Quarantottesimo Artisticforum - Le nostre opere d'arte preferite

Ondine

Logopedista nei sogni
Un dipinto che vive, che si muove, che non è statico, originale anche se mi destabilizza un po' guardandolo.
Ho come la sensazione che il ragazzino da un momento all'altro scenda giù e cada!
 

Grantenca

Well-known member
Partiamo con la terza proposta artistica :)
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Pere Borrell del Caso "Sfuggendo alla critica" 1874
p

Che bel quadro! Tutto lo stupore e la curiosità di un adolescente che si affaccia sul mondo!
 

ariano geta

New member
Molto grazioso e stilisticamente impeccabile. Il trompe-l'oeuil non è facile da eseguire se non si ha una buona tecnica di base. Lo appenderei volentieri in casa.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Non sono in grado di giudicare la tecnica, ma l'impatto visivo è straordinario. Altro che appendermelo in casa, avrei paura che quel piedino dispettoso mi piombasse addosso da un momento all'altro. Significativo il collegamento col titolo, ma più che uno che sta fuggendo dalla critica mi sembra un ragazzino che sta commettendo una monelleria, che fugge dalla finestra verso chissà quali avventure mentre i genitori dormono.
 

Trillo

Active member
Vedendo questo quadro, la prima impressione che ho avuto è stata quella suscitata d'impatto dal suo particolare effetto tridimensionale, e cioè quella di un bambino che si proietta fuori dalla cornice in cui è confinato, per sfuggire a qualcosa che ha visto.
Lo sguardo del bambino, però, ha focalizzato la mia attenzione, e dopo un po' che ho osservato questo quadro, la mia prospettiva è cambiata. Non vedo uno sguardo di terrore ma un'espressione di incredulo stupore per qualcosa di assurdo che lui ha visto "fuori dal quadro". Così ora vedo un bambino che, spinto dalla curiosità, ha voluto affacciarsi sul mondo reale ma che, perplesso per ciò che ha visto da quella fugace occhiata, trattiene quel moto che lo aveva indotto a balzare fuori, rimanendo per un attimo in bilico sulla soglia fra i due mondi e, quasi per un istinto che deve ancora realizzarsi razionalmente in lui, inizia lentamente a ritrarsi, proiettandosi indietro nella realtà che gli appartiene, immune da ciò che lo ha così inaspettatamente allibito nel mondo esterno.
 

ariano geta

New member
Da un lato è naif, con questo albero genealogico illustrato che racconta l'ascendenza della pittrice. Dall'altro, il nastro rosso che può anche essere un rivolo di sangue (quello della famiglia) lo rende più crudo. Però penso che tra le opere della Kahlo ve ne siano di più espressive.
 

qweedy

Well-known member
Frida in questo quadro appare come una bimba di tre anni nella sua Casa Azul, la posa dei genitori è tratta dalla foto delle nozze, la mamma messicana con sangue indio e il padre ebreo tedesco, con i rispettivi nonni materni, legati alla terra, e quelli paterni legati all'oceano.
E' più o meno come se un bambino disegnasse la sua famiglia, solo con più particolari.
Sinceramente non lo vorrei questo quadro. :oops:
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Penso che in questo dipinto Frida volesse omaggiare la propria famiglia, a cui si è sempre sentita molto legata.
Molto commovente questo albero genealogico, e il legame embrionale con sua mamma.
Trasmette amore puro.
Mi piacciono molto i colori usati, casa azul col suo bellissimo giardino, il mare come sfondo a destra e la terra primitiva a sinistra.
Era molto legata al suo Messico, bello, deve aver avuto una bellissima infanzia e deve essersi sentita molto amata.
 

ariano geta

New member
Mi sembra un anticipo, o diciamo uno "studio" del più famoso "La danza" conservato notoriamente all'Hermitage. Almeno i danzanti in circolo sullo sfondo sembrano proprio anticipare (o seguire? Non so la cronologia dei dipinti) il quadro più famoso.
Stille molto abbozzato, onestamente non è un genere che prediligo.
 

qweedy

Well-known member
Gioia-di-vivere-Matisse.jpg


Gioia di vivere (Joie de vivre) - Henri Matisse (1905-1906).

Mi piace il trionfo del colore! Qui Matisse realizza una composizione piatta, dalle tinte accese e solari, sottolineata da forti contorni scuri simili ad arabeschi. Gioia di vivere è la fusione di uomo e natura. Il paesaggio è rappresentato con colori innaturali: per esempio, l’albero rosa, dello stesso colore della pelle delle bagnanti. Nudi abbozzati, immersi nella natura: trasmette un relax nullafacente che ben poco ci appartiene.

Mi sembra un anticipo, o diciamo uno "studio" del più famoso "La danza" conservato notoriamente all'Hermitage. Almeno i danzanti in circolo sullo sfondo sembrano proprio anticipare (o seguire? Non so la cronologia dei dipinti) il quadro più famoso.
Stille molto abbozzato, onestamente non è un genere che prediligo.

La danza è del 1909-1910, quindi successiva (La gioia di vivere è del 1905-1906).
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Ho scelto questo dipinto per la bizzarria nella scelta dei colori e per la situazione paradisiaca impressa sulla tela, un mondo surreale.
 

alessandra

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I miei genitori, i miei nonni e io - Frida Kahlo

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Una famiglia di uomini accigliati: entrambi i nonni e il padre lo sono. Chissà come erano nella vita privata. L'impressione che mi dà questo quadro è quella di una famiglia un po' altezzosa e freddina, che non dà modo di esprimersi come si desidera. Non ho capito se il feto è Frida da piccola o un altro bimbo che sua madre aspetta. La donna mi mette un po' di tristezza, come se si fosse rassegnata a una vita che non è la sua e allo stesso tempo si fosse autoconvinta a credere pienamente nel suo ruolo di moglie e madre. La nonna paterna ha un'aria altezzosa e sembra aver sposato un uomo molto più anziano di lei. L'altra ha un viso quasi da pesce fuor d'acqua. No, non lo vorrei nemmeno io questo quadro. Non avevo notato che quel nastro rosso era un rivolo di sangue :) Frida ha un'aria già ribelle e tiene con orgoglio il nastro. E' indubbiamente la più simpatica del nucleo :mrgreen:
 

alessandra

Lunatic Mod
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Gioia-di-vivere-Matisse.jpg


Gioia di vivere (Joie de vivre) - Henri Matisse (1905-1906)

Bella la vita così: ignudi, gioiosi, rilassati e colorati. Mi dà un'idea di libertà mentale, ma allo stesso tempo mi fa pensare moltissimo all'oblio e all'Orto Botanico del libro Il grido, di Luciano Funetta. L'Orto Botanico è un'emanazione della mente della protagonista (o esiste davvero?) nella quale fugge da una vita di orfana solitaria e sperduta. Solo qui trova l'oblio, con l'aiuto di sostanze, ma soprattutto di un gruppo di individui anomali che la fanno sentire meno sola. Lo so, è un commento strano ma è quello che ho sentito guardando il quadro.
 
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