Dostoevskij, Fedor - I demoni

pigreco

Mathematician Member
"I demòni" è un romanzo di rara modernità e di infinito spessore. Dostoevskij ha avuto il dono di prevedere un secolo di storia, di intuirne le ragioni profonde prima che i fatti accadessero, dimostrandosi non solo uno dei più grandi scrittori di sempre ma anche uno dei più fini conoscitori dell'animo umano. Ho trovato questo romanzo davvero illuminante, anche riguardo a tematiche di primissima attualità. Nell'800 c'era un uomo che scrivevo che la forza di un popolo è proporzionale all'originalità del suo Dio, che se dei popoli uniscono e rendono comuni i loro dèi perdono la loro forza, che non si è mai visto un grande popolo senza un Dio che lo caratterizzasse, per il semplice motivo che quello sarebbe un popolo non più in grado di distinguere il bene dal male... Vogliamo discutere di quanto un ragionamento del genere sia attuale? Dopo aver letto questo libro (ancor più che dopo la lettura dei Karamazov o de L'idiota) non si può non considerare il buon Fedor un genio assoluto. "I demòni" fa parte di quei romanzi che vanno letti a tutti i costi una volta nella vita.
 

elesupertramp

Active member
....." che la forza di un popolo è proporzionale all'originalità del suo Dio, che se dei popoli uniscono e rendono comuni i loro dèi perdono la loro forza, che non si è mai visto un grande popolo senza un Dio che lo caratterizzasse, per il semplice motivo che quello sarebbe un popolo non più in grado di distinguere il bene dal male... .

questo è un passaggio che è rimasto molto impresso anche a me...le pagine in cui è sviluppato questo ragionamento sono quelle che mi hanno più colpito e fatto riflettere, ma io non l'ho ancora finito..:wink:
 

skitty

Cat Member
Trama da Ibs
Petr Verchovenskij, guidato ideologicamente dal demoniaco Stavrogin, è a capo di un'organizzazione nichilista e lega i suoi seguaci con una serie di delitti. L'ultima vittima è Sciatov, un ex-seguace convertitosi alla fede ortodossa. Per coprire il delitto Petr obbliga Kirillov a scrivere una lettera di autodenuncia, prima di suicidarsi. Altri delitti, apparentemente immotivati, seguono e solo il suicidio di Stavrogin che si impicca nella soffitta del suo appartamento, sembra porre fine all'azione di questi "demoni.



Commento
Mi vergogno un pochetto nell'esprimere la mia opinione, perché ho trovato questa lettura pesantissima, tanto che l'ho trascinata per mesi intermezzandola con molti altri libri... Proprio non riuscivo a trovare scorrevolezza e passione tra queste pagine, pur avendo scelto questo libro riconoscendo che si tratta di un capolavoro...
Sono rimasta molto colpita dalle considerazioni sulla società, dal messaggio generale del romanzo, dall'atrocità delle considerazioni sul bene e il male. Penso quindi che sia valsa la pena assolutamente di arrivare fino all'ultima parola.
Nonostante questo non posso nascondere che sia stata una faticaccia passare attraverso tutti quei nomi (che poi, sono io che sono stordita, oppure davvero ogni persona viene chiamata in un sacco di modi, e uno se ne accorge solo alla fine del libro??), quei dialoghi lunghi e assurdi, quelle parti che non apportano nulla alla storia...
Chissà, magari sono io che non l'ho letto nella giusta predisposizione, e sto facendo una figuraccia :ad:, però in tutta onestà devo dire che non mi è piaciuto. Voto: 3.


