Mazzantini, Margaret - Venuto al mondo

kia

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venuto al mondo

Un romanzo che non si può assolutamente non leggere, che ha proclamato la mazzantini in assoluto la mia scrittrice preferita!
Con il suo stile vivo e toccante ti fa entrare dentro la storia, ti trasmette emozioni, ti fa vivere insieme ai protagonisti.
Gemma, Diego, Goiko, Aska, Pietro... Personaggi veri e palpabili, splendidi nella loro fragilità e nelle loro debolezze, riescono a entrarti dentro, a toccarti il cuore nel profondo.
La storia di un amore immenso ed eterno che resiste a una guerra crudele, la storia di un paese dilaniato, una storia lacerante che ti spezza il cuore e ti rimane nell'anima e nella carne
 

stellonzola

foolish member
quando ho cominciato a leggerlo non riuscivo a capirlo...
la storia mi prendeva, perché l'autrice ha un modo di scrivere coinvolgente, ma continuavo a chiedermi se non stesse parlando di troppi argomenti contemporaneamente, se non stesse rendendo la storia troppo ripetitiva...
mi sembrava noioso in alcuni punti, e mi chiedevo se non fosse stato meglio farne tre libri diversi: uno sulla guerra, uno sulla maternità negata e uno sulla storia d'amore...
poi pian piano ho cominciato a capire che c'era un perché, che tutto il romanzo che mi appariva slegato era sovrastato da un destino che lo avrebbe condotto da qualche parte....
e così è stato!
il finale mi ha aperto gli occhi e ho capito perché l'autrice insistesse tanto su dettagli che mi sembravano inutili e su sentimenti che dopo un po' apparivano quasi scontati.
temi forti trattati con grazia
mi ha colpito il fatto che descrivendo un paese in guerra non trapelassero comunque giudizi politici o sociali, ma che gli eventi, per quanto tremendi potessero essere, sono narrati da un punto di vista esterno, senza commenti, in modo però da stimolare il lettore a pensare e a giudicare da solo.
questo libro mi ha costretta a pensare molto, soprattutto al tema della guerra, ma mi ha portato anche oltre, a ragionare sui comportamenti delle persone. quante azioni sembrano fatte con il cuore, ma in realtà nascondono solo un egoismo profondo? quante volte pensiamo di conoscere una persona e poi scopriamo che è completamente diversa, o crediamo di amarla per alcuni motivi e poi ci rendiamo conto che i motivi sono altri? quante cose nascondiamo a noi stessi, sapendo in fondo di farlo?
consiglio questo libro a chi ha voglia di mettersi in gioco e di analizzare nel profondo l'animo umano...
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Quest'autrice mi sembra molto brava, è il suo primo libro che leggo, trovo molto toccante il suo modo di scrivere. Piuttosto sono arrivata a pag 148 e ho già cominciato a piangere, continuerò così fino a pag 529? :?
 

alessandra

Lunatic Mod
Membro dello Staff
Ho scoperto un'autrice secondo me bravissima, che catapulta il lettore nel mondo dei suoi personaggi, che scuote dentro, scava nell'anima e lo fa con le parole giuste, a volte tanto sincere da diventare taglienti come una lama, con frasi semplici ma non scarne, che si insinuano nelle viscere lasciandovi una traccia che resta addosso per giorni. Le vite di Gemma, di Diego, di Gojko, di Aska vengono ripercorse, con lo sguardo sensibile, spesso disincantato di Gemma, in tutte le loro dolorose vicissitudini, senza risparmiare niente, dalla felicità degli amori appena nati al dolore di una donna privata del suo ruolo di madre, alla guerra, raccontata dall'interno, con occhi di chi quasi per caso si trova sul campo, con finezza estrema e in modo più efficace di qualsiasi reportage. Il romanzo avvince e avvolge fino all'ultima pagina, leggendolo si vive una vita parallela, non si vede l'ora di terminarlo ma dispiace separarsene. Da leggere.
 

nitina

New member
venuto al mondo

avevo scritto una recensione bellissima...
ma non so cosa sia successo e ho perso tutto..
comunque io mi sono innamorata di questo romanzo e della scrittura della Mazzantini.
Credo sia da leggere per tutto quello che si porta dietro.
E' ben strutturato, tocca temi durissimi come la guerra, come la difficoltà di avere figli, come la capacità di accettare un tradimento nel matrimonio (che poi tradimento non è), la famiglia presente e spaccata o del tutto assente... le radici di un ragazzino che affondano in un paese sconosciuto, devastato, affascinante. Il rapporto difficile tra una donna addolorata e un adolescente figlio.
Un sacco pieno di emozioni.
Ve lo consiglio.
Prima del film.

