Libro strano, di quelli che alla fine fanno dire “ni”. Buona l’idea, ma la seduzione della narrazione procede un po’ a fasi, ora sì ora no come le frecce dell’auto. Datemi scavi archeologi, stanze murate, scheletri impolverati dal tempo e divoro il libro. Quando però una sola frase del libro mi racconta tutte le almeno cento pagine successive, bah… l’entusiasmo cala. Belle quindi per me le parti che narrano i flashback nel passato, brutti i punti in cui l’autore tratta un po’ il lettore da deficiente, o perché gli spiega troppo (c’era bisogno di specificare che nei gemelli chi nasce prima è il più giovane?) o perché pensa di sparare fuochi d’artificio laddove si è già capito tutto. Due cose mi sono rimaste del tutto incomprensibili e spero che qualcuno me le spieghi. Perché nel capitolo “30 gennaio 1947” l’età della volta (11°/12° secolo) rende impossibile la presenza di un volume del 1467? Se entro in un edificio medievale e ci lascio una copia del Corriere della Sera, vuol dire che tra cent’anni mi prenderanno per una medium? E poi: di chi era il cadavere con l’abito elisabettiano che gli archeologi trovano nella cripta? Mi pare che l’autore si sia dimenticato di lui. O mi sono persa io qualcosa?
P.S. L'ho letto in inglese. Ergo, non so se la traduzione italiana abbia "aggiustato" il testo.