Celine, Louis-Ferdinand

Quelo

Ineffabile
...l’autore adotta una prosa cruda e allucinata per descrivere miserie e degradazioni umane...
Celine andava assolto dalle accuse di antisemitismo solo per l'abilità con cui descrisse il gioielliere |uttaniere (suo datore di lavoro) e come gestivano il manicomio in cui lavorava. Anche i fatti narrati nel suo lavoro da medico condotto sono un fantastico pugno nello stomaco. Dopo aver letto questo libro mi tornano in mente certi suoi pensieri ogni qual volta parlo con un medico... e divento scettico e sospettoso.
Comunque ritengo questo libro uno dei più belli del novecento. Anche Morte a Credito è da leggere. Ma è molto diverso. E non altrettanto scorrevole.

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Mizar

Alfaheimr
Celine andava assolto dalle accuse di antisemitismo solo per l'abilità con cui descrisse il gioielliere....
Non concordo. Luigi era quello che era dal punto di vista delle opinioni politiche (come Mishima, Pound etc..).
Rimane uno dei maggiori geni del Novecento ed oltre :wink:
 

Bluedress

Member
Posto anche qui quello che ho postato nella sezione Biblioteca sotto il topic dedicato a Viaggio al termine della notte.
Queste sono due righe che avevo scritto su un mio blog a proposito di Celine e di questo romanzo:

A cinquanta anni dalla sua morte, Louis Ferdinand Céline ancora divide gli animi e le coscienze per quello che fu il suo dichiarato antisemitismo, tanto che in Francia è stato inserito a fatica nell’annuario 2011 del «Recueil des Célébrations nationales» che elenca i vari anniversari che ricorrono in Francia ogni anno, suscitando non poche polemiche.

Cerco di soffermarmi sull’artista e non sull’uomo, le cui scelte e pensieri sono opinabili e non condivisibili. Come ha detto al riguardo Henri Godard, professore della Sorbona, “siamo ormai in grado di riconoscere l' arte anche quando non coincide con i nostri valori morali, o li contraddice”.

La lettura è stata Viaggio al termine della notte, forse la sua opera più importante, di sicuro un grandissimo affresco del ‘900, irriverente, dissacrante, ironico, vero. Perché il merito di Cèline è quello di riuscire a comunicare “di pancia” i pensieri, le amare riflessioni, le contraddizioni di un’epoca. Colpisce il suo scritto diretto dove non fa sconti neppure a se stesso, includendosi e sottoponendosi alla severa critica riservata all’uomo, dove tutte le sfumature più meschine sono messe a nudo, dando voce con coraggio ai pensieri da tutti pensati ma che nessuno ha il coraggio di pensare ad alta voce.

Lo stile è ritmato, mai banale, sembra quasi seguire i tempi di una grande commedia comica.

Consigliato: a chi cerca qualcosa di concreto, senza perdersi in strade fantasiose che rincorrono sogni irraggiungibili. A chi vuole leggere una fotografia autentica della prima metà del secolo passato.
 

Frundsberg

New member
Celine andava assolto dalle accuse di antisemitismo solo per l'abilità con cui descrisse il gioielliere |uttaniere (suo datore di lavoro) e come gestivano il manicomio in cui lavorava. Anche i fatti narrati nel suo lavoro da medico condotto sono un fantastico pugno nello stomaco. Dopo aver letto questo libro mi tornano in mente certi suoi pensieri ogni qual volta parlo con un medico... e divento scettico e sospettoso.
Comunque ritengo questo libro uno dei più belli del novecento. Anche Morte a Credito è da leggere. Ma è molto diverso. E non altrettanto scorrevole.

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No, Céline era un antisemita convintissimo, altroché!
Cerchiamo di non spacciarlo per ninfa dai candidi manti...
 

praschese89

New member
Non ho mai letto questo autore e dopo le feste natalizie ho deciso che leggerò un suo libro!:mrgreen:TUNZZZ

C'è qualcuno che può consigliarmi se iniziare da Viaggio al termine della notte o da Morte a credito?
 

VEGA

New member
Da poco mi hanno regalato Viaggio al termine della notte, ho letto qualche pagina ma non mi ha entusiasmata, credo che lo leggerò nelle vacanze natalizie.
 

Zingaro di Macondo

The black sheep member
Dopo di lui niente è stato come prima, non in letteratura per lo meno.

Celine non voleva fare lo scrittore, non sentiva l’urgenza della parola scritta. Non gli dava alcun sollievo battere sui tasti. Disse che Viaggio al termine della notte fu scritto perché voleva comprarsi una casa. Abbassò la letteratura al livello degli altri passatempi, perché l’uomo, anche nella sua essenza, è nulla. Fare l'ortolano, pescare, mangiare fragole o scrivere libri sono sintomi della stessa incurabile malattia: la vita.

Già Leopardi disse che il destino dell’uomo è talmente misero che basterebbe lui solo per darci l’istinto dell’abbraccio. Siamo naufraghi su una barca in mezzo a una tempesta senza speranza, ma nonostante questo riusciamo a sgozzarci l’un l’altro, per il potere, per i soldi, per il niente che rappresenta tutto questo. Celine ci racconterà il suo stupore di fronte al male che gli uomini possono fare per nulla e nel nulla. Un viaggio terribile al termine di una notte senza fondo.

I soloni che fanno la ruota come i pavoni, autoreferenziali fino al punto da nominarsi critici letterari in perfetta autonomia (e solitudine), criticano Celine per il suo filo nazismo. Molti di loro non avranno manco letto Voyage au bout de la nuit. E se l’hanno letto non l’hanno capito. Viaggio al termine della notte è il romanzo più pacifista che sia mai stato scritto, tra le righe si respira una richiesta di pace per l'assurdo che rappresenta il suo contrario e non in base ad un’etica superiore che avrebbe dovuto guidare la razza umana. Celine vedeva la pace come l’unico rimedio alla notte nella quale ognuno di noi sprofonda appena esce dall’utero materno.

E lo fa in un momento in cui la prosopopea nazionalista è in voga ovunque. La guerra era un fuoco necessario al ringiovanimento, alla rivoluzione, all’abbondanza, allo sviluppo dell’economia, al prosperare della borghesia, dell'aristocrazia, del proletariato.

Essere filo nazisti negli anni ’30 non significava nulla. Molti, come Celine, ci sono caduti e di certo lui si augurava un franco-germanesimo che avrebbe, secondo il suo punto di vista, tirato fuori il meglio dall'Europa. E, forse, dal punto di vista prettamente culturale non aveva tutti i torti.

Celine era un folle solitario che si chiuse nella propria casa di Meudon. Gallimard gli chiese il motivo per cui avesse accettato la sua intervista, gli chiese se il motivo fosse lo stesso che lo spingeva a scrivere. Se c’era un’urgenza. Di raccontare, di esternare o di altro tipo metafisico, come solo l’uomo dotato di animo superiore può.

Perché mi pagate, rispose Celine, avendo cura che il proprio pappagallo non uscisse dalla finestra.
 

Grantenca

Well-known member
L'ho letto molto tempo fa e sinceramente mi aveva un po' deluso. Forse mi aspettavo qualcos'altro. Alla luce delle vostre recensioni potrei pensare anche a rileggerlo.
 
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