;)
 

agatha93

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Venuto al mondo

Io sto leggendo adesso questo libro soprattutto incuriosita dal film da poco uscito nelle sale e che ho visto al cinema per ben due volte tanto mi ha coinvolto a livello emotivo..decisamente da includere nella mia libreria personale per la profondità psicologica con cui vengono descritti personaggi dalle mille sfaccettature e trattati argomenti delicati come lo scenario apocalittico della guerra e della distruzione Sarajevita..Un libro che trascina e lascia senza fiato.:)
 

hobb9

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Ciao a tutti e concordo con voi!

Ciao a tutti. Questo e' il mio primo intervento su FL e come tale sono andata diretta a leggermi le vostre recensioni su questo libro che ho letto da poco... semplicemente perche', come voi, sono stata catturata da questo libro (il primo che leggevo della Mazzantini). Mi sono commossa in piu' punti per ragioni diverse, a volte per la tristezza, a volte per la gioia, a volte per la rabbia. L'ho trovato davvero bello e ben costruito e come ha detto qualcuno prima di me, quando l'ho finito ci ho messo un po' di giorni per riprendermi. Mi sono portata a lungo dentro quei personaggi e quelle emozioni.
 

Go daigo

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Questo è stato un regalo di natale. Personalmente non avrei mai comprato un libro della Mazzantini e quindi ho iniziato la lettura decisamente prevenuta. Ad un terzo del libro già piangevo a dirotto e devo dire che difficilmente mi è capitato con un libro. La storia mi ha coinvolto sia per lo sfondo storico decisamente interessante che ovviamente per il tema madre/figlio e l'irrinunciabile storia d'amore.Non solo lo scetticismo si è dissolto ma credo leggerò presto un altro libro di questa autrice italiana. Inoltre ho compreso che il pregiudizio è una brutta bestia da sconfiggere,anche in ambito letterario.
 

Jessamine

Well-known member
Dunque, questo è stato il mio primo approccio con la Mazzantini, di cui avevo tanto sentito parlare (nel bene e nel male), quindi ero molto curiosa.
E, se devo essere sincera, non sono del tutto rimasta soddisfatta.
La trama in sé mi è piaciuta molto, un viaggio a ritroso nel tempo e nei ricordi di Gemma, una precisa cronaca della guerra frammezzata dalle vicende personali e dolorose di una donna, il complicato rapporto con la maternità. Mi ha commossa molto, in più punti, e questo credo significhi che da qualche parte dentro di me questo romanzo sia arrivato. Tuttavia, non sono nemmeno così entusiasta, perché ho trovato alcuni passaggi molto pesanti e forzati (come se l'autrice avesse voluto far vivere alla protagonista ogni cosa, ad ogni costo, tanto da essere piuttosto irreale), e questo un po' mi ha infastidita.
Ma più di tutto, quello che non mi è piaciuto è lo stile: non posso negare che alcuni passaggi mi siano piaciuti molto, e che la Mazzantini sappia esattamente come muoversi per commuovere un lettore, ma la sensazione che mi ha lasciato è che, in più punti, l'unico suo scopo fosse appunto quello di commuovere, non per empatia, ma solo per mostrare quanto brava fosse. Insomma, anche lo stile in più punti mi è apparso forzato, come se insistesse ad ogni costo su ogni singola frase, a voler calcare ogni passaggio, segnandolo da frasi ad effetto che per carità, in alcuni punti sono splendide, ma dopo un centinaio di pagine iniziano un po' a stancare.
Sono arrivata alle ultime pagine come anestetizzata, non riuscivo più a cogliere la differenza tra gli elementi veramente importanti e tutti quelli secondari, perché ogni singola frase è presentata come se fosse la svolta fondamentale del racconto, quando invece, ad essere sincera, la trama procede piuttosto lentamente. Innegabile quindi che la Mazzantini sappia giocare con le parole, ma il tutto mi è parso appunto come un esercizio di stile, uno sfoggio di frasi ben pensate (anche se in alcuni punti, a mio parere, un pochino retoriche).
Non voglio dire che il mio sia un giudizio del tutto negativo, perché comunque è stato un romanzo che mi ha trascinata e commossa, però non ne sono nemmeno entusiasta.
Mi piacerebbe leggere altro di questa autrice, per capire se questa sia solo un'impressione legata a questo particolare romanzo oppure al suo stile in generale.
 

