Quarantanovesimo Artisticforum - Le nostre opere d'arte preferite

qweedy

Well-known member
Mi piace molto la canzone Alice di De Gregori, mentre non avevo mai visto quadri di questo pittore, e non riesco neppure a dire se mi piacciano oppure no.
C'è qualcosa che mi attrae in questo quadro e qualcosa che mi pare troppo freddo.

Da parte mia invidio la quiete che traspare dal quadro, del tempo di relax tutto per sè. Forse non è una ragazza del tutto sola, ha i gatti a farle compagnia. Io ci vedo più una ragazza libera, totalmente libera del proprio tempo, che può dedicare completamente a se stessa, e delle proprie scelte. Non una ragazza sola, ma una ragazza che non ha obblighi e responsabilità.
In questo periodo della mia vita, invidio molto chi vive solo, che può dedicare tutto il tempo a se stesso e ai propri interessi. In effetti anche la canzone contrappone lo sposo impazzito oppure che ha bevuto e la sposa che aspetta un figlio, alla placida Alice che guarda i gatti, mentre il mondo gira senza fretta. Non so voi, ma io preferei essere Alice....
 

ariano geta

New member
Il testo si abbina molto al quadro.
Del primo mi piace l'idea di "straniamento" in senso positivo della misteriosa Alice, che sembra vivere in un mondo tutto suo.
Del secondo mi piace l'atmosfera rilassante, lo stile un po' naif ma non sciatto.
 

lettore marcovaldo

Well-known member
Quadro e canzone si sposano piuttosto bene.
Forse il testo della canzone, nella parte che parla di "Alice", sembra evocare una scena più all'aria aperta e in piena luce, mentre il quadro mi suggerisce un ambiente più raccolto.
Diciamo una leggera penombra da pennichella :mrgreen:
 

alessandra

Lunatic Mod
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le[IMG ha scritto:
http://www.italymagazine.com/sites/default/files/styles/624xauto/public/feature-story/leader/view-of-genoa-william-parrott.jpg?itok=C-yEzsjs[/IMG]

Autore Anonimo (almeno io non l'ho trovato).

Creuza de mä

Umbre de muri muri de mainé
dunde ne vegnì duve l'è ch'ané
da 'n scitu duve a l'ûn-a a se mustra nûa
e a neutte a n'à puntou u cutellu ä gua
e a muntä l'àse gh'é restou Diu
u Diàu l'é in çë e u s'è gh'è faetu u nìu
ne sciurtìmmu da u mä pe sciugà e osse da u Dria
e a funtan-a di cumbi 'nta cä de pria

E 'nt'a cä de pria chi ghe saià
int'à cä du Dria che u nu l'è mainà
gente de Lûgan facce da mandillä
qui che du luassu preferiscian l'ä
figge de famiggia udù de bun
che ti peu ammiàle senza u gundun

E a 'ste panse veue cose ghe daià
cose da beive, cose da mangiä
frittûa de pigneu giancu de Purtufin
çervelle de bae 'nt'u meximu vin
lasagne da fiddià ai quattru tucchi
paciûgu in aegruduse de lévre de cuppi

E 'nt'a barca du vin ghe naveghiemu 'nsc'i scheuggi
emigranti du rìe cu'i cioi 'nt'i euggi
finché u matin crescià da puéilu rechéugge
frè di ganeuffeni e dè figge
bacan d'a corda marsa d'aegua e de sä
che a ne liga e a ne porta 'nte 'na creuza de mä
Ombre di facce facce di marinai
da dove venite dov'è che andate
da un posto dove la luna si mostra nuda
e la notte ci ha puntato il coltello alla gola
e a montare l'asino c'è rimasto Dio
il Diavolo è in cielo e ci si è fatto il nido
usciamo dal mare per asciugare le ossa dall'Andrea
alla fontana dei colombi nella casa di pietra

E nella casa di pietra chi ci sarà
nella casa dell'Andrea che non è marinaio
gente di Lugano facce da tagliaborse
quelli che della spigola preferiscono l'ala
ragazze di famiglia, odore di buono
che puoi guardarle senza preservativo

E a queste pance vuote cosa gli darà
cose da bere, cose da mangiare
frittura di pesciolini, bianco di Portofino
cervelli di agnello nello stesso vino
lasagne da tagliare ai quattro sughi
pasticcio in agrodolce di gatto

E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli
emigranti della risata con i chiodi negli occhi
finché il mattino crescerà da poterlo raccogliere
fratello dei garofani e delle ragazze
padrone della corda marcia d'acqua e di sale
che ci lega e ci porta in una mulattiera di mare
Sono superindietro con i commenti ... intanto godiamoci questa proposta :)
 

lettore marcovaldo

Well-known member
view-of-genoa-william-parrott.jpg



Creuza de mä

La canzone di De Andrè, parla di epoche lontane, attraverso l'uso del dialetto e riferimenti al passato.
(Dicono i cultori che il dialetto usato è piuttosto "letterario" e con una pronuncia imprecisa ... ma credo che non fosse quello l'obiettivo primario dell'autore).

