Stendhal - Il Rosso e il Nero

luxi

New member
E’ stato un libro che alla lunga mi ha sfiancato, i capricci di queste dame di inizio ‘800 e l’ambiguità e doppiezza di comportamento di Julien si sono dimostrati alla fine insopportabili.
Il romanzo, il cui titolo trovo la cosa più riuscita, è vero che offre anche una veduta di carattere politico sociale dell’epoca, ma questa componente rimane soffocata in un insieme costituito da troppo fastidioso sentimentalismo.
Ho trovato piacevoli quei punti in cui Stendhal si insinua come autore nelle pagine del racconto, e rompendo la monotonia della narrazione si espone con stupenda efficacia. Qui ad esempio:
(E qui l’autore avrebbe voluto far seguire una pagina di puntini. “Sarebbe di cattivo gusto - dice l’editore, -e per un’opera così frivola il cattivo gusto è la morte.” “La politica - risponde l’autore – è una pietra al collo per la letteratura, e in meno di sei mesi la fa colare a picco. La politica, nel campo dell’immaginazione, è come un colpo di pistola in un concerto: un rumore lacerante ma senza efficacia. Non si accorda con il suono di nessuno strumento. Questa politica offenderà terribilmente una metà dei lettori, e annoierà l’altra, che ne ha avuto notizia in modo ben più dettagliato ed energico nel giornale del mattino...” “Se i vostri personaggi non parlano di politica –riprende l’editore – non sono dei francesi del 1830, e il vostro libro non è più uno specchio, come voi pretendete...”.)
 

pigreco

Mathematician Member
letto per la scuola una decina di anni fa, e stranamente piaciuto molto (stranamente essendo un libro "obbligatorio"...). tuttavia non credo a suo tempo di averlo apprezzato nella sua interezza, e dopo aver letto di recente "la certosa di parma" e averla apprezzata assai mi propongo, pur essendo una cosa che faccio malvolentieri, di rileggerlo (non amo leggere due volte lo stesso libro per il semplice motivo che essendo le nostre vite assai brevi preferisco vedere più cose possibili).
 

white89

InLove Member
Ho avuto uno strano rapporto con questo libro, ho faticato a leggerlo ma mi è piaciuto molto.

Concordo con chi ha detto che le vicende amorose sono un po' lontane dalla nostra sensibilità, ma chi può negare il fascino di Julien? :mrgreen:

Anche io ho avuto una simpatia altalenante per Julien, ma penso che questo sia dovuto alle molte sfaccettature che lo caraterizzano e che lo rendono un personaggio letterario riuscitissimo! Infatti Julien è prevalentemente ambizioso e calcolatore, ma spesso cade egli stesso nei propri intrighi, (segue spoiler "in bianco") come si vede dalle storie d'amore nate per un desiderio di rapida scalata sociale nelle quali si immedesima al punto di finir ghigliottinato!

Che dire poi del bello squarcio dell'epoca che Stendhal ci fornisce attraverso i personaggi, costruiti molto bene sul modello dei tipi storici allora imperanti, e grazie anche alle sue incursioni nel testo che in poche righe ci dicono molto dell'epoca e della letteratura in generale.

Un libro non facile ma che tutti dovrebbero leggere!
 

Holly Golightly

New member
Premetto che - probabilmente - ho ancora bisogno di tempo per "metabolizzare" il libro. (attenzione: potrei aver sparso degli spoiler!)

All'inizio Sorel non mi è stato simpatico, per nulla. Controllato, finto, "ipocrita"... di un insopportabile mostruoso. Ma il bello dei "romanzi di formazione" è che a metà libro ti affezioni senza nemmeno rendertene conto. Non potrei ora dire che Julien sia uno dei miei personaggi preferiti, ma è sicuramente una di quelle figure che lasciano il segno. Quelle che, più che altro, hanno attirato la mia attenzione sono state le due complicatissime figure femminili, anche se credo che, a differenza dell'autore, io abbia preso molto più in simpatia Mathilde dell'altra. Rappresentano, per come l'ho vista, i due modi diametralmente opposti di vivere l'amore: una con il cuore, una con la testa (o almeno ci prova). E, anche se sembrerà strano, ho trovato molto più affascinante l'amore orgoglioso, razionale e altero di Mathilde.
La scrittura di Stendhal è fantastica, i personaggi trattati in modo sublime... ho bisogno di riflettere ancora un po' su un finale così "particolare", ma anche questo è merito di un capolavoro, quello di rimanere nella testa anche a libro chiuso e riposto in libreria (io l'ho letto su kindle, ma fa lo stesso XD)

5/5, quando un capolavoro è un capolavoro, non c'è niente da dire. Forse meno capolavoro di altri romanzi ottocenteschi, ma pur sempre bellissimo.
 
