Hesse, Hermann - Narciso e Boccadoro

EgidioN

New member
E' rimasto tutta l'estate a prender polvere nella mia libreria, in attesa che arrivi il libro del GdL lo inizio... vi farò sapere presto!

Tempo fa vi scrissi che vi avrei saputo dire a breve, e poi me ne dimenticai, scusate. Poi lo lessi. Bellissimo libro, breve ed intenso.
 

Lin89

Active member
L'ho letto durante l'estate qualche anno fa, unica estate in cui il prof ci diede dei libri da leggere. Ovviamente lo lessi solo io. -.-''

Mi era piaciuto moltissimo. Il contrasto dei due personaggi è evidentissimo, ma nonostante questo si crea un bellissimo rapporto d'amicizia (?).

Consigliabilissimo. Assolutamente.

Ho un po' voglia di rileggerlo.
 

Altair

New member
L'ho letto durante l'estate qualche anno fa, unica estate in cui il prof ci diede dei libri da leggere. Ovviamente lo lessi solo io. -.-''

Mi era piaciuto moltissimo. Il contrasto dei due personaggi è evidentissimo, ma nonostante questo si crea un bellissimo rapporto d'amicizia (?).

Consigliabilissimo. Assolutamente.

Ho un po' voglia di rileggerlo.

(ride) sbaglio o qualcuno ha qualche dubbio riguardo il "bellissimo rapporto d'amicizia"??
 

pigreco

Mathematician Member
Beh, direi che i riferimenti al fatto che tra i due protagonisti ci fosse una vera e proprio attrazione oltre che una amicizia direi che è palese. Se non sbaglio si fanno riferimenti ad amori tra uomini all'interno della scuola. Simili rapporti omosessuali, anche se in maniera più velata, si ritrovano anche ne "Il giuoco delle perle di vetro"; anche in quel romanzo le conclusioni in merito al tipo di amicizia vengono lasciate al lettore pur non dando possibilità di sbagliare.
 

laVispaTeresa

New member
bellissima lettura...la scuola me lo ha fatto conoscere e da poco l'ho riletto con un forte desiderio di ripercorrere una vita con Narciso e Boccadoro! consigliatisssimo
 

lemmi

New member
Ricordo di averlo letto a 16 anni...pertanto, molto tempo è trascorso...ma ricordo che mi era piaciuto davvero tanto.
 

omino

New member
Mi mancano 20 pagine per finire di leggerlo.
Che dire???Bellissimo libro,bellissima storia,che intreccia le figure di due personaggi completamente diversi,ma praticamente inseparabili (perchè dopo il lungo peregrinare di Boccadoro i due si rincontrano).
In comune con Siddharta (che pure ho letto),questo libro,ha la caratteristica di essere un romanzo di formazione.
Ve lo consiglio!!
 

Rossi

New member
Sinceramente non mi è piaciuto più di tanto. La prima parte sì, ma quando Narciso lascia il collegio l'ho trovato un po' noioso. Ad un certo punto ho lasciato perdere, non riuscivo più ad andare avanti!
 

Jessamine

Well-known member
La storia di un'amicizia straordinaria, che sfiora legami profondi che vanno oltre la normale amicizia, dal senso di fratellanza all'amore.
Narciso, l'austero intellettuale, è un personaggio che mi ha colpito molto: la sua presenza fisica si limita alla parte iniziale e a quella finale del romanzo, eppure, anche nel corso di tutte le peregrinazioni dell'amico Boccadoro, la figura di Narciso è pur sempre presente, anche se solo in un ricordo appena accennato, anche quando non esplicitato.
Ho trovato splendido il momento in cui Boccadoro, per convincere il maestro di scultura a prenderlo come suo assistente, decide di disegnare proprio la figura del suo più caro amico.
La prima volta che lo lessi, ricordo che inciampai un pochino nello stile, trovandolo per i miei gusti un po' prolisso e "ostico", ma ad una rilettura più matura, sono riuscita ad apprezzare molto di più la maestria di Hesse.
Interessante anche la descrizione degli orrori della peste, che nonostante sia piuttosto cruda e veritiera, viene riferita quasi en-passant dalla freschezza di un Boccadoro che, pur spaventato e profondamente colpito da ciò che lo circonda, sembra viverlo con una naturalezza sorprendente.
L'unica cosa che non mi ha convinto sono le psicologie dei personaggi femminili: se non fosse per Agnese, che è forse l'unica figura femminile che si distacca dalle altre, le restanti figure femminili mi sono sembrate appiattite su un unico modello. Certamente questo è dovuto anche al fatto che loro non avrebbero dovuto avere nessun ruolo attivo nella vicenda, ma solo un ruolo di contorno, ma ecco, questa è l'unica cosa che mi ha lasciata un po' perplessa.
Per il resto, è un romanzo che ho molto apprezzato.
 