 

LowleafClod

e invece no
Considerato secondo alcuni la continuazione ideologica di delitto e castigo, questo romanzo è uno straordinario anticipatore dei drammi e dei conflitti della nostra epoca. C'è tutto Dostoevskij, nei contrasti tra il terreno e il religioso, tra sacro e profano, nella scabrosità del delitto e del suicidio, negli sviluppi delle malattie mentali, nei personaggi, così ben delineati, profondi, e così numerosi, tanto da tessere una trama fittissima e a tratti non pienamente compresibile. L'elemento di novità che contraddistingue i demoni è senza dubbio il tema politico, mai così approfondito nelle altre opere. E' chiara la posizione di Dostoevskij, chiarezza rimarcata anche nel titolo dell'opera, nei riguardi delle avanguardie rivoluzionarie della Russia della fine dell'800. I demoni non sono altro che gli antenati dei nostri terroristi, in cui la corruzione religiosa o ideologica sfocia in moti rivoluzionari che mai cambieranno la realtà.

Mi piace come El tipo descrive questo libro, ha reso bene l'idea. Avevo letto qualcosa di Dostoevskij ma aprendo questo, mi è parsa molto diversa la sua scrittura, inoltre è una delle ultime opere dell'autore e secondo me una delle più elaborate.
Questi demoni che emergono in un clima apparentemente conservato e borghese, sono le vere anime dei protagonisti, quegli stessi porci posseduti che si buttano nel precipizio, ed ogni personaggio del racconto infatti, tramite le sue stesse azioni e convinzioni, finirà col distruggersi allo stesso modo.
Kirillov è senza dubbio il personaggio che mi ha attratto di più, con il suo ateismo e la volontà di voler dimostrare a tutti i costi le sue convinzioni, volendo togliersi anche la vita. Stavroghin invece rimane per me una figura misteriosa, diviso tra la violenza verso se stesso e gli altri e una strana moralità: è quello che ho capito meno. Verchovenskij invece è il classico pazzo ma furbo leader che, nascosto nell'ombra, raduna le persone intorno a sè adulandole, ingannandole e facendogli credere di inseguire l'idea giusta e rivoluzionaria. Sciatov non diventa che una vittima degli eventi, un personaggio che verso la fine del libro sembra trovare pace nella sua vita, ma che non può fuggire l'inesorabile sorte che spetta a tutte le persone coinvolte nell'organizzazione.

Ho faticato a iniziare questo libro perché all'inizio mi pareva assolutamente privo di ''demoni'', ma poi la serie di eventi accompagna verso qualcosa di più intricato e pieno di lati oscuri, fino a condurre, quasi verso la fine, a uno scenario violento fatto di omicidi che segnano il passato e il presente (di futuro rimane poco) dei protagonisti.

Che dire, non ho letto tutti i suoi libri, ma questo rimane una denuncia grande e palese del lavoro di Dostoevskij.
 

Zanna

Re Shulgi di Ur
Dostoevskij é un maestro. Ancora una volta ci dimostra come nonostante la storia proceda nel suo incedere e il mondo cambi il suo volto da un punto di vista sociale e politico, l'essere umano, o meglio, l'animo dell'uomo, nonostante tutte le novità della tecnica, delle scienze e della filosofia, rimane sempre lo stesso, la sua natura, i suoi demoni e le sue utopie sono destinate a permanere intatte.
Un libro capace di penetrare in profondità, di scavare e di anticipare non solo la rivoluzione russa, ma anche l'attuale conflitto tra occidente e oriente.
Pëtr Stepanovič Verchovenskij e i suoi uomini sono una versione embrionale delle cellule terroristiche odierne.
 

Denni

New member
Dostoevskij "Non ci racconta ciò che avviene ma ci costringe a scendere nel sottosuolo per obbligarci a guardare dentro noi stessi. [...] Dobbiamo a Dostoevskij la diagnosi più profonda e completa della malattia moderna: la scissione psichica, la coscienza divisa.[...] Dostoevskij è attuale. La sua è un'attualità morale e politica : ci insegna che la società non è una lavagna e che l'uomo, creatura imprevedibile, sfugge a ogni definizione e pressione, anche a quelle del tiranno convertito in geometria."

