L'immagine di Tamara De Lempicka al volante della sua auto, nel 1929, mi ha rammentato questo libro, scritto da Ella Maillart, il resoconto del suo viaggio in auto nel 1939 dalla Svizzera fino a Kabul, sola con un'amica. In quegli anni, le immagini di donne al volante non sono molte.
Poche settimane prima che l’Europa sprofondasse nel baratro della seconda guerra mondiale, Ella Maillart e Annemarie Schwarzenbach, entrambe di nazionalità elvetica, lasciano, a bordo di una Ford V8 a 18 cavalli, la tranquillità delle splendide montagne dell’Engadina per intraprendere un lungo viaggio fino a Kabul, in Afghanistan. Il loro itinerario si dipana lungo l'Italia, la Jugoslavia, la Bulgaria, la Turchia, l'Iran e l'Afghanistan attraverso città sante, montagne e deserti grandiosi, popoli e paesi ricchi d'incanto e di storia millenaria.
Ella, donna forte e libera, è una grande viaggiatrice: ha già esplorato il Caucaso e il Turkestan e ha percorso in lungo e in largo la Cina arrivando fino in Kashmir. Ella Maillart, nel 1924 ha partecipato alle Olimpiadi di Parigi, mentre la sua grande fama come viaggiatrice, scrittrice e fotografa si costruisce negli anni trenta e quaranta quando viaggia in Unione Sovietica, Asia centrale, Cina, Kashmir, Afghanistan e India.
Annemarie Schwrzenbach è più fragile, moglie di un diplomatico ma insofferente alla vita di rappresentanza, hippy ante litteram, morfinomane, turbata più dalle donne che dagli uomini.
Mi colpisce molto che poco prima della Seconda Guerra mondiale queste donne, evidentemente molto ricche, ma anche molto libere e molto forti, siano in grado di vivere la vita come vogliono. Il femminismo doveva ancora nascere, ma credo che Tamara De Lempicka e Ella Maillart non ne abbiano avuto bisogno!