MadLuke

New member
E' un romanzo sconvolgente, di grande delicatezza e al tempo stesso intensità.
Narciso è un giovane e dotato monaco, votato alla fede e alla ricerca spirituale, Boccadoro è dapprima suo allievo e grande ammiratore, per la sua indubbia cultura e carisma, e sceglie tuttavia di perseguire la verità in maniera opposta rispetto al suo mentore, ossia tramite la ricerca del piacere dei sensi.
A dispetto del titolo, l'opera è palesemente incentrato sulle vicende di Boccadoro, proprio perché tra i due è quello la cui natura lo porta vivere le esperienze più varie e drammatiche. Proprio il susseguirsi così rapido dei piaceri cui si offre, nonostante la soddisfazione che gli arreca, gli rende ineluttabile la constatazione che per quanto piacere egli possa accumulare, o per quanto possa amare o essere amato, questo non gli risparmierà mai una sottile vena di malinconia esistenziale, il male di vivere, la resa finale d fronte all'evidenza che il tempo passa incurante di ognuno di noi, che qualunque piacere, così come qualunque dolore, lieve o grave che sia non è altro che effimero (credo di ravvisare in questa considerazione l'influsso che le grandi religioni indiane hanno avuto sull'autore durante il suo soggiorno in India). E tuttavia nel corso delle sue peregrinazioni impara che non tutto è stato vano, realizza che ogni suo gesto, ogni tentativo di avvicinarsi all'arte o alle donne, è stato un passo in più nell'avvicinamento spirituale (nonostante egli abbia ripudiato Dio e la fede) a quella madre che ricorda solo vagamente e non ha mai conosciuto. Ancora più importante del dare il senso alla propria vita, si rivela quindi per lui l'attribuzione del senso alla morte, cui è ormai certo costituirà il ricongiungimento cercato per una vita intera.
Il monaco Narciso rappresenta la perfetta antitesi dell'amico artista, tanto dedito alla contemplazione quanto lo era al piacere il secondo. Nella sua costante laboriosità, nella cultura e nelle scienze, in definitiva nello scoprire per vie astratte l'armonia divina in ogni aspetto del creato.

Personalmente mi sono riconosciuto in modo diverso in entrambi i personaggi, in Boccadoro per lo struggimento con cui avverte la domanda di senso dentro di sé, e con Narciso per la via con la quale persegue la risposta, o per lo meno in maggior misura, giacché io certo non sono un monaco. E più di tutto mi ha dato soddisfazione l'ultimo periodo dell'ultimo capitolo, quando Boccadoro rivolge la fatidica domanda all'amico fraterno. Per la provocazione che gli lancia, per la condi-visione della morte e non ultimo per il modo in cui si rendono uno compagno di vita per l'altro, amici.
 

Ugly Betty

Scimmia ballerina
Eros e logos, natura e spirito, Boccadoro e Narciso: due facce della stessa medaglia.

