Shakespeare, William

fabiog

New member
La lettura di Shakespeare permette di addentrarsi in un mondo fantastico. Un mondo fatto di versi splendidi, personaggi indimenticabili, storie avvincenti sia comiche, tragiche che di grande informazione storica.
Non c'è forse un argomento che Shakespeare non abbia toccato nelle sue opere, tutte sono una galleria dell'esperienze umane e dei vizi dell'uomo.
Un aspetto che bisogna assolutamente considerare di Shakespeare nelle sue opere è l'aspetto e il contenut filosofico.
In " Characters of Shakespeare's Plays " pubblicato nel 1817 William Hazlitt sostiene ( parlando di Jago ) che S. " era eccellente sia come filosofo sia come poeta " e sempre Hazlitt parlando del " Coriolano" dice che S. scrive " con lo spirito di un poeta e l'acume di un filosofo ".
Per poter considerare al meglio tale aspetto è , però, fondamentale considerare il periodo in cui Shakespeare ha vissuto, periodo compreso tra la fine del XVI sec e l'inizio del XVII. Era un periodo in cui la scienza era agli albori, ma anche un periodo di grande fermento religioso: la Riforma protestante aveva sfidato il Cattolicesimo e iniziavano a serpeggiare le domande su come conoscere Dio, se ci si doveva affidare ai dogmi della Chiesa e su come interpretare le scritture.
Un periodo dunque di grande fermento, incertezza dove il dubbio sulla conoscenza tormentava l'uomo. Shakespeare fù particolarmente toccato da questo periodo, da questo fermento di idee , tanto da essere considerato da molti critici un seguace dello scetticismo e in particolar modo di Michel de Mointagne.
L'opera di Shakspeare è molto incentrata su questo deisderio di conoscenza, sul dubbio che pervade molti dei suoi protagonisti, in particolar modo un aspetto dominante è il " problema delle menti altrui " ossia : come sappiamo quello che gli altri pensano ? ciò che questa persona mi sta raccontando è vero o è falso ?
Su questo problema è imperniata una tragedia come , ad esempio , l'Otello. In tutto il corso della tragedia di fatto Otello si autoinfligge questa domanda, se credere Jago onesto e Desdemona traditrice o viceversa ed è questo tormento, questa incapacità a conoscere oltre alla sua gelosia e, diciamola tutta, la sua stupidità a portare alla distruzione sua e della moglie.
Molte delle tragedie shakesperiane e dei suoi personaggi si scontrano con questo dubbio sulla conoscenza e molti dei suoi protagonisti ne vengono trascinati alla morte pensiamo anche ad Amleto o Macbeth
 

fabiog

New member
Un tema spesso presente nelle opere di Shakespeare è quello concernente l'Io più profondo di una persona e la domanda dominante è : da dove deriva la nostra personalità ? E' qualcosa che ci è data dalla nascita o la sviluppiamo nel corso della vita in funzione delle circostanze in cui ci muoviamo ?
L'opera , forse, più emblematica su questo dubbio su chi realmente siamo e su come effettivamente bisogna agire è Amleto che nel famoso monologo " Essere o non essere " affronta l'eterno dilemma tra l'agire e il non agire.
Nella'idea di Shakesperae il nostro Io è qualcosa di " relazionale e teatrale ". Per il Bardo , infatti , noi non abbiamo un Io unico e assoluto, ma la nostra personalità è determinata da come ci relazioniamo agli altri e dalle situazioni che ci troviamo ad affrontare.
Per Shakespeare la vita e le persone sono alla stregua del teatro e degli attori, ognuno di noi recita la parte che è richiesta in quel momento e in quelle condizioni, possiamo essere in un modo con gli amici, un altro in famiglia, un altro ancora sul lavoro; numerosi sono , se pensiamo bene, i riferimenti che Shakespeare fà nelle sue opere alla vita paragonata ad un teatro, la battuta di Macbeth nell' atto finale, secondo cui l'individuo è " un povero attore , che s'agita e si pavoneggia per un'ora sul palcoscenico e del quale poi non si sa più nulla ", è forse tra le più note.
Questa frammentazione dell'Io è però proprio la causa del tormento di molti dei personaggi di Shakespeare, che si rendono conto di questa divisione interna, di questa continua ricerca di una personalità unita, di essere quasi sconosciuti a se stessi.
La conoscenza di sè così come la conoscenza dell'altro non è sempre sicura; possiamo sbagliarci di grosso sul nostro carattere e sul modo in cui dobbiamo agire. La conoscenza piena di se stessi è quindi un traguardo difficile da raggiungere e spesso è quello finale, e quando molti degli stessi protagonisti delle opere shakesperiane parlano di se stessi è possibile che mentano, non consapevolmente, non solo agli altri , ma anche a se stessi.
Lo scetticismo e la sete di conoscenza inizia quindi all'interno di noi stessi
 