Ho appena finito di leggere, con un po’ di fatica, il Rosso e il Nero. E’ un romanzo che non mi ha affatto appassionato. Non si discute la capacità artistica di Stendhal: la descrizione degli ambienti, della situazione storica e, soprattutto, dei personaggi è, ma naturalmente non ho scoperto nulla, è artisticamente ineccepibile. Dal mio punto di vista, però ritengo la storia noiosa, fredda. Ai protagonisti, allo stesso Sorel, manca il fuoco. E’ come se tutto rimanesse a livello cerebrale e avesse difficoltà a scendere nell’anima. Forse è il carattere francese. Non saprei, visto che nello stesso secolo la Francia ha “partorito” Hugo e Dumas. Avevo intenzione un domani di affrontare la Certosa di Parma: ora ho qualche perplessità. Qualcuno me le può dissipare?
 

Nerst

enjoy member
Se penso che il protagonista del romanzo ha soli 22 anni, non mi può sembrare vero il fatto che è intrinseca in lui una spiccata voglia di avvalersi di ciò che è stato il suo status dall' infanzia fino all' età adulta. Forse lo stesso Sthendal ha voluto mettere se stesso in Giulien.
All' inizio ho visto in lui la voglia di migliorarsi in un modo troppo duro, perché pur di emergere si copre di cinismo e appare arrivista, ma poi arriva...il sacrificio...egli riconosce di vivere una vita non sua, vorrebbe intraprendere la vita militare, ma si ritrova per sette anni in seminario, forte del pensiero che solo gli studi gli permetteranno di avvalersi contro il mondo tedioso dei nobili che frequenta per necessità, ma che vorrebbe evadere.
Il romanzo è un viaggio introspettivo, una ricerca di se stessi anche nel sentimento dell' amore, che Giulien vive con due donne che si trovano ai poli opposti per come sono, per come lo amano, per come vivono la vita. Le vicende sentimentali porteranno il protagonista a vivere il suo cuore, credendo di essere amante in un modo, ma riconoscendosi solo nel triste epilogo per com' è realmente, mettendo a nudo la sua anima.
Lo consiglio per un viaggio riflessivo.
 

LearnToKill

New member
Ho letto questo libro molto lentamente nonostante non l'abbia trovato assolutamente ostico o poco scorrevole, ma più di una decina/ventina di pagine alla volta, tra impegni vari, non riuscivo a leggere. Per il momento credo che sia il libro più introspettivo che abbia mai letto. In particolare vediamo la figura di Giuliano Sorel, descritta nei minimi particolari, sia fisici sia, appunto, psicologici. Ho apprezzato particolarmente i tratti in cui i suoi pensieri scorrevano senza alcuna logica o ordine, proprio come effettivamente si presentano i pensieri di tutti. Un personaggio un po' tormentato tra storie d'amore travagliate, in continua lotta con se stesso e con la società della Francia della prima metà dell'800. Un libro che consiglio assolutamente.
 
A

Adelina

Guest
molto piacevole

Ho iniziato questo libro da un paio di giorni, mi piace molto il modo di descrivere l'ambiente e lo trovo scorrevole.
Qualcuno lo sta leggendo in questi giorni?
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
attenzione spoiler sulla fine

