Fo, Dario - Premio Nobel meritato!

Fabio

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Di peggio c'era soltanto Topolino.
Ma non c'è mai limite al peggio...
Penso che di peggio ci possa essere la "chiusura mentale" che io amo definire come "stiticità mentale".

Fortunatamente la commissione dei nobel non è la classica commissione italiana composta da anziani inflessibili ed arcaici :D
 
Penso che di peggio ci possa essere la "chiusura mentale" che io amo definire come "stiticità mentale".

Fortunatamente la commissione dei nobel non è la classica commissione italiana composta da anziani inflessibili ed arcaici :D
Bel benvenuto.
Il Premio Nobel di cui si tratta si conferisce per la Letteratura.
Le commedie scritte da Fo, al contrario di molti ho dovuto leggerle tutte, sono di una banalità sconcertante.
Conosci qualcuno della commissione dei Nobel di quel'anno?
Io sì.
Di fama, ovviamente.
Tu però sembri avere più conoscenza di me riguardo all'argomento.
Me ne parli?
 

elisa

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Gli autori negano che io sia un autore. Gli attori negano che io sia un attore. Gli autori dicono: tu sei un attore che fa l'autore. Gli attori dicono: tu sei un autore che fa l'attore. Nessuno mi vuole nella sua categoria. Mi tollerano solo gli scenografi.(Dario Fo)
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Di Dario Fo ho letto parecchio e se devo riassumere:
A. Non mi entusiasmano i suoi ultimi libri
B. Trovo alcuni suoi saggi sull’arte interessanti anche se discutibili quanto originali
C. Credo che le sue commedie siano originali, eclettiche, poetiche, divertenti, innovative, visionarie (nel senso che in alcuni casi si è verificato quanto detto)… formidabili.

Dario Fo può piacere o meno, ma dire che non ha scritto nemmeno un libro o che ciò che ha scritto era scontato, lascia a bocca aperta, sembra quasi uno scherzo.
Sarebbe gradita una critica alle opere o anche all'Autore, ma basata sui testi o sulla sua vita, altrimenti certe affermazioni hanno il valore delle scritte sulle porte dei gabinetti.

Gli ultimi 50 anni della storia italiana fanno talmente schifo che è quasi impossibile trovare la forza per tentare di capirli.
A tal punto è lo schifo, che vien voglia di dimenticare e lasciare che insabbino tutto: Stazione di Bologna, Piazza Fontana, Ustica, Capaci, Via d’Amelio, Aldo Moro, Ilaria Alpi, P2, P3, Gladio, Banco Ambrosiano, Calvi…
Poi ti capita un Dario Fo, una Franca Rame, un Benigni, un Michele Serra e se volete anche una Littizzetto, un Cetto Laqualunque e i Guzzanti, e allora, pur di farti due risate, riesci a sopportare le schifezze che hanno da raccontare conservando così un minimo di memoria.
Io il Nobel non lo avrei dato soltanto a Dario Fo ma a tanti comici italiani perché solo grazie a loro continuo ad avere (ogni tanto) voglia di conoscere la Verità.
Saluti
 

elisa

Motherator
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La Bibbia dei villani

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Esistono Bibbie degli imperatori, splendidamente miniate, ed esistono, meno appariscenti e meno note, ma non meno preziose, Bibbie dei villani. Sono le Bibbie dei contadini, dei piccoli mercanti e degli artigiani, insomma del popolo minuto, che la tradizione orale e scritta di ogni regione d’Italia ci ha tramandato, e che Dario Fo e Franca Rame hanno scoperto in anni di ricerche sulle tradizioni popolari, ricreato sulla scena e ora riproposto, in una versione inedita, in questo libro. In queste Bibbie, commosse e piene di risate, Dio è gioia ma anche sofferenza, godimento e pianto, sorriso e sghignazzo: il Dio dei villani discute con gli animali e con gli umani, certe volte anche li aggredisce; l’Altissimo, essendo il padre delle sue creature, ha i loro stessi pregi e i loro stessi difetti, persino la gelosia, la paura di rimanere solo, la malinconia. E poi, altro fatto straordinario, egli non è solo maschio, ma anche femmina, cioè madre, una tradizione che viene da tempi lontani, dalla Grecia arcaica. La Bibbia dei villani di Dario Fo segue liberamente la successione «biblica», dall’Antico al Nuovo Testamento, dalla Genesi ai Vangeli canonici e apocrifi, con prologhi che introducono i vari racconti scritti nel volgare di lingue diverse con versione italiana a fronte. Ne viene fuori una storia di meraviglie e di storture, di miracoli e di stragi, di crudeltà e di tenerezza, di follie di potenti e onnipotenti e di saggezza popolare, dove il Signore parla attraverso l’energia e la concretezza dei villani. (unilibro.it)
 

elisa

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Correggio che dipingeva appeso al cielo