P

ParallelMind

Guest
Shakespeare è troppo vasto, nn riesco a trattarlo tutto neppure in 10 anni.
Lui era spontaneo, e questo ad alcuni può sembrare ingenuo e intuitivo. niente di più sbagliato, perché parliamo di un genio.
E non un genio qualsiasi, ma tra i più grandi esistiti.
Cogliere l'essenza degli aspetti della vita è frutto di ricerca filosofica, così come domandarsi su ciò che sta al di là del confine conoscibile dell'esistenza, e lui l'ha fatto traducendolo in versi e opere stupende, appassionanti, drammatiche, e ricche di protagonisti incredibilmente carismatici.
L'amore, tema dominante delle sue opere, è indefinibile in poche parole e seppur oggi ne diamo scontata la presenza e la consistenza perché cresce la disillusione della gente, l'amore agisce e plasma,permea tutti i nostri gesti quotidiani
Come un dottore del cuore shakespeare con una lente d'ingrandimento c'ha mostrato quel mondo invisibile ma infinitamente più grande di quel che potremo mai comprendere.
E credo che non si sia spinto neppure così oltre
 
Ultima modifica:

fabiog

New member
Shakespeare è troppo vasto, nn riesco a trattarlo tutto neppure in 10 anni.
Lui era spontaneo, e questo ad alcuni può sembrare ingenuo e intuitivo. niente di più sbagliato, perché parliamo di un genio.
E non un genio qualsiasi, ma tra i più grandi esistiti.
Cogliere l'essenza degli aspetti della vita è frutto di ricerca filosofica, così come domandarsi su ciò che sta al di là del confine conoscibile dell'esistenza, e lui l'ha fatto traducendolo in versi e opere stupende, appassionanti, drammatiche, e ricche di protagonisti incredibilmente carismatici.
L'amore, tema dominante delle sue opere, è indefinibile in poche parole e seppur oggi ne diamo scontata la presenza e la consistenza perché cresce la disillusione della gente, l'amore agisce e plasma,permea tutti i nostri gesti quotidiani
Come un dottore del cuore shakespeare con una lente d'ingrandimento c'ha mostrato quel mondo invisibile ma infinitamente più grande di quel che potremo mai comprendere.
E credo che non si sia spinto neppure così oltre

Sono assolutamente d'accordo quando parli di Shakespeare come " dottore del cuore ", effettivamente è in grado di scavare dentro l'animo umano come pochissimi altri autori son riusciti a fare. Il fatto è che Shakespeare nelle sue opere riesce a far emergere tutti i lati e le sfumature dell'uomo e del suo carattere , da quelle positive a quelle più negative ed oscure.
Leggendo Shakespeare ci si rende conto di come i suoi protagonisti possono essere noi e , in certe cose questo può spaventarci.
Pensiamo veramente di non poter mai essere , o di non essere mai stati, uno Jago o un Otello ? O chi di noi non ha mai provato un ambizione smodata alla Macbeth ? O l'odio , la tenebrosità, la paura di scoprire veramente se stessi di Amleto ?
Shakespeare non solo ha sollevato un velo sul mondo invisibile che ci circonda , ma ha sollevato un velo sul mondo invisibile che rechiamo dentro di noi.
 
P

ParallelMind

Guest
si bè era sottinteso che l'universo interiore è il moto alla base dei nostri gesti quotidiani
e come direbbe Shakespeare anche la persona più spietata agisce per quello che non sente nel cuore.
In generale cmq la pensiamo allo stesso modo
 

ilsognatore91

New member
Di Shakespeare per ora ho letto solo due tragedie: "Tito Andronico" (la prima tragedia che abbia mai scritto, molto violenta e sconsigliata se avete lo stomaco debole) e l'immortale "Romeo e Giulietta". Le ho apprezzate tutte e due, ma la seconda mi ha molto coinvolto, forse perchè in fondo sono un romanticone :D.
 
Alto