Boccadoro e Narciso rappresentano il dissidio dell'uomo tra mente e corpo. Ognuno di noi cerca un integrazione e un compromesso tra natura e spirito, tra Eros e logos, tra Boccadoro e Narciso.
Boccadoro si lascia guidare dai sensi, dal corpo, dal venter.
Narciso dalla mente, dall'ascesi, dal filosofeggiare.
Qual è la giusta via di mezzo tra questi due estremi?

Non è il nostro compito quello di avvicinarci, così come non si avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra méta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparar a vedere ed a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento.
 

Wonderman83

New member
Un classico meraviglioso

Un libro stupendo che consiglio a tutti, un classico da avere che veramente lascia il segno.L'azione e la contemplazione, la passione e l'ascesi, l'arte, la spiritualità insieme alla filosofia e alla psicologia si inseriscono in questo magnifico disegno letterario, opera di un genio. Tutti siamo stati nella vita dei Narciso o dei Boccadoro, due facce quindi della stessa medaglia, due aspetti dell'umano che insieme dipingono la Vita.
 

bonadext

Ananke
Hesse è un'autore difficile da interpretare, spesso criticato o osannato, mi trovo in difficoltà a commentare o a dare un giudizio ai suoi scritti...
Questo libro non mi ha convinto, era partito bene, le prime 70 pagine mi sono piaciute e il personaggio di Narciso l'ho trovato subito interessante. Peccato che dopo vengono narrate solo le avventure di Boccadoro (mi sono sembrate avventure erotiche in stile "decamerotico"!), che ho trovato in parte noiose e ripetitive. Ma è soprattutto nel personaggio di Boccadoro che non riuscivo a identificarmi e con il suo modo di vivere. Questo libro l'ho trovato molto simile a Siddharta (romanzo che ho preferito a questo), lo stile di scrittura delicato e favolistico è lo stesso.
Tra il filosofico e lo sdolcinato questo libro mi lascia il dubbio del suo valore letterario. Kitsch.

Voto: 3
 

Grantenca

Well-known member
Il libro inizia in un monastero e termina nello stesso monastero. E la storia di un bellissimo ragazzino (Boccadoro) predestinato (per volontà del padre) alla vita claustrale. Nel suo volonteroso percorso incontra un maestro con solo qualche anno più di lui(Narciso), ma con doti notevoli di carattere e di sapienza anche lui votato (ma per volontà sua) alla vita monacale ma, proprio per le sue notevoli qualità, destinato a posizioni di comando. Nasce tra i due, del tutto opposti come carattere, una sincera amicizia e Narciso apre gli occhi a Boccadoro e lo rende consapevole che il suo posto non è nel monastero ma fuori, nel mondo. Così egli fugge dal monastero ed inizia una vita piena, avventurosa, con alti e bassi, ma sempre come gli detta il suo carattere, il suo temperamento e il suo talento. Stella polare di questa sua esistenza è il rapporto con l’altro sesso. E’ un bellissimo ed affascinate ragazzo ed ama tutte le donne che incontra, zingare, contadine, damigelle, non certamente in modo platonico ma, a modo suo, in modo molto rispettoso. Nel rapporto con l’altro sesso egli dona tutto se stesso, tutta la sua prorompente sensualità, ma altrettanto riceve dalle donne che lo adorano. In questo suo atteggiamento forse cerca anche il grande amore che gli ha donato la madre ma solo nei primissimi anni di vita prima di essere allontanata da lui per vicessitudini familiari. Durante questo suo percorso scopre la sua vera vocazione (che l’amico Narciso aveva da tempo intuito) che è la rappresentazione artistica, come disegnatore e intagliatore del legno, di ciò che ribolle nel suo animo. E qui ci sono pagine molto interessanti (almeno per me) sulla natura dell’arte, sulla sua funzione nel mondo, nel rapporto tra l’artista e le sue opere, sui momenti del lavoro che non sempre possono essere ispiratissimi. Ma anche dopo queste esperienze Boccadoro non sa rinunciare alla sua vita VERA di vagabondo. L’amico Narciso si rende conto che nonostante la distanza siderale tra la sua vita e quella dell’amico tutti e due, seppur in modo opposto, hanno cercato di raggiungere la divinità e arriva perfino a dubitare che il suo modo di vivere sia stato quello giusto.
Il libro è scritto molto bene, non certamente in modo complicato, ma in modo abbastanza lineare e riposante per il lettore e questa per me è una qualità, tanto che ho letto senza fatica anche le riflessioni filosofiche, che generalmente non amo, ma che in questo testo ci stanno. L’autore, tedesco di nascita e svizzero di adozione, è stato premiato con il Nobel nel 1946 e ritengo che il premio sia meritato anche se non si può escludere che, in quel periodo, ci fossero autori altrettanto meritevoli. Se la vita mi donerà il tempo forse leggerò qualche altra opera di questo autore.
 
