mancando posti e incarichi e contratti per aspiranti privi di studi
Dissidente.
Separata, che prende distanza.
Raccolta.
Come si fa a raccontare la dissidenza?
E' difficile leggere la dissidenza in un'autrice che, poco amata in Italia, della dissidenza ha fatto uno stile.
Ne L'iguana, un libro sconvolgente, si narra di un personaggio che si trasforma continuamente, cambia seguendo la storia.
E nel momento in cui tu credi di aver capito quel personaggio, quando finalmente lo hai avvicinato, ops!, la Ortese lo trasforma, costringendoti a riscoprirlo.
E' inavvicinabile nel momento in cui tu, che vivi nel "tutto concepito", sei costretto a viverti l'incertezza.
Tu cerchi la sicurezza e lei, dissidente, te la toglie via.
Come fa l'Italia a non amare profondamente una scrittrice del genere?