Come far "emergere" il proprio libro: idee, commenti, altro

Mauro

New member
Salve,
sono Gabriele, 22 anni, autore emrgente, contemporaneo, uscito un anno e mezzo fa con il mio primo romanzo tre metri sotto il mare, scrivo qui perchè sul forum centrale non riesco ad inserire il mio post mi dice che non sono autorizzato... Cmq il problema di far conoscere il libro è molto serio. Ed io lo sto vivendo sulle mie spalle e su una realtà che si chiama Cosenza. disinteresse, poca convinzione, ignoranza, assessori alla cultura, librerie, associazioni, qui sembra che se non sei amico di un qualcuno non conti niente. il mio romanzo letto da molte persone piace, ha bisogno solo di un pò di pubblicità per emergere alla grande, sono in molti a dirlo, ma vi faccio l'esempio che in una libreria un giorno sono andato a controllare come andava, e non lo vedevo in giro, lo avevano messo dietro uno scaffale che uno per comprarlo doveva chiedere direttamente, una persona normale che entra in una libreria dovrebbe avere la possibilità di essere colpita da un giovane autore ad esempio, invece no, sei un autore nuovo? bene, nascosto a prescindere. Questo non è giusto perchè poi quando le persone dicono "ah che bel romanzo che hai scritto" pensando alla libreria che me lo omette mi da nervoso. ho avuto diverse recensioni anche mano male, grazie al mio autore, se no qui in Calabria l'editoria, a parte poche persone ed editori, è solo un discorso economico e basta. Qui siamo fermi, Ho parlanto con tante di quelle persone che mi hanno dato illusioni di presentazioni, interviste ecc... ma lla fine cosa? niente. E' veramente difficile emergere....

Emergere è sempre difficile e come hanno già scritto in questa discussione il libro è comunque un prodotto commerciale e le librerie cercheranno sempre di dare rilievo agli autori istituzionali che vendono grazie alla promozione mediatica.
Il motivo per cui bisogna appoggiare siti come questo sta nel fatto che aiutano giovani scrittori e piccole case editrici a emergere. Io ad esempio sto leggendo "Indagine sul mio omicidio" di Emanuela Fontana, una giovane giornalista, che ha scritto un ottimo triller per una piccola casa editrice conosciuta grazie a facebook e ad amici comuni.
 

daemonia

Member
Qualcuno conosce dei promotori editoriali? Gente cioè che pubblicizza libri... :mrgreen:
Oppure società che fanno questo mestiere o qualcosa del genere...insomma...il mio editore non pubblicizza ma ha solo stampato (ed è pronto a nuove stampe a quanto dice...) e vorrei farmi pubblicizzare da qualcuno ma non saprei da chi.
Sapreste aiutarmi?
 

Sir

New member
Se sei bravo nelle "pubbliche relazioni", reali e virtuali, e/o hai un gruppo di amici che potrebbe aiutarti in questo, io ti consiglio di pubblicizzarti da solo; con le risorse che mette a disposizione il web servono tanto entusiasmo e impegno, più che denaro o esperienza.
Da quanto ho capito, per il mercato letterario di oggi, è una buona strategia; o stacchi subito il contratto importante oppure tanto vale provare a fare da soli, le figure intermediarie rischiano di costare tanto e rendere poco.:)
 

daemonia

Member
il problema è che non ho un grande giro di conoscenza e non ho idea di come pubblicizzarmi da solo :?
al più, la pagina su facebook e l'annuncio sempre sullo stesso social network...ma comunque non sono grandi mezzi di comunicazione :(
 

gisa

New member
Leggo solo ora il post introduttivo di Fabio e le argomentazioni esposte successivamente dagli altri. In gran parte condivisibili.
Vorrei semplicemente raccontare la mia esperienza, anche per avere anch'io ulteriori termini di paragone rispetto a quello che va accadendo a me ed al mio libro, in un mondo, quello editoriale, che conosco poco, quasi nulla, e che sto imparando a conoscere solo adesso.

