Gaspari, Ilaria - Lezioni di felicità

MaxCogre

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Gaspari, Ilaria - lezioni di felicità

L' autrice ha studiato filosofia alla normale di Pisa, ma ciò, per sua stessa confessione (e ciò le fa onore e la accomuna a tutti noialtri comuni mortali), non ha mai considerato che la filosofia potesse essere DAVVERO applicata alla vita di tutti i giorni. E sì che c'è pure il proverbio: prendila con filosofia! Il problema che Ilaria deve digerire è grosso, essere stata abbandonata, peraltro senza un perchè verosimile, dal fidanzato, e dover abbandonare quella che era stato il loro rifugio assieme. Eì proprio nell'imballare i vecchi libri che Ilaria si imbatte nei manuali di filosofia dell'università e le viene il lampo di genio: sarà allieva per una settimana, di ciascuna delle scuole filosofiche dell'antica grecia, nella speranza di inquadrare il problema nei giusti termini, capirne il perchè, e, se possibile, curarsi l'animo.
La disciplina (e l'esoterismo!) dei pitagorici, lo scetticismo degli scettici (tanto non lo puoi sapere), lo stoicismo degli stoici (tanto non lo puoi cambiare), la frugalità degli epicurei (solo i piaceri utili, gli sforzi necessari), e per ultima la scuola cinica, che vuol dire semplicemente 'amanti dei cani', ovvero vivere una vita libera essenziale e randagia come i cani (diogene viveva in una botte come un cane, perchè i cani sono felici). La cosa abbastanza straziante per la verità, è che, rievocando i momenti dell'abbandono e i perchè tramite gli oggetti ritrovati qua e là, la protagonista scopre di non avere (mai) avuto alcun potere sulla propria indole e sulle proprie emozioni, nè di essersi mai 'osservata', neanche. E così scopre (ma anche io scopro dolorosamente), di aver fatto tutte quelle cose che secondo le varie scuole filosofiche portano inevitabilmente alla infelicità. E qui veniamo a quello che mi porto a casa io da questo libro. Primo, che,a parte parmenide e eraclito che si occupavano di cose speculative, tutti gli altri filosofi erano molto 'performativi'. Dicevano, vivi così e sarai felice. In pratica avevano una fifa matta di soffrire, e si erano inventati queste discipline o atteggiamenti fissi che li avrebbero preservati. Peccato che. Punto secondo. Realizzo adesso che non solo io, come la protagonista non lo so, se me lo chiedi su due piedi, qual'è il mio atteggiamento alla vita, ma anche che sarà cambiato diecimila volte. Sono stato un esaltato, sono stato depresso, ho creduto di sapere qualcosa, sicuro di non averci capito nulla, ho fatto battaglie impossibili, ho trascurato la mia salute. Non sono neanche sicuro di essere la stessa persona di prima, di un anno fa, di quando ero ragazzo, e se mai la sono stata. Attualmente, confesso, ho molte difficoltà a conciliare le varie 'versioni' di max, e mi chiedo se sono io una pippa al sugo, o se è umanamente difficle essere sempre uguali e sempre coerenti come predicano queste scuole filosofiche. E qui arriviamo al punto terzo, che è la ratio comune. Astieniti, evita le passoni, evita gli eccessi, se non vuoi soffrire. Investi bene le tue energie, ridimensiona la tua importanza e armonizzati nell'equilibrio dell'universo e dell'umano consesso, rinuncia. Ho capito che i filosofi greci sono tutti graniticamente e infinitamente orientali, sebbene fossero piu vicini a noi geograficamente. Noticina: il libro poteva essere : scelgo una scuola e vedo se mi salva. Invece è stato, esploro tutte le scuole e non mi fermo su nessuna. Credo che questa via per la felicità sia molto molto in salita lol ! Cmq bella lettura!
 
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ayuthaya

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Bella lettura e bella recensione. Mi ha sinceramente incuriosito, anche perché anche io mi faccio tutti i giorni mille paranoie sulla mia identità e sulla mia (possibile) felicità.
 

Roberto89

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Quasi un anno per ricordarmi che avevo deciso di leggerlo, ma eccomi. Con la lettura dei saggi sono davvero poco costante.
In realtà ho davvero poco da dire, il libro è breve e seppure piacevole e a tratto interessante, mi aspettavo di meglio da questa scrittrice, conosciuta grazie al programma Play books, a sua volta conosciuto grazie a @Minerva6.

Dicevo, le riflessioni non mancano, ma non sono nemmeno quello che mi sarei aspettato da un titolo come "lezioni di felicità". Certo non mi aspettavo miracoli ma quello che immaginavo era una serie di riflessioni, consigli ed esercizi da applicare per cambiare punto di vista sulla vita, vedere le cose in modo diverso, fermarsi a riflettere e forse imparare qualcosa su sé stessi. Dopotutto la descrizione parla di un "viaggio sorprendente alla ricerca di noi stessi e della felicità". E invece più che altro si tratta di leggere dell'esperienza personale della scrittrice, le lezioni sono solo sue perché dipendono dalle sue esperienze personali e noi, volendo, potremmo ripetere l'esperimento, senza garanzia che ne venga fuori alcunché di utile.
 
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