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Antonio Allegri detto il Correggio è stato uno dei più grandi artisti della sua epoca, con la sua pittura energica, raffinata e spettacolare al tempo stesso. Ma la sua vita è avvolta in larga parte nel mistero, tanto che per secoli le sue opere principali sono state erroneamente attribuite ai più grandi maestri della pittura a lui contemporanei. Solo nel corso del XIX secolo la sua figura è stata rivalutata e gli è stata riconosciuta la paternità delle sue opere, come le cupole affrescate a Parma in cui si possono ritrovare anche sorprendenti tracce di una conoscenza di prima mano delle coeve teorie astronomiche. Nelle pagine di questo libro, Dario Fo ricostruisce la vita e i tempi di Antonio Allegri con la passione e la competenza che distinguono le sue lezioni-spettacolo dedicate alla storia dell'arte: i rapporti del pittore con gli artisti che ammirava, Andrea Mantegna su tutti, con i committenti e con la moglie Girolama, sua modella prediletta, sono raccontati con tratti vivaci che fanno rivivere i personaggi in tutta la loro umanità. Accompagnati dagli inconfondibili disegni dello stesso Fo, i dipinti di Correggio, dalle spettacolari cupole alle delicate Madonne, passando per soggetti profani di grande sensualità, si rivelano al lettore sotto una luce nuova, quella del loro rapporto con le vicende del pittore, dei suoi famigliari, dei suoi committenti. Un grande protagonista dell'arte italiana riscoperto dalla sensibilità di uno straordinario narratore. (unilibro.it)
 

elisa

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Il Boccaccio. Riveduto e Scorretto

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"Boccaccio" dichiara Dario Fo "è stato per me una grande scoperta acquisita anni e anni dopo l'accademia. E a quel punto che mi è apparsa evidente tutta la potenza di questo autore. Al tempo in cui scriveva, Boccaccio non godeva che di un riconoscimento limitato a gruppi di amici della sua città. Durante la peste, si inventò il Decameron, cento novelle ambientate nel tempo da lui vissuto, e con sorpresa risentita dei letterati di buon rango ebbe un enorme successo che durò nei secoli, pur sotterrato più volte a partire dal Seicento (con illustri accademici in testa) fino ai nostri giorni. Un grande uomo di cultura e spregiudicatezza quale Pier Paolo Pasolini, sensibile al valore di questo 'narratore di conte', alle sue favole dedicò un film." Fo e Boccaccio sono gente dello stesso mestiere: il loro incontro ha generato questo libro straordinariamente godibile, che esalta il ruolo storico dell'autore toscano. A fare da guida, da suggeritore e da contrappunto ci sono poi i dipinti di Dario Fo, che immergono la narrazione dentro fondali dai colori ora festosi ora scuri e profondi, ma incisi "dalla luce di taglio del sole".(unilibro.it)
 

elisa

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L'osceno è sacro

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L'osceno, il triviale sono parte del valore lessicale di ogni popolo, ed esiste nella storia un "grande libro dello scurrile poetico", mai veramente considerato. I suoi autori hanno nomi a volte ignoti, altre volte noti e celebrati: per esempio Shakespeare e Marlowe, che in scena e nella vita si esprimevano usando "parolacce". L'ebreo di Malta di Marlowe inveiva dando della "testa di fallo" ai suoi persecutori. Il fool del Re Lear shakespeariano usava espressioni come "culo" e "chiappe", con varianti d'appoggio, a ogni occasione. Nel testo originale Amleto fa allusioni chiare al sesso femminile. Al limite dello sconcio le espressioni recitate da Molière nel Medico per forza e nel Don Giovanni. Per non parlare delle oscenità esibite da Ruzzante, dall'Aretino e da Giulio Cesare Croce il fabbro nel suo Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno. Ma è sorprendente scoprire come uno dei campioni del turpiloquio fosse Leonardo da Vinci, con una famosa tiritera sul fallo recitata in tutte le sue modulazioni. Riallacciandosi a una tradizione tanto illustre, Dario Fo racconta, da un'angolazione originale, le storie grandiose dei miti greci e romani, dell'Asino d'Oro e delle Mille e una notte, di Dante Alighieri e dei poeti di Provenza, della tradizione napoletana e di quella giullaresca medievale, e molte altre. E mette a fuoco la sacralità dell'osceno e della buffoneria, da cui la sessualità esce giocosa e vitale, la donna rispettata e il male scongiurato. Con 133 disegni dell'autore. (ibs.it)
 