Ultima modifica:

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Come si fa a ricondurre certi romanzi dentro canoni fissi, come si può pensare di domarne l'esuberante grandezza sottomettendoli ad un'etichetta? Me lo sono chiesto, di quando in quando, nelle mie peregrinazioni letterarie, non mi sono ancora data una risposta ed ogni volta che mi ritrovo a farlo, a forzare una riduzione ad etichetta di certe opere mi sembra, in un certo qual modo, di profanarne lo spirito, di commettere una specie di sacrilegio. No, non vuol essere magniloquenza, la mia, né tantomeno uno scusarsi preventivo, ma più semplicemente un venire a patti con quella parte della mia coscienza letteraria che ama il bello e pensa che non lo si possa spiegare, ma solo vivere e godere. Mi è capitato anche con Narciso e Boccadoro, di provare questo senso di disagio nel volerne parlare, ma se ci si prefigge di recensire libri, di invogliare alla lettura, ahimè, bisogna farlo anche e soprattutto con romanzi come questo, dei quali l'unica cosa sensata da dire sarebbe "leggetelo!". Ebbene, Narciso e Boccadoro è un romanzo senza tempo, scritto nel 1933 ed ambientato in un tempo passato, in un Medioevo lontano, fatto di conventi, castelli, vagabondi e pestilenze, ma che ci sembra quasi di aver vissuto, di sentire vicino ad un tempo passato da poco, quasi che la nostra mente ne conservi il ricordo come di qualcosa che si tramanda per tradizione orale. Mi era già capitato di imbattermi nella scrittura profonda, affascinante, evocativa di Hermann Hesse leggendo il suo Siddartha; in questa sua opera, sebbene molto diversa nei contenuti, ritrovo qualcosa di indefinito nella prosa di quest'autore che mi aveva colpito e che mi induce ad approfondirne la conoscenza. È una sorta di mistero, una dimensione metafisica che attiene al non detto, a qualcosa di non svelato che ci porta ad andare oltre le suggestioni scritte, ad osservare ciò che ci sta intorno, la natura, l'uomo, il senso profondo delle cose e ad interiorizzare tutte queste riflessioni, a guardare con il nostro sguardo ciò che l'autore ci accenna ed a trovare dentro di noi il posto di ogni cosa. Hesse narra come pochi il senso intrinseco del viaggio: un viaggio fatto di esplorazione delle contraddizioni attraverso una scala di sentimenti che va dall'invidia al desiderio fino al completamento dato dalla conoscenza; un viaggio fisico, fatto di esperienze, sacrificio, ricerca, e un viaggio interiore fatto di insegnamenti, tappe personalissime della conoscenza dell'altro, di sé e del proprio posto nel mondo. Una narrazione che, nel suo complesso, trasmette rispetto per ciò che racconta ed al contempo lo richiede, quasi lo esige dal lettore. Una narrazione che quasi prescinde dai due personaggi, che li "usa" come veicolo per mostrare a noi, comuni lettori che abbiamo bisogno di ancorarci a cose piccole come possono essere i nostri simili, l'essenza vera della ricerca di sé. Un libro magnifico… uno di quei libri che danno senso alla parola Letteratura.
 
Alto