Innanzitutto, di cosa stiamo parlando.
Questa

Improvvisamente, a 37 anni e dopo 13 di matrimonio, una violenta crisi coniugale fa sprofondare Gianluca nel baratro della disperazione. Vuole a tutti i costi salvare il suo matrimonio, tenere unita la sua famiglia. I margini di ricomposizione sono ormai ridotti, e lui decide di porre in essere un tentativo disperato: sparire improvvisamente, per qualche tempo, nella speranza che la sua assenza faccia riflettere la moglie, che lei si renda conto che non vuole perderlo. Il Cammino di Santiago, ottocento chilometri da percorrere a piedi in poco meno di un mese, da Saint Jean Pied du Port, in Francia, a Santiago de Compostela, in Galizia. E quindi fino a Finis Terrae, sull’oceano, dove un tempo gli uomini credevano finisse la terra, per compiere il rito del rogo dei vestiti bruciati e del bagno purificatore nella acque gelide dell’Atlantico. Un cammino interiore, nella speranza, vana, di trovare la moglie ad aspettarlo a Santiago, per ricominciare a camminare insieme nella vita. Il diario di quei 27 giorni, nudo e crudo, rivisto, con sofferenza, due anni dopo: rivissuto passo dopo passo, spiegato “a coloro che non sanno”, nell’ottica di un recupero memoriale sincopato con pause e flashback che sballottolano il lettore tra dramma interiore e straordinarietà del Cammino. Questo libro non è una guida, anche ci troverete riferimenti a luoghi e città. Questo libro non è un romanzo, perché l’autore quelle strade, quei sentieri, li ha percorsi davvero. Questo libro non è scritto con inchiostro: su quelle pagine le parole le hanno scritte l’angoscia, la disperazione, la speranza, il sudore, il sangue. Quelle di un uomo che quando ha capito che stava perdendo tutto ciò che aveva, la sua famiglia, si è messo uno zaino in spalla ed ha cominciato a camminare. Sperando nel miracolo di salvare il suo matrimonio, alla fine ne ha ottenuto uno ancor più grande: trovare se stesso.

....


la sinossi è avvincente! quindi non creso che la tua sia stata solo fortuna! Ai nostri tempi la ricerca e la scoperta di noi stessi è un argpmento che attrae moltissimo, se è scritto bene ed è intriso di frasi sagge all'Alchimista, è fatta!
Cosa vuoi di più? perchè dici di non credere più alle favole, dato che la tua si è avverata?
 

GermanoDalcielo

Scrittore & Vulca-Mod
Membro dello Staff
Leggo solo ora il post introduttivo di Fabio e le argomentazioni esposte successivamente dagli altri. In gran parte condivisibili.
Vorrei semplicemente raccontare la mia esperienza, anche per avere anch'io ulteriori termini di paragone rispetto a quello che va accadendo a me ed al mio libro, in un mondo, quello editoriale, che conosco poco, quasi nulla, e che sto imparando a conoscere solo adesso.

Innanzitutto, di cosa stiamo parlando.
Questa

Improvvisamente, a 37 anni e dopo 13 di matrimonio, una violenta crisi coniugale fa sprofondare Gianluca nel baratro della disperazione. Vuole a tutti i costi salvare il suo matrimonio, tenere unita la sua famiglia. I margini di ricomposizione sono ormai ridotti, e lui decide di porre in essere un tentativo disperato: sparire improvvisamente, per qualche tempo, nella speranza che la sua assenza faccia riflettere la moglie, che lei si renda conto che non vuole perderlo. Il Cammino di Santiago, ottocento chilometri da percorrere a piedi in poco meno di un mese, da Saint Jean Pied du Port, in Francia, a Santiago de Compostela, in Galizia. E quindi fino a Finis Terrae, sull’oceano, dove un tempo gli uomini credevano finisse la terra, per compiere il rito del rogo dei vestiti bruciati e del bagno purificatore nella acque gelide dell’Atlantico. Un cammino interiore, nella speranza, vana, di trovare la moglie ad aspettarlo a Santiago, per ricominciare a camminare insieme nella vita. Il diario di quei 27 giorni, nudo e crudo, rivisto, con sofferenza, due anni dopo: rivissuto passo dopo passo, spiegato “a coloro che non sanno”, nell’ottica di un recupero memoriale sincopato con pause e flashback che sballottolano il lettore tra dramma interiore e straordinarietà del Cammino. Questo libro non è una guida, anche ci troverete riferimenti a luoghi e città. Questo libro non è un romanzo, perché l’autore quelle strade, quei sentieri, li ha percorsi davvero. Questo libro non è scritto con inchiostro: su quelle pagine le parole le hanno scritte l’angoscia, la disperazione, la speranza, il sudore, il sangue. Quelle di un uomo che quando ha capito che stava perdendo tutto ciò che aveva, la sua famiglia, si è messo uno zaino in spalla ed ha cominciato a camminare. Sperando nel miracolo di salvare il suo matrimonio, alla fine ne ha ottenuto uno ancor più grande: trovare se stesso.

