Ho sentito molte persone che non lo apprezzano molto in compenso e ritengono sia troppo esplicito parlando di sesso nei suoi libri.
:wink:
Si parla tanto bene di questo autore, come del resto si parla tanto bene di tutti gli autori commerciali e va bene perché quanto meno producono un prodotto di consumo che sfama qualche famiglia. Cerco di vedere l'esistenza di questi prodotti come uno dei sistemi per sconfiggere la disoccupazione. Scrivi storie fatte di frasi fatte (fanno molto Baci Perugina), di viscido buonismo e produci occupazione (i libri vanno stampati, trasportati ecc...)poi vai in TV per presentarlo, predichi lo stesso buonismo e anche qui produci occupazione (TV, pubblicità ecc...), la gente ti vede si commuove perché il buonismo piace molto nella nostra epoca, quindi vanno a comprare il libro, altra occupazione. Questi prodotti hanno il merito di far aprire libri a gente che solitamente li usa come ferma carte e che non avendo nessuna conoscenza letteraria (è il loro primo libro) non può far confronti, quindi presi dall'entusiasmo urlano "ommmiiioodddioooo! Io ammmooo fabbbiooo sei un genio, il nuovo messia ti lovvvoooo"
Ora che ho finito di elencare i lati positivi di questi libri vorrei parlare di quelli negativi.
Scrivere un'opera e scrivere un prodotto di consumo sono due cose diverse, come del resto il cucinare non è l'equivalente del cuocere dei sofficini o preparare un panino. "Ma tanta gente mangia i sofficini" vero, ma non si può certo dire che sia un prodotto di alta cucina. Tanta gente mangia da Mc , pure io a volte ci vado, ma quando esco da lì non dico "mai mangiato così bene! Questa sì che è cucina". Fabio volo da anni scrive sempre le solite storie in cui l'ingrediente principale è il buonismo, può piacere, ma considerarlo uno scrittore solo perché scrive libri (tutti uguali) è come chiamare me Chef, solo perché so prepararmi la pastasciutta. Vorrei tanto il suo conto in banca, ma gli lascerei molto volentieri il suo "talento".
Si parla tanto bene di questo autore, come del resto si parla tanto bene di tutti gli autori commerciali e va bene perché quanto meno producono un prodotto di consumo che sfama qualche famiglia. Cerco di vedere l'esistenza di questi prodotti come uno dei sistemi per sconfiggere la disoccupazione. Scrivi storie fatte di frasi fatte (fanno molto Baci Perugina), di viscido buonismo e produci occupazione (i libri vanno stampati, trasportati ecc...)poi vai in TV per presentarlo, predichi lo stesso buonismo e anche qui produci occupazione (TV, pubblicità ecc...), la gente ti vede si commuove perché il buonismo piace molto nella nostra epoca, quindi vanno a comprare il libro, altra occupazione. Questi prodotti hanno il merito di far aprire libri a gente che solitamente li usa come ferma carte e che non avendo nessuna conoscenza letteraria (è il loro primo libro) non può far confronti, quindi presi dall'entusiasmo urlano "ommmiiioodddioooo! Io ammmooo fabbbiooo sei un genio, il nuovo messia ti lovvvoooo"
Ora che ho finito di elencare i lati positivi di questi libri vorrei parlare di quelli negativi.
Scrivere un'opera e scrivere un prodotto di consumo sono due cose diverse, come del resto il cucinare non è l'equivalente del cuocere dei sofficini o preparare un panino. "Ma tanta gente mangia i sofficini" vero, ma non si può certo dire che sia un prodotto di alta cucina. Tanta gente mangia da Mc , pure io a volte ci vado, ma quando esco da lì non dico "mai mangiato così bene! Questa sì che è cucina". Fabio volo da anni scrive sempre le solite storie in cui l'ingrediente principale è il buonismo, può piacere, ma considerarlo uno scrittore solo perché scrive libri (tutti uguali) è come chiamare me Chef, solo perché so prepararmi la pastasciutta. Vorrei tanto il suo conto in banca, ma gli lascerei molto volentieri il suo "talento".
Si parla tanto bene di questo autore, come del resto si parla tanto bene di tutti gli autori commerciali e va bene perché quanto meno producono un prodotto di consumo che sfama qualche famiglia. Cerco di vedere l'esistenza di questi prodotti come uno dei sistemi per sconfiggere la disoccupazione. Scrivi storie fatte di frasi fatte (fanno molto Baci Perugina), di viscido buonismo e produci occupazione (i libri vanno stampati, trasportati ecc...)poi vai in TV per presentarlo, predichi lo stesso buonismo e anche qui produci occupazione (TV, pubblicità ecc...), la gente ti vede si commuove perché il buonismo piace molto nella nostra epoca, quindi vanno a comprare il libro, altra occupazione. Questi prodotti hanno il merito di far aprire libri a gente che solitamente li usa come ferma carte e che non avendo nessuna conoscenza letteraria (è il loro primo libro) non può far confronti, quindi presi dall'entusiasmo urlano "ommmiiioodddioooo! Io ammmooo fabbbiooo sei un genio, il nuovo messia ti lovvvoooo"
Ora che ho finito di elencare i lati positivi di questi libri vorrei parlare di quelli negativi.
Scrivere un'opera e scrivere un prodotto di consumo sono due cose diverse, come del resto il cucinare non è l'equivalente del cuocere dei sofficini o preparare un panino. "Ma tanta gente mangia i sofficini" vero, ma non si può certo dire che sia un prodotto di alta cucina. Tanta gente mangia da Mc , pure io a volte ci vado, ma quando esco da lì non dico "mai mangiato così bene! Questa sì che è cucina". Fabio volo da anni scrive sempre le solite storie in cui l'ingrediente principale è il buonismo, può piacere, ma considerarlo uno scrittore solo perché scrive libri (tutti uguali) è come chiamare me Chef, solo perché so prepararmi la pastasciutta. Vorrei tanto il suo conto in banca, ma gli lascerei molto volentieri il suo "talento".