da "Dostoevskij nostro contemporaneo" di Octavio Paz


"I demoni" è il libro più bello che ho letto fino ad ora. 10/10
 

samantha.bevoni

New member
Master

Ritengo I Demoni, o Gli Ossessi, l'opera maggiormente riuscita di Dostoevskij. Ho avuto bisogno di mesi per leggerlo e ancora di più per apprezzarlo nella sua grandezza. Tuttavia, uno dei più grandi capolavori della letteratura (almeno di quella da me letta).
 

bonadext

Ananke
Devo dire che mi aspettavo un'opera di ben altro livello, più simile a I Fratelli Karamazov, invece mi è sembrata più una gran commedia! I Demoni risulta un romanzo dalla prosa impeccabile e sempre scorrevole, ma che ho trovato piuttosto scarso a livello di contenuti. Comunque ha il pregio di non annoiare mai anche se il finale risulta abbastanza confusionario. Questi "personaggi demoni" mi sono sembrati più delle figure grottesche e prive di quel carisma necessario per fare veramente presa sul lettore e diventare dei simboli della letteratura universale.
 

Spilla

Well-known member
Alla mei terza lettura, finalmente sono riuscita a cogliere questo grande libro. Era ora :mrgreen:
Anche io sono colpita dall'estrema preveggenza di Dostoevskij, è riuscito a cogliere gli anfratti, i movimenti spirituali, l'estrema decadenza e desiderio di "annullamento" della società russa cinquant'anni prima della rivoluzione d'ottobre. Questa lettura andrebbe accostata a quella dei libri di storia, per arrivare a capire le ragioni profonde che hanno spinto un popolo a rovesciare un sistema prima e ad accettare i profondi compromessi e la nuova povertà e sudditanza che ne sono conseguiti.
Tutto ciò che è accaduto dopo era già stato colto e, in qualche modo, "previsto dal caro vecchio Fedor.
Un genio assoluto.
 

Minerva6

Monkey *MOD*
Membro dello Staff
Siccome qualcuno mi ha minacciata :mrgreen: posterò almeno uno stralcio di commento :wink:.

Questa lettura è stata per me sempre coinvolgente, anche se in confronto agli altri romanzi già letti l'ho trovata piuttosto confusa, ho fatto più fatica a ricordare i vivi e i morti e a mettere a fuoco tutti i personaggi soprattutto quelli minori.
Penso che la storia sia stata sentita molto dall'autore visto che riguarda proprio la sua terra russa e pone l'accento sulla degradazione morale della gioventù dell'epoca, attraverso l'adesione alla dottrina filosofica del nichilismo, che lui condanna fortemente.
Petr e Nicolaj sono i giovani protagonisti principali attorno a cui ruotano altre losche figure che si avvicendano per tutto il romanzo, confondendosi tra i pochi che ancora non appartengono del tutto al male e tra chi invece ci è già completamente immerso.
La figura di Kirillov è quella che mi ha colpito più di tutti, col suo "filosofeggiare" sul ruolo della mancanza di coraggio negli uomini per attuare il suicidio, però reputo il suo compagno di viaggio, Satov, quello che credeva maggiormente nella vera causa in maniera più pura.
Stepan poi l'ho sentito vicino a me per la sua mancanza di capacità di autorealizzarsi e portare a termine le proprie aspirazioni, per paura o per senso di inferiorità.
Le donne le ho trovate molto attive e capaci di decidere liberamente da sole il proprio destino anche a costo di stravolgere negativamente la propria esistenza e quella degli altri.
 

Valuzza Baguette

New member
Che dire...a tratti l'ho trovato coinvolgente,morboso,non riuscivo a smettere di leggere e a tratti ho dato fondo alle mie riserve di caffè in dispensa...alti e bassi per me in questa lettura.
Mi sono piaciuti moltissimo alcuni personaggi,mi sono letteralmente innamorata di Varvara Petrovna,cosi algida all' apparenza anche se in verità forse è nel romanzo quella dotata di caratteristiche più umane,l'unica che non pensa unicamente a se stessa.
Sono contenta che mi sia stato consigliato;leggero di sicuro altre opere di questo scrittore.
 
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