Jack ha da poco perso il lavoro di insegnante a causa di alcuni suoi comportamenti dettati dal vizio dell’alchool, il suo lavoro di scrittore stenta a decollare ed ha una moglie – Wendy – e un figlio di cinque anni – Danny – da mantenere. Così accetta il lavoro di guardiano invernale e si trasferisce con la famiglia all’Hotel Overlook che dovrà custodire da ottobre ad aprile. L’Hotel, isolato dal mondo e situato in cima alle montagne del Colorado che d’inverno si coprono di neve, non gode di buona fama nel circondario: sebbene sia un posto di lusso, un resort esclusivo per celebrità, vanta un passato costellato di eventi macabri, delitti, suicidi, fatti di sangue che non sembrano essere del tutto risolti. Qualcosa si cela nell’albergo e Danny, il figlio di Jack e Wendy, lo sa ancora prima di arrivarci. Perché? Perché Danny capisce le cose, le vede, le sente, prima degli altri: come dice il cuoco dell’albergo, Danny irradia, ha l’aura ed è proprio a lui che punta l’Overlook.
Danny, insieme al cuoco Dick Allorann, è il personaggio più interessante – ma non il più inquietante – del libro: è soggetto a frequenti fenomeni di precognizione di forte intensità, ha un’intelligenza acutissima e una proprietà di linguaggio sorprendente per un bambino della sua età. E’ coraggioso, troppo adulto per i suoi anni e non ci si può non affezionare a lui. Il destino che il suo potere gli ha riservato non è dei più facili ed è costellato di perdite e sofferenze, ma lui è forte e ce la farà, specie se accanto avrà un amico come Dick.
Un libro bellissimo, un thriller-horror inquietante dal quale è difficile staccarsi. La proverbiale capacità di King di descrivere la quotidianità qui non può esprimersi al meglio perché i personaggi non sono moltissimi, ma è compensata da un’immaginazione scatenata che rende “Shining” ai livelli più alti fra le opere di King per suspense ed intreccio narrativo. Bello ed avvincente, lo consiglio agli amanti del genere. Ottimo libro dal quale nel 1980 è stato tratto anche un film diretto da Stanley Kubrick.