Holly Golightly

New member
Avvertenza: sto per stroncare questo libro :mrgreen:
Questo libro non è brutto. Trovo la scrittura della Mazzantini insopportabile, ma quelli sono gusti, ma il libro in sé non è brutto.
Il problema di questo libro è che mi ha innervosita, l'ho trovato falso, ipocrita, a tratti insopportabile.
Credo che alcuni temi (soprattutto quello trattato nelle ultimissime pagine) siano di una delicatezza estrema: o si parla di quelli e se ne parla in modo sincero e pulito o non se ne parla affatto. Una guerra come quella di Sarajevo non può essere uno scenario qualsiasi. La morte, in qualsiasi sua forma, non è un argomento qualsiasi. O se ne parla con sincerità o non se ne deve parlare affatto.
Ma, su descrizioni lunghissime di tragedie, più che a commuovermi, la Mazzantini è riuscita a farmi arrabbiare. Non quanto quella volta che ho letto Non ti muovere, ma quasi. Sul finale, poi, ammetto di aver fatto una cinica risata, perché il tentativo da parte dell'autrice di agguantare il lettore anche con le unghie e con i denti è stato troppo esplicito. E con me, purtroppo, 'ste cose non attaccano.

La protagonista non è simpatica. Diego e Gojko sono due personaggi che hanno un loro perché. Aska è uno dei surrogati più banali di personaggio che si possano incontrare, raffazzonata qui e lì dal cliché della "ribelle". Gemma è la solita borghese insoddisfatta. Diego non è poi molto originale, ma almeno è simpatico. Gojko è il solo degno di una breve nota. Pietro è il prototipo banale dell'adolescente insofferente.
Insomma, gli ingredienti della ricetta lasciano un po' a desiderare. La trama, invece, è carina. Certo, brutta l'idea di giocare sulla tragedia di Sarajevo, ma la trama è bella. Il problema è la realizzazione: melodrammatica, prosa falsa e prolissa, tentativi disperati di strappare l'aforisma in ogni dove...

Le ho dato una seconda chance, non credo leggerò più nulla scritto da questa donna. Quando è troppo è troppo.
 

laele

New member
A me invece questo libro è piaciuto molto, a distanza di anni dalla sua lettura lo ricordo con piacere.
Non ho avuto ancora l'occasione di vederne la versione cinematografica, soprattutto perchè all'epoca sono rimasta delusa da quella di "non ti muovere": deciamente meglio il libro del film!
 

Marty Wilde

Outsider is better
È un libro diverso dei soliti che leggo... ma non mi ha deluso, anzi.
Il metodo di scrittura è davvero particolare e lascia il segno.
Uno dei più belli in assoluto della mia libreria.
 

Zedka

New member
Questo libro mi è piaciuto talmente tanto che per un periodo davvero lungo ho avuto difficoltà ad approcciarmi alle altre letture. Mi sembravano tutte insulse, banali, e mi aspettavo un coinvolgimento grosso tanto quanto quello che mi ha dato questo libro qui. Ci ho messo davvero tanto a digerirlo, e lo amo con tutta me stessa. E' la lettura più bella in assoluto a cui mi sia mai dedicata sino ad oggi.
 

Luiose

New member
Questo libro mi è piaciuto talmente tanto che per un periodo davvero lungo ho avuto difficoltà ad approcciarmi alle altre letture. Mi sembravano tutte insulse, banali, e mi aspettavo un coinvolgimento grosso tanto quanto quello che mi ha dato questo libro qui. Ci ho messo davvero tanto a digerirlo, e lo amo con tutta me stessa. E' la lettura più bella in assoluto a cui mi sia mai dedicata sino ad oggi.

Condivido appieno quello che hai scritto.. pensa io l'ho letto ormai da 2 anni e la storia, i personaggi continuano a ritornarmi. Io adoro questo libro, è meraviglia!!!
 

Vale 1982

New member
...Il film è bello quanto il libro, solo l'abbinamento Castellitto-Mazzantini mi permette di fare una simile dichiarazione!
Storia cruda, realistica, coinvolgente, indimenticabile, con un finale pazzesco.I temi sono i più vari, le atrocità della guerra, il desiderio di maternità e i mille tentativi di esaudirlo, le sue ripercussioni sulla coppia, la gelosia, la genitorialità ..tutto si fonde in un'unica storia che si insinua piano piano ma intensamente nel cuore.
 

isola74

Lonely member
Quarto libro della Mazzantini che leggo ed è il primo che mi sia piaciuto un po'.
La trama è avvincente e le oltre 500 pagine non pesano affatto, ma in alcuni punti secondo me ha voluto strafare e la storia appare un po' inverosimile. Personaggi al limite dell'antipatia, specie Gemma, Diego e Pietro.
Voto 3/5
 
V

Valentina992

Guest
Commenti a caldo

Buonasera a tutti :) Ho appena finito di leggere "Venuto al mondo" (Margaret Mazzantini). Di sicuro è stata una lettura lunga, difficile, tortuosa ma posso dire che ne è valsa pienamente la pena e pensare che avevo anche pensato di abbandonarlo! Solitamente non mi piacciono i romanzi di amore&guerra, ma questo mi ha davvero emozionata, è stato come uno tsunami, un fiume in piena di emozioni crescenti, e di certo il merito va soprattutto alla scrittura piena e passionale dell'autrice.
 