....


la sinossi è avvincente! quindi non creso che la tua sia stata solo fortuna! Ai nostri tempi la ricerca e la scoperta di noi stessi è un argpmento che attrae moltissimo, se è scritto bene ed è intriso di frasi sagge all'Alchimista, è fatta!
Cosa vuoi di più? perchè dici di non credere più alle favole, dato che la tua si è avverata?

non ho capito sto post, forse son scemo io o c'ho sonno?:??
 

Des Esseintes

Balivo di Averoigne
E' il quinto post/topic consecutivo con la recensione di questo libro, questo è vero e proprio Spam, un moderatore può interrvenire? ;)
 

TinaF

New member
pro social network

secondo me, e come leggo sopra secondo altri, fare pubblicità sui social network è la soluzione migliore

però bisogna integrarla con attività offline (es.: cartoline, volantini, ecc) perchè l'online fine a sè stesso rende poco (soprattutto se non sei famoso)

magari bisognerebbe inventarsi anche iniziative, passaparola, ecc e coinvolgere la gente a fare qualcosa
 

TinaF

New member
concordo con te Fabio

social network tutta la vita

si Facebook non è male ma è un calderone

ti consiglio Twitter, un po' più culturale e meno spammoso

e insieme a questo cerca un opinion leader che sponsorizzi il tuo libro, una persona quotata nell'ambiente anche se non famosa con tante conoscenze, amicizie, collaborazioni e faglielo sponsorizzare in maniera completamente non pubblicitaria, la spontaneità vince nei social network



Usate i Social Network per far conoscere il vostor nome.

Grazie a Myspac moltissimi gruppi musicali "domestici" sono riusciti a finire con i loro cd non solo nei negozi ma addirittura nelle classifiche musicali più famose.

Create il vostro social network, primo su tutti, Facebbok che da qualche settimana ha superato Myspace. Create un "gruppo" sul vostro libro, distribuite con quel canale vostri testi "da mucca viola".

Distribuite i vostri brani più strepitosi, non abbiate paura di "mangiarvi il pezzo forte". Su internet dovete farvi conoscere, quindi mandate in giro gratuitamente i vostri capitoli e brani migliori. Non abbiate paura, se avete fatto una mucca viola una volta riuscirete a farne altre se siete mossi dal passione e da un sogno.

Quindi sotto con Myspace ma sopratutto Facebook!
 

Fabio

Altro
Membro dello Staff
si Facebook non è male ma è un calderone
Facebook mi è andato di traverso...
Ultimamente non riesco a togliermi dalla testa wuesta equazione:
più alto è il rapporto tra il tempo passato su facebook/tempo totale di connessione per una persona e meno intelligente/curiosa/creativa è questa persona.
 

