Sto andando a rilento e soprattutto non sto riuscendo a commentare passo passo come vorrei, ma sto continuando ad apprezzare moltissimo la lettura (che purtroppo devo intervallare ad altro).
Sono arrivata al capitolo 22, continuo ad apprezzare molto la struttura della storia, questo alternare la narrazione dei Jeod a capitoli più generici, che raccontano in modo trasversale avvenimenti ahimé attualissimi. In particolare ho trovato interessantissimo il capitolo che parla della "costruzione di mondi", di questi accampamenti che mano a mano che il tempo passa divenanto veri e propri microcosmi con regole societarie ben delineate.
E mi colpiscono moltissimo tutti i passaggi in cui le persone più abbienti guardano i migranti e affermano che non possono essere come loro, che basta guardare le condizioni in cui vivono per capire che sono poco più che bestie perché "loro non lo farebbero mai". C'è proprio tutta la distanza del privilegiato che non capisce, che non ha mai capito come indossare i panni di un altro e che non capisce come il bisogno possa spingere a vivere in condizioni che in un altro momento riterremmo impossibili da accettare.