Sicuramente il testo è ricco di "immagini" e dettagli, così come è il quadro.

Il verso "E nella barca del vino ci navigheremo sugli scogli" lo vediamo in primo piano.

A destra una delle parti più vecchie della città che allo stesso tempo conserva luoghi molti antichi (alcuni si vedono nel quadro) mentre altre parti sono radicalmente cambiate.
Forse li si trovava "la casa dell'Andrea" dove circolava "gente di Lugano" (mercenari forse ? ) e facce da tagliaborse: "mandillä".

Quest'ultima parola rappresenta bene altre presenti nel testo per la ricchezza di riferimenti che si porta dietro. Infatti deriva da Mandillo (fazzoletto):
sembra derivare dal greco tardo mantélion da cui il latino mantele. Dalla parola greca gli Arabi trassero mindil: e forse è da questa parola che i Genovesi formarono mandillo.
La possibile origine illustre però declina nel significato di un "venditore di fazzoletti" di pochi scrupoli, evidentemente intento a vendere merce di scarsa qualità, se non "ladro di fazzoletti" (pratica molto ottocentesca).
Chissà forse è lo stesso che potrebbe offrire alla sua tavola una "lévre de cuppi" (lepre delle tegole) che proprio lepre non è...
 
Ultima modifica:

Ondine

Logopedista nei sogni
La bellezza del dialetto e il sapore antico della vita di mare.
Sembra di essere trasportati indietro nel tempo.
Sia il testo che il dipinto mi trasmettono una dolce nostalgia di un ritmo lento, di giornate cadenzate dai suoni, dai profumi, dai colori della natura.
Abbinamento perfetto.
 

qweedy

Well-known member
Trovo anch'io perfetto l'abbinamento, per l'asprezza e la ruvidezza delle parole in dialetto (a chi non è del posto, il suono delle parole risulta aspro) che ben si sposa con l'immagine del mare burrascoso e inclemente.
Vite grame e difficili, testimoniate da una miriade di dettagli sia nella canzone che nel dipinto.
 

ariano geta

New member
Un testo dialettale per rendere meglio l'idea di essere l'espressione del pensiero di gente semplice come i pescatori di un tempo, gente che sicuramente non parlava italiano ma solo dialetto. Anche se poi il testo è particolarmente poetico.
Credo che con l'espressione "gente di Lugano" intenda dire semplicemente "forestieri", gente che viene da oltre confine in luoghi interni (senza mare) e va a Genova solo per mangiare il pesce.
 

alessandra

Lunatic Mod
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Giochi di bambini, Pieter Bruegel il Vecchio, 1560

Maledetto Luna-Park di Loredana Berté

Coi miei occhi da bambina
E le scarpe in cielo è tutto nuovo
Tutto nuovo

Bianco e nero si colora
Pensa che fortuna
Tutto nuovo, è tutto nuovo

Carte e zucchero filato
Fra le giostre un ubriaco
Con un palloncino in mano se ne va

Cuore da montagne russe
Siamo appesi a delle stelle
Ma poi quando si scende
E come si fa

E' tutto un luna park, luna park, luna park
Questo maledetto luna park, luna park, via di qua
Che non mi diverto
Si va su si va giù
Si va che si va
Al luna park, luna park, luna park
Canto e non la smetto

Coi miei occhi da bambina
In questo mondo alieno è tutto nuovo
Tutto nuovo

Fra fantasmi in gomma piuma
Anime in vetrina il tuo veleno
Troppo buono

Dammi un bacio che mi sazia
Che l'amore non si avanza
Egoista oppure giusta e chi lo sa

Nella casa degli specchi
Siamo tutti un po' bugiardi
Così il boia mostra i denti e dice
"Prego madame"

E' tutto un luna park, luna park, luna park
Questo maledetto
Luna park, luna park, via di qua
Che non mi diverto
Si va su si va giù
Si va che si va
Al luna park, luna park, luna park
Passo e non commento

Si va su si va giù
Si va dove non si tocca
Perché il tempo è un lecca lecca
E ho già rotto i miei collant
Si va su si va giù
Una vecchia filastrocca
Cenerentola in carrozza
E l'alba arriverà