Dallolio

New member
Interessante discussione che ho seguito con piacere, voglio testimoniarvi la mia esperienza:
1) Concordo che i forum siano una notevole cassa di risonanza. Io non conoscevo affatto Colitto e penso che non lo avrei mai comprato (anche perchè non compro gli esordienti) ma lo conobbi qui sul forum e scattò in me la curiosità... in particolare venni attratto semplicemente dal fatto che un esordiente che pubblicava anche qui in Romagna scrivesse nel "mio" forum.
Mi piacque uno dei suoi libri, lo comprai e in seguito non ne comprai più in quanto non è un genere che mi entusiasma, tuttavia l'autore fece un meritato successo.
2) Anch'io qualche anno fa tentai la strada della pubblicazione, per uno dei miei libri di poesie; andò nel seguente modo:
2.1) Mandai in formato telematico a tutte le case editrici che conoscevo (un centinaio) il file e mi risposero in due. Uno mi disse che, pur trattando di poesia non era il genere che loro pubblicavano, e l'altra mi disse che mi avrebbe contattato per parlare di un eventuale antologia di esordienti.
2.2.) Queste due mail mi fecero un enorme piacere perchè era evidente che i due editori si erano presi la briga di leggerle, e le conservo ancora come ricordo, tuttavia in me scattò qualcosa che mi fece capire che era solo un bel sogno adolescenziale (o poco più) e che dovevo rivolgermi a qualcosa a me più congeniale... naturalmente la casa editrice dell'antologia non si fece più sentire =)
2.3) I sogni sono belli e vissuti con trasporto nel tempo a loro congeniale, ma penso che sia una strada talmente ardua da dover essere seguita sempre con cautela... non tutti possiamo scrivere una "mucca viola" (bellissimo questo termine!)
 

Mercuzio

New member
Canali interessanti di promozione

Ciao a tutti,
ho seguito con interesse la discussione, e nonostante non sia un'accanita scrittrice spero di aggiungere qualche spunto alla discussione.

Non so quanto siate esperti nel self-publishing, ma per farla breve esistono dei canali che permettono di pubblicare libri (principalmente ebook) tramite dei portali internet che li pubblicano prendendo una commissione sulle vendite.
Per approfondire l'argomento vi rimando a questo link che ne parla brevemente: Il self-publishing | Servizi editoriali

Esistono dei siti in Italia, ma io personalmente sto appettando che lancino il progetto del Politecnico di Torino chiamato Bookolico (Bookolico). Ho conosciuto il team ad una fiera torinese e mi ha fatto un discorso molto interessante su come pensano di aiutare gli scrittori ad emergere. Buona parte del progetto revolve attorno alla SCOPERTA di nuovi scrittori, che é la parte che personalmente mi interessa di più.

Spero di non aver scritto delle ovvietà!! :mrgreen:
 

butterfly

New member
Io sono assolutamente d'accordo con pennadoro. Certo che prevale il luogo comune, perchè la massa segue ciò che sente ripetere dagli altri, sopratutto dai media. Mi spiego meglio con un esempio.
Io ho scritto un bel libro, una storia a tratti divertente, commuovente e profonda. Tutti quelli che l'hanno letto lo hanno giudicato un bellissimo libro. Lo mando alle case editrici ma nessuna è interessata per cui alla fine lo pubblico online e nonostante faccia di tutto per farlo girare, ovviamente nessuno lo conosce quindi non se lo legge nessuno (o quasi).
Ugualmente un mio amico scrive un bel libro, però lui ha la fortuna di vivere a milano dove riesce a far arrivare il suo manoscritto a qualcuno della Mondadori, che guarda caso, entusiasta decide di pubblicarglielo facendo un marketing da paura, interviste su qualsiasi quotidiano o settimanale, articoli da tutte le parti, tanto che il libro in 2-3 mesi diventa best-seller e dopo appena 2 anni ci fanno pure il film.
Tutto è nelle mani del marketing sopratutto in questo settore, se le storie fossero al contrario ed io avessi avuto la mondadori alle spalle ora io avrei il best-seller e il film in uscita e lui un libro online. Credetemi.
 

mario46

New member
Chissà se sono uno scrittore emergente!

