CXXII GdL - Ulisse di James Joyce

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Dopo aver finalmente terminato l'estenuante episodio 9, del quale non ho capito praticamente nulla e non solo per via di Shakespeare, il 10 mi ha quasi appassionato :mrgreen: e l'ho letto tutto d'un fiato, senza preoccuparmi di chi fosse chi e di chi incontrasse quello o quell'altro, mi è piaciuto vedere finalmente uno scorcio di vita in città e le strade dei personaggi che si intrecciano continuamente. Per riallacciarmi all'ultimo post di @Roberto89, sembra che Joyce prenda un po' in giro il lettore scrivendo per se stesso senza preoccuparsi di chi capisce o meno o di che cosa si capisce. Arrabbiato col mondo, simpaticamente dispettoso o snob colto? Mah, forse tutti e tre. E' vero che il libro è interessante ma molto cerebrale, non coinvolge emotivamente. Aspetto il monologo di Molly che pare sia la cosa più bella del romanzo, e naturalmente aspetto che Dedalus e Bloom finalmente si incontrino.
 

alevale

Well-known member
Si lo aspetto con ansia anche io questo incontro.
Finora si sono sempre sfiorati.
Mi metto a leggere un po'... ma mi sa che dopo qualche pagina a quest'ora 😴😴😴
 

francesca

Well-known member
Sono uscita abbastanza a fatica dalla biblioteca.
L'unica cosa divertente che ho trovato e che mi è rimasta impressa, sono i numerosi modi in cui Joyce storpia o caratterizza il nome di John Englinton.
Johnbullino Eglinton
John robusto Eglington
Buoneglinton
Eglinton bruttastro
Occhideglinton
Il giudice Eglinton
Eglinton Johannes

Questi sono solo alcuni della mia traduzione.
Non ci ho nemmeno tentato, di capire perchè Joyce lo abbia fatto, quale oscuro messaggio volesse dare al lettore, se volesse prendere in giro attraverso Eglinton qualche persona di sua conoscenza o se volesse proprio prendere in giro il lettore:ROFLMAO:
Però dopo l'oscurità della biblioteca, il capitolo a spasso per Dublino, l'episodio 10 per intendersi, mi è piaciuto e devo dire che l'ho letto velocemente, senza la pretesa di capire chi sono tutte le persone che incrociamo in questo capitolo, ma godendomi la passeggiata per Dublino (ed essendoci stata due volte, alcune strade mi sono anche familiari).
Bello l'ultimo paragrafo in cui, nel viaggio della carrozza del luogotenente, rincontriamo i tanti personaggi trovati nella pagini precedenti.

Riguardo alla fine del Venerdi con Joyce, ne avevo il sospetto, perchè vedevo che nel menù c'è solo fino all'episodio 11. Speravo che miracolosamente nell'episodio 11 ci fosse un qualche link che rimandava al seguito. Ma non c'è 😭
Ho provato a cercare in rete, ma io per ora non ho trovato niente di altrettanto veloce, gradevole e fruibile.
Sabato mattina, mentre facevo le faccende, ho ascoltato questa intervista:

L'ho trovata carina e gradevole, almeno come spunto generale alla lettura nel suo complesso.

Io proseguo, anche se il capitolo 11 mi sembra già bello in salita, almeno in partenza.
 
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MonicaSo

Well-known member
Ho cercato "aiuto" per la lettura dell'undicesimo, rivolgendomi direttamente al traduttore (Gianni Celati) e ho trovato questo suo pensiero, che un po' mi conforta.

«E ho capito per strada», confessa sempre Gianni Celati, «che quella dell’Ulisse non era precisamente una lingua, era una stralingua, che prendeva dentro echi d’ogni genere, con un lessico più espanso di tutti i testi che si conoscono. (…) Per questo non è importante capire tutto: è importante sentire una sonorità che diventa più riconoscibile proprio quando sembra piombare fra termini incerti – gerghi fossilizzati, chiacchiere da pub, stele di varie epoche» (Celati, op. cit., VI-VII).
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Una domanda sulla cartolina ricevuta dal marito della signora Breen, se ne parla la prima volta quando lei incontra Bloom e si mettono a parlare. Lei tira fuori questa cartolina ricevuta dal marito, che contiene un breve messaggio, una presa in giro anonima, e lui si fissa su questa cosa al punto da voler fare una causa per diffamazione.
Se ne riparla nel capitolo 12 (se non mi confondo), quello con la narrazione in prima persona.
La mia versione traduce il messaggio con 6K8, cioè "sei cotto" (versione forse un po' infantile). Ho cercato e nella versione originale il messaggio è U.P., up, che in inglese significava qualcosa tipo "essere finito", in riferimento forse allo stato mentale del signor Breen. Forse aveva anche altri significati che oggi si sono persi.

Se ci avete fatto caso, la vostra versione come lo traduce?
 