elisa

Motherator
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Giotto o non Giotto

giotto.jpg


Nato nel 1267 nei pressi di Firenze, Giotto di Bondone è stato uno dei più importanti innovatori dell'arte della pittura. Le sue opere spiccano ancora oggi per la qualità e per la maestria della messa in scena di figure eleganti ed espressive, calate in scenografìe prospettiche che segnano un netto superamento della tradizione bizantina. Dario Fo dedica questa sua nuova lezione-spettacolo a Giotto e ad alcuni dei suoi più importanti cicli pittorici: gli affreschi della Basilica di Assisi, quelli della Cappella degli Scrovegni a Padova e di Santa Croce a Firenze. Quali erano le tecniche utilizzate per realizzare gli affreschi all'epoca di Giotto? Quali delle molte opere a lui attribuite sono realmente sue? Davvero il pittore esercitava anche l'attività di usuraio? A queste e altre domande Fo dà risposta nel corso del libro, indossando non solo i panni dell'affabulatore ironico e pungente, diretto erede dei giullari medievali al cui repertorio attinge per raccontare le storie illustrate dai dipinti di Giotto, ma anche quelli dell'artista nelle dimostrazioni pratiche di pittura e quelli dello storico dell'arte quando affronta i dibattiti sull'attribuzione. (unilibro.it)
 

111erre

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Penso che ci siano stati Nobel più giustificati di questo, tuttavia... VV l'Italia!
 
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Heteronym

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Ho letto Mistero Buffo, Morte Accidentale di un Anarchico, Non si paga, non si paga!, Clacson, trombette e pernacchi, Il Papa e la Strega e altri testi teatrali. Amo il suo lato comico e la sua immaginazione, e anche la sua erudizione storica. Il Nobel é stato molto giusto.
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ciao Franca!

Oggi Franca Rame è deceduta.

Mi dispiace molto per lei, per suo marito Dario e suo figlio Jacopo.

Mi dispiace anche per la nostra letteratura e teatro che perdono una colonna portante.
Colonna è un modo dire, perché Franca non stava ferma un minuto: teatro, manifestazioni, TV, Senato, blog....

Se cercate su Youtube dovreste trovare alcune sue interpretazioni teatrali.
Tra tutte spiccano il grammelot di Maria dopo la crocifissione, Lo Stupro e Sesso? Grazie, tanto per gradire.

Ciao Franca!
 

Carcarlo

Nave russa, vaffanculo!
Ciao Dario!

Grazie anche a te,
alle tue opere,
al tuo teatro,
all'analisi dei grandi artisti che ti hanno preceduto,
per le tue battaglie (anche se non tutte condivise :wink: )
e tutto ciò che ci hai lasciato.

Un abbraccio.
 

Grantenca

Well-known member
Non so come va la logica delle assegnazioni dei premi Nobel, quindi non posso pronunciarmi in merito.
Però ho avuto la fortuna di vedere (casualmente) Dario Fo dal vivo, recitare "MIstero BUffo" quando era appena uscito.
Per me è stata una serata "unica".
 

ranaurro

New member
Per quanto a lungo si possa discutere della giustezza del Nobel assegnatogli (io sto con chi dice che l'ha meritato), non si può comunque negare che con la sua opera Fo ha aggiunto alla Letteratura qualcosa di veramente nuovo. Un impasto di sacro e profano (che non è una novità) corroborato da un'ironia colta e lunatica che lo ha spinto ad esplorare storie e "lingue" contorte, nobilitandole con suoni, umori e versi che ne hanno fatto un autore ricco di punti di non riferimento. Un grande.
 
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