Era da tanto che volevo leggere questo romanzo, ma poi rimandavo sempre perché mi ero fatta l'idea che fosse noioso, troppo descrittivo e soprattutto troppo incentrato sulle vicende storiche :boh: (tipo Hugo, che non ho mai letto proprio per questo motivo).
Invece mi sono dovuta ricredere, anzi, alla fine ho trovato anche troppo presente la narrazione più "leggera", quella sulla seconda storia d'amore del protagonista, Julien, uomo per cui io ho provato molta tenerezza e che non ho percepito così odioso e insopportabile come è stato per altri utenti, cercando di apprezzare i suoi pregi piuttosto che amplificare i suoi difetti.
Ho condiviso molto la parte riguardante la religione, mi è sembrato di capire che l'autore più che con Dio stesso ce l'avesse con il clero, i cui rappresentanti hanno spesso rovinato l'idea di Dio che potrebbe essere più positiva per l'uomo. Infatti Julien/Stendhal preferisce il Dio di Voltaire: buono, giusto e infinito, differente da quello della Bibbia che è "un piccolo despota crudele e vendicativo".
Ho trovato il finale (che non avevo previsto) piuttosto "shakespeariano" nella sua tragedia (la morte naturale successiva -di soli tre giorni- della sua unica e vera donna amata), e ho apprezzato la forza e il coraggio di Julien di restare impassibile di fronte alla morte prevista per lui, nonostante lui non sia materialmente colpevole (ma nel suo pensiero lo era), restando M.me de Renal illesa dal suo colpo di pistola.

Questo è il link del mg ancora in corso dove troverete i miei commenti più nello specifico:
http://www.forumlibri.com/forum/gruppi-lettura/19851-161-mg-il-rosso-e-il-nero-di-stendhal.html
 

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Ammetto che questa è stata una delle letture più difficili che mi sia capitata, escluso Guerra e pace (che poi votai comunque in modo positivo) che l'anno scorso mi ha tenuto impegnato per mesi. E ammetto che, prima di questa recensione, mi sono fermato a leggere le altre recensioni qui sul forum e le riflessioni di chi lo ha letto in minigruppo, oltre alle informazioni riportate su wikipedia.
Il fatto è che se da un lato riconosco il valore del romanzo e il suo contenuto, d'altra parte non riesco a sentirlo completamente. Già conoscendo il periodo in cui è stato scritto è normale concludere che la trama è utile ma non è il solo fine per cui l'autore scrive, di solito il romanzo diventa un modo per mostrare uno spaccato di un'epoca, con la sua cultura, i suoi problemi, ecc.
Però per me ciò che risalta di più, diversamente ad esempio da un libro come Guerra e pace, è la trama, anche se le riflessioni e i temi messi in gioco nel romanzo sono tanti. Però nemmeno la trama mi soddisfa, perché ad eccezione del finale (che però ho trovato anche fin troppo pesante) l'inizio è lento e tarda a far capire dove si voglia andare a parare. Questo, forse, perché uno dei temi principali è l'amore, o la passione se vogliamo, e quindi non ci sono molti avvenimenti degni di nota (almeno per me).
Da quanto dice Wikipedia il rosso e il nero del titolo probabilmente si riferiscono a vari temi contrapposti, in particolare quello fra il rosso della passione e il nero della morte. Oltre questi due, che acquistano significato solo alla fine, il protagonista Julien matura nel corso del romanzo ma la sua attenzione passa continuamente dall'ambizione all'amore, dall'amore alla famiglia e allo stato sociale, in un circolo continuo. E sino alla fine comunque non si deciderà a prendere una decisione che vada in una sola direzione (evito di entrare nei particolari per non cadere nello spoiler).

Altra cosa che ho notato è un continuo ritorno alla religione, sia nella storia del protagonista sia nelle sue riflessioni, specie nella parte finale. Infatti mi sembra che a parte l'evidente contrasto ricco/nobile-povero/povero (lasciatemi passare questo contrasto) il tema più importante a livello sociale sia proprio quello religioso/politico. Ed è proprio il protagonista a rappresentare in qualche modo questi contrasti con la sua vita (umili origini, desiderio e ambizione, ecc.) e quindi a far scaturire la riflessione.

Provando a tirare le somme ho trovato questo romanzo, per altro tratto da un fatto di cronaca, abbastanza lungo e impegnativo. Soprattutto lungo, pensando al fatto che, sempre comparato a Guerra e pace, gli avvenimenti non sono poi così tanti, così come il numero di personaggi che gioca un ruolo importante nella storia. Di sicuro il romanzo ha il suo significato, specie visto nel suo contesto, ma ho avuto bisogno di un aiutino esterno per andare oltre le riflessioni più basilari sul suo significato.
Senza nulla togliere al suo valore per me è più un no che un sì, non mi sentirei proprio di rileggerlo. Basti pensare che Guerra e pace è stata per molti versi una lettura molto più sofferta eppure penso di rileggerlo un giorno, mentre questa è una lettura che non penso di ripetere.

Voto: 3 stelle (ne darei due e mezza se non fosse che il romanzo ha appunto un valore che va oltre la trama).
 
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