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francesca

Well-known member
Finito l'episodio 11, Sirene.
Ho capito che questo episodio vuole essere "musicale", non nel senso che parla di musica, ma che lessicalmente e sintatticamente vorrebbe rendere l'idea di una partitura. Da qui l'uso di parole onomatopeiche e struttura delle frasi smontate e rimontate ad hoc per rendere l'idea non di un testo, ma di una musica.
Ho fatto un esperimento, e ho provato a ascoltare l'audiolibro della mia traduzione delle ultime pagine del capitolo.
Il link è qui: https://archive.org/details/20200317_20200317_1620/
Seguendo la lettura con il libro sotto, mi è sembrata decisamente più chiara, e ho avvertito questo senso musicale del testo.
Sarei curiosa di sentirlo un inglese.

Forse mi sto dando tanto da fare per cercare chiavi di lettura, modi alternativi, spiegoni rimasticati da altri, per darmi la forza di proseguire.
Ma davvero, per ora, non mi sta stancando.
In alcuni momenti mi coinvolge, anche se non posso dire in modo profondo, in altri, come ha detto anche @alessandra mi impegna cerebralmente, lo trovo interessante, ma non mi sento coinvolta emotivamente.
Proseguo, orfana del Venerdi con Ulisse, la vedo dura!!!!
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Non riesco a finire l'11, anche se mi piace abbastanza, ho avuto poco tempo in questi giorni e la sera sono crollata dopo poche pagine, è vero che è molto musicale, lo sto leggendo come ... una canzone :mrgreen:
 

alevale

Well-known member
Io sto nella confusione più totale .
Avrei finito l'11 e onestamente se prima capivo l'1% ora capisco zero.
Ho provato a cercare qualche supporto, ma niente.
L'unica cosa che sono riuscita a capire è che è un capitolo musicale e che Joyce si diverte con le onomatopee a creare appunto musicalità con le parole.
Come Ulisse è ammaliato dal suono delle sirene, il nostro Bloom ascolta i discorsi delle sue sirene, che sono delle cameriere descritte come piuttosto volgari.
Poi ho letto da qualche parte che l'amante di Molly , in questo episodio, si prepara per andare all'appuntamento con lei. Mi era sfuggito. Pensate quanto ho capito.
Allora sono tornata indietro ed in effetti ho trovato qualche riga in cui viene nominato.
Almeno mi pare che sia solo qualche riga...
Si' , ci sono degli attimi divertenti e alcune parti gradevoli, ma anche io non posso dire che mi stia piacendo. Molto spesso mi irrita.
Capisco l'innovazione e probabilmente la genialità nel creare un qualcosa di originale ed unico nel suo genere, ma onestamente trovo frustrante scorrere parole senza alcun senso.
Sono andata avanti ed ho affrontato l'inizio del dodicesimo... beh mi sono trovata addirittura peggio . Buio assoluto.
Comunque continua ad incuriosirmi per cui proseguo.
 
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francesca

Well-known member
Io posso dire che ho letto libri che mi sono piaciuti meno e mi hanno irritato di più: forse perchè li ho affrontati con aspettative diverse.
Per Ulisse, al momento, le mie aspettative sono minime, uscirne con una specie di infarinatura; ma anche meno... uscirne e basta 🤣
Uno si può chiedere perchè allora incaponirsi a leggerlo.
Prima di tutto perchè mi ha sempre ossessionato, come qualcosa che mi manca come lettore.
Inoltre sta rafforzando in me un pensiero che più o meno ho sempre avuto: che leggere è un'esperienza sempre diversa, che si fa in modo diverso e ci dà sensazioni diverse.
E' come camminare in montagna.
A volte si fanno bei sentierini ameni, tutti piani, pieni di cose belle, si arriva alla fine e si pensa: ma che cose meravigliose ho visto, splendido, non ho fatto nemmeno tanta fatica.
A volte si fanno sentierini ameni, ma assolutamenti insulsi, si arriva in fondo e si pensa, ok, bella passeggiata, ma poco interessante. A volte sono così insulsi che anche se sono facile e gradevoli, si preferisce abbandonarli.
Altre volte sono strade erte, a volte assolate, a volte gelate, si arriva in fondo e si pensa: che faticaccia, ma che cose splendide ho visto e mi rimaranno per sempre nel cuore.
Altre volte sono strade sassose, brulle, che ci fanno tornare indietro appena manca il fiato.
Altre volte sono strade sassose, brulle, ma che per qualche motivo ci sfidano, e alla fine ci vogliamo arrivare in tutti i modi. Ci arriviamo e il panorama è sassoso e brullo lo stesso, ma noi sentiamo che la fatica che abbiamo fatto dà un valore a quello che abbiamo vissuto, perchè alcuni stentati fiorellini o fili d'erba che spuntavano fra i sassi, qualche nuvola che è passata sul sole, qualche pozza gelata di neve ci hanno emozionato come mai altre cose, o almeno, eravamo così affaticati che ci siamo lasciati emozionare.

La lettura educa a se stessa.
 

alevale

Well-known member
È il mio stesso obiettivo.
Arrivare alla fine e avere un'infarinatura.
Mi sembra già tanto .
Nel frattempo ieri sera ho trovato una spiegazione del capitolo 11 non male e sono andata a rivederlo sommariamente.
Ne sto venendo un pochino più a capo.
In questo lungo ponte ho intenzione di darci dentro😅
Comunque anche l'11 è andato.
Inizio il 12
 
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