Kira990

New member
Finito di leggere da poche ore e sono in subbuglio emozionale. É un libro crudo, reale e toccante. La scrittura della Mazzantini é cruda. Non infiocchetta la storia con parole dolci, non da spazio ai romanticismi,stonerebbero nel suo contesto. Tratta temi dolorosi in un luogo e momento storico tremendo: anni '90 a Sarajevo. Vediamo come il rapporto di coppia e loro stessi, Gemma e Diego, cambiano negli anni e come sono messi a dura prova dalla infertilità di Gemma. Quel suo volere a tutti i costi diventare madre, una ossessione la sua (e di molte donne) che ti porta a odiare il mondo intero e il tuo stesso corpo.
Tutto questo in un contesto come la guerra che rende tutti miserabili e poveri. Sulla guerra e sulla scoperta finale di Gemma (che eviterò di spoilerare) non si può dire molto. Non si può commentare, troppo crudele.
Sappiamo già dalle prime pagine che Gemma alla fine sarà mamma di Pietro. Lo sappiamo perché la storia é un viaggio nella Sarajevo di oggi tra i ricordi di Gemma di ieri, alla scoperta insieme a Pietro del luogo in cui è nato e dove il padre Diego é morto.
É una bella lettura, profonda e con molti spunti di riflessione. Un libro che trabocca di sentimenti, buoni e cattivi. Arrivata alla fine mi sento mille emozioni che vogliono uscire ma non sanno come fare per quante sono. É il secondo libro della Mazzantini che leggo e sicuramente non sarà l'ultimo.
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Ormai è risaputo: in ogni suo libro Margaret Mazzantini picchia duro e sconvolge. L’ha fatto con “Non ti muovere” con la storia di un padre infedele che si riscopre nelle ore di attesa dopo l’incidente della figlia; l’ha fatto in “splendore” raccontando una complessa storia di omosessualità; l’ha fatto in “Mare al mattino” raccontando l’immigrazione ed il viaggio della speranza tra la Libia e l’Italia. E lo fa anche qui, in “Venuto al mondo”, parlando di maternità, dell’incontro di anime derelitte, della guerra esteriore ed interiore. E proprio da un “viaggio della speranza” comincia anche questa storia, la storia di Gemma, giovane laureanda romana che va a fare ricerche per la tesi a Sarajevo nel periodo delle olimpiadi invernali dell’84; lì incontra Gojko, il poeta ubriaco che le farà da guida e che rimarrà suo amico per la vita, e Diego, il fotografo di pozzanghere, il ragazzo di Genova con cui condividerà la guerra, l’amore, la maternità mancata eppure cercata ossessivamente. Quando le granate squarciavano l’intimità delle case di Sarajevo, nel 1992, Gemma era lì… e c’era anche Diego, e Gojko, e Sebina e Mima, ed Aska… c’erano tutti, ma non c’era ancora Pietro, il bambino di Sarajevo con cui Gemma torna in città quasi vent’anni dopo. E’ a lui che Gemma vorrebbe spiegare cosa significa quella città, quella guerra finita ma ancora dietro l’angolo, quella rosa rossa in una pozza nera ritratta in una foto di Diego. Ma non può dirgli niente, perché i ricordi fanno male e forse perché in fondo la verità non la conosce nemmeno lei.
“Venuto al mondo” è un pugno nello stomaco, è una storia che strazia, appassiona e sconvolge. E’ l’intreccio di vite che si sfiorano, si scelgono, si perdono nella crudezza della guerra e si ritrovano nel tempo immobile e nebuloso della pace. Tutto questo marasma di emozioni è portato sulla carta dalla penna esperta di Margaret Mazzantini che sa giocare con le parole, ma non strafà, rendendo tutto tangibile, visibile, anche a noi che questa vicenda la leggiamo soltanto. Una lettura consigliata, sicuramente, nonostante o forse proprio per la sua crudezza, perché certe storie ci entrano dentro solo se si impongono, se si fanno leggere per forza, anche se non sono facili da digerire.
 
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