Caro Fabio, perfetto il tuo dottrinale: regole giuste ed in perfetta sequenza. Vedi, nella vita mi sono occupato di marketig, comunicazione e sviluppo nella d.g. di un importante gruppo bancario: le regole le ho utilizzate tutte, FB, sito personale con possibilità di lettura in pdf di alcuni capitoli, stampa a mie spese di un centinaio di copie distribuite in libreria nella mia città, spedizione gratuita agli amici lontani (a proposito, quanti anche tra gli addetti ai lavori non conoscono la spedizione PIEGO DI LIBRO che costa solo € 1,28!!). Ma la cosa più importante, il giudizio di un pubblico oggettivo, non sono ancora riuscito ad averlo, perché conosco solo giudizi immeritatamente favorevoli delle conoscenze. E' perciò che ho approcciato il concorso letterario per autori esordienti BigJump di Rizzoli 20lines: è "social". E allora mi sono gettato nell'adone del concorso e quale miglior giudizio del "social" per misurare il giusto impatto. Aspettavo infatti con ansia l'apertura pubblica delle opere, curioso di valutare anch'io i miei competitor, leggere magari delle storie belle e palpare il giudizio del pubblico.
Purtroppo ho dovuto amaramente constatare solo il lato negativo del "social": Attendevo con ansia l'apparire delle opere dei concorrenti ed incominciare a leggere i loro scritti quando, ed era solo la prima ora di apertura, apparivano libri con oltre 300 visite ed oltre 80 giudizi!!!!! Oddio, saranno certamente i migliori però mi sembra alquanto improbabile che in una ora possa accadere di leggere, valutare, confrontare oltre 200 testi per categoria ed esprimere un giudizio.
Se posso permettermi un appunto: per vincere conta l'esercito che hai: Anche qui conta avere un esercito, per far cosa poi importa poco saperlo. E se ciò vale per un raccontino come per esempio il mio, scritto da chi non conta nulla, figuriamoci il resto, i grandi concorsi, fino ad arrivare al concorso più grande, le elezioni. Ed allora il busillis: è l'esercito che deve conoscere oppure sei tu che devi conoscere l'esercito?
A proposito il mio libro è : I BIANCHI FIORI DI ZAGARA (20lines - BigJump - I BIANCHI FIORI DI ZAGARA).
Grazie per l'attenzione.
 

SaraTheHamzter

New member
Usare i social network per autopruomoversi non è affatto un lavoro banale o immediato. È lungo, difficile, e ci vuole impegno. Lancio una provocazione agli aspiranti scrittori che, giustamente, "lamentano" la poca attenzione destinata ai loro testi online (come nel caso del concorso citato nel post sopra il mio). A quel concorso (che ho visto oggi per caso perché un amico mi ha chiesto di votare un racconto) partecipano centinaia di testi, di centinaia di scrittori emergenti e blogger. Il fatto che in poche ore dei testi avessero già una quantità di voti spropositata, magari non sarà proporzionale al valore del singolo testo (come giustamente fa notare l'autore del post) ma sarà sicuramente proporzionale al seguito costruito dall'autore.
Un seguito non è un "esercito": è un gruppo di lettori appassionati, che hanno scelto di seguire e sostenere un determinato blogger a scapito di altri. La domanda giusta da porsi, a mio avviso, è: perché lui/lei aveva questo seguito e io no?
Le risposte possibili sono due: o, effettivamente, lui/lei è molto più bravo/a, intrigante e talentuoso/a di me, o ha lavorato moltissimo sulla diffusione dei propri testi sui social network.
I soldi "investiti" in pubblicità non bastano. Mai. Ci vuole tempo, dedizione, contenuti originali e di buona qualità, aggiornamenti continui. Tutte cose che ciascuno può fare, ma con grande impegno. Perché fare questo sforzo? Perché in qualche modo, il lettore che cerca qualcosa di simile a quello che scrivi tu, deve pur trovarti :)
 

ariano geta

New member
Nel mio piccolo posso dire che avere un blog e interagire in rete con altri "scribacchini" come me è servito quanto meno a essere conosciuto da chi è disposto a "rischiare" la lettura di uno sconosciuto autopubblicato.
Poi, è evidente che non ci si può aspettare grosse cifre, però, per dire, un mio ebook ha venduto alcune centinaia di copie, un risultato che difficilmente avrei potuto ottenere se non mi fossi creato questo spazio sul web.
 
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