Si spegne il luna park, luna park, luna park
Questo maledetto
Luna park, luna park, via di qua
Tanto non mi accendo
Si va su si va giù
Si va che si va
Al luna park, luna park, luna park
Tanto non la smetto
Tanto non la smetto



Ecco la prossima proposta!
 

ariano geta

New member
Bruegel è un pittore che mi piace molto. Questo è uno dei suoi quadri "panoramici", in cui mette dentro tantissime figure e immagini al punto tale che una veduta d'insieme è limitativa, bisogna studiare ogni singola scena.
L'abbinamento col testo manca proprio di questa veduta ampia (il testo della Berté mi sembra molto incentrato su se stessa, su una specifica persona, mentre nel quadro non c'è enfasi su nessun singolo personaggio, sono una folla di protagonisti).
 

Ondine

Logopedista nei sogni
A primo impatto questo dipinto mi disorienta, non so dove guardare.
Osservandolo meglio mi interesserebbe conoscere il significato dei vari giochi, credo di epoca medievale.
La canzone mi riporta alla mia infanzia, quando andavo alle fiere dei borghi della mia zona, quando mangiavo lo zucchero filato tra il profumo delle nocciole tostate.
In entrambi, dipinto e canzone, si descrivono situazioni di gioco caotiche dove forse ci si lascia trasportare dall'atmosfera ludica in maniera meccanica, abitudinaria.
 

qweedy

Well-known member
Ci sono circa ottanta giochi di bambini della metà del Cinquecento in questa raffigurazione corale. Ma l'allegria e la gioia di questo quadro è solo apparente, i volti dei bambini sono tutt'altro che felici.

Un maledetto luna park in cui non ci si diverte ha qualcosa in comune con il quadro, se non altro nella gioia che dovrebbe esserci, e che non c'è. Due situazioni che dovrebbe essere per loro natura felici, ma che lo sono solo apparentemente. Anche la visione d'insieme di un luna park è in un certo senso un colpo d'occhio simile alla piazza di Bruegel, tante giostre, tante persone, tanti colori, tanti rumori, non si sa dove volgere il primo sguardo, si cerca di abbracciare tutto in un'unica occhiata.
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Prossimo quadro del pittore Juan Medina
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Il nostro caro angelo (musica di Lucio Battisti, testo di Mogol)

La fossa del leone
è ancora realtà.
Uscirne è impossibile per noi,
è uno slogan falsità.
Il nostro caro angelo
si ciba di radici e poi
lui dorme nei cespugli sotto gli alberi,
ma schiavo non sarà mai.
Gli specchi per le allodole
inutilmente a terra balenano ormai,
come prostitute che nella notte vendono
un gaio cesto di amore che amor non è mai.
Paura e alienazione
e non quello che dici tu.
Le rughe han troppi secoli oramai,
truccarle non si può più.
Il nostro caro angelo
è giovane lo sai,
le reti il volo aperto gli precludono
ma non rinuncia mai.
Cattedrali oscurano
le bianche ali (bianche non sembran più).
Ma le nostre aspirazioni il buio filtrano
traccianti luminose gli additano il blu.
 

Ondine

Logopedista nei sogni
Il dipinto è bellissimo, un misto di sacralità e di sensualità, lo sguardo rivolto in basso mi trasmette pudore ma nello stesso tempo un voluto distacco da ciò che è intorno, un voler rimanere in solitudine.
Le forme morbide sono davvero stupende e anche la scelta dei colori, il rosso dei capelli contrasta perfettamente con il verde delle ali, e questi due colori spiccano sul candore del corpo.
La canzone è un inno alla libertà e questa donna angelo dipinta esprime, a mio avviso, una libertà interiore, una coscienza di sé che sfida "le antiche cattedrali", si intravede sullo sfondo infatti una cattedrale, simbolo di dogmi che imprigionano, molto bello questo connubio tra dipinto e testo.
 

ariano geta

New member
Ho proposto questo abbinamento perché l'angelo della canzone di Battisti (e Mogol, autore appunto del testo) sembra un angelo che non può andare oltre determinati limiti, ma che sta sognando di superarli. L'angelo femminile del quadro di Medina, pittore raffinatissimo che adoro, mi trasmette proprio l'idea di un angelo che per ora non può volare ma desidera tanto farlo.
 
Ultima modifica:

qweedy

Well-known member
E' vero, l'angelo del quadro è triste e dispiaciuto, come quello della canzone.

Il nostro caro angelo
è giovane lo sai,
le reti il volo aperto gli precludono
ma non rinuncia mai.

Bellissimo abbinamento quadro/canzone, c'è pure la cattedrale sullo sfondo ("Cattedrali oscurano le bianche ali").
 
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