Saramago, Josè - Il Vangelo secondo Gesù Cristo

Denni

New member
Considerato che la storia di gesù appartiene a noi tutti, non ho provato, durante la lettura quell'elettricità tipica in cui mi imbatto all'inizio di ogni diversa narrazione, ma non era questo che questo Vangelo doveva fare (perdonate la ripetizione). Nonostante tutto, Saramago mi ha portato fino alla fine e io con grande curiosità ho sfogliato ogni pagina, impazione di sapere come mi avrebbe raccontato gli eventi, e quali avrebbe o no scelto. Ho apprezzato molto che Saramago abbia disegnato un Gesù lucido, umano, a cui appartengono le contraddizioni e i paradossi del credente e ne è cosciente, che ha ereditato il sogno di suo padre e prova rabbia per la colpa di quest'ultimo, facendola propria. Un Gesù che pone domande e chiede spiegazioni, a cui è stato affidato un compito enorme che lo terrorizza, per peso e responsabilità. Ho apprezzato il tono deciso e forte che ha sempre avuto nei confronti di Dio, e si, anche io ho trovato interessante il dialogo a tre, ma personalmente ho adorato le riflessioni con i suoi discepoli, la rabbia di Giuda Iscariota e la risposta di Gesù, nell'ultimo capitolo.
Insomma bel libro, questo è il terzo libro che leggo suo e ancora una volta sono rimasta più che soddisfatta. Grande scrittore.
Libro sicuramente consigliato.
 

bouvard

Well-known member
Questo era il mio terzo Saramago dopo Le intermittenze della morte e Cecità. Anche se molti non saranno d’accordo la mia personale classifica per adesso è: Il Vangelo secondo Gesù Cristo, Le intermittenze della morte e Cecità.
Diverse cose mi hanno colpito in questo libro, innanzitutto la notevole conoscenza dei testi Sacri da parte di Saramago. Infatti non ha inventato niente, ha solo guardato le vicende dei Vangeli da un altro punto di vista. E’ se il Cristo che ci mette davanti è profondamente umano, il suo Dio invece è molto poco divino. O almeno ha poco delle qualità che io associo a questo termine. Dio è meschino, vanaglorioso, arrogante e vendicativo. Molto meglio Pastore.
In effetti io ho avuto l’impressione che non fosse Pastore ad essere la negazione di Dio, quanto Dio la negazione di Pastore. La scena in cui Pastore si arrabbia con Gesù dopo che questi ha sacrificato la sua pecora a Dio e gli dice "Non hai imparato niente" è toccante. Il Diavolo non sacrifica la vita delle sue pecore, Dio sì.
Altrettanto bella una delle scene finali in cui Cristo rivolto agli uomini dice "...perdonatelo,perché non sa quello che ha fatto". Davvero magistrale.
Ci sarebbe tantissimo altro da dire, ma per assurdo è proprio il fatto che mi sia piaciuto tanto a rendermi difficile il parlarne...
Leggetelo. Solo questo: leggetelo.
 

Grantenca

Well-known member
E’ sempre arduo per qualsiasi scrittore misurarsi con l’affascinante storia del vangelo.
Dall’annunciazione al supplizio sul Golgota l’autore racconta la vita di Gesù di Nazareth, sia sotto l’aspetto umano che divino. Ma Saramago non è un evangelista e dà molta importanza agli aspetti umani della vita di Cristo soffermandosi su figure che, nella catechesi tradizionale, appaiono quasi di secondo piano, come il padre naturale Giuseppe con le sue paure e suoi rimorsi che gli rovineranno il sonno per sempre (chissà perché chi dorme male suscita sempre in me una certa simpatia!) nonché la schiava Zelomi, la levatrice di Gesù che, reincontrandolo giovanetto, non gli nasconde i suoi dubbi sul divino dicendo, fra l’altro, a proposito della strage degli innocenti “può ben poco la mano di Dio se non riesce a interporsi fra la scure e il condannato”. C’è poi la figura gigantesca di Maria di Magdala che ha insegnato a Gesù cosa vuol dire essere “uomo”, ma soprattutto l’evoluzione dell’uomo Gesù dalla giovinezza alla maturità, alla sua scoperta del divino, alla sua conoscenza con il diavolo. Anche la figura di Marta, la sorella di Maria di Magdala, è tratteggiata molto bene. C’è poi la frase finale di Gesù morente (Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno) che lo scrittore trasforma, con un Gesù rivolto al cielo “Uomini, perdonatelo, perché non sa quello che ha fatto.”
Essendo molto scettico sulle religioni, non posso certamente dare un giudizio sulla parte dottrinale del libro, dico scettico perché la storia ha dimostrato che le religioni sono state spesso copertura, pretesto o pseudo giustificazioni dei più gravi crimini perpetrati dall’uomo contro stesso. Però l’ultima frase del Gesù di Saramago fa certamente riflettere.
 

Grantenca

Well-known member
C'è un altro particolare che mi ritorna sempre in mente di questo libro. Mentre Gesù sta per risuscitare Lazzaro, Maria di Magdala gli mette una mano sulla spalla e gli dice "Nessuno ha compiuto tanti peccati in vita per meritare di morire due volte" E Gesù, rinunciando al miracolo, si allontana piangendo.
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
C'è un altro particolare che mi ritorna sempre in mente di questo libro. Mentre Gesù sta per risuscitare Lazzaro, Maria di Magdala gli mette una mano sulla spalla e gli dice "Nessuno ha compiuto tanti peccati in vita per meritare di morire due volte" E Gesù, rinunciando al miracolo, si allontana piangendo.

ecco finalmente svelato, dopo duemila anni, il mistero
di quella corona sulla tomba della suddetta Maria,
con la sigla misteriosa "FCT !!! - tuo Lazzaro"

:mrgreen:
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Mi sembra di aver compreso il significato della sigla misteriosa "FCT" : ​però, sinceramente, saresti contento di morire due volte?

mi sembra una questione del tipo "bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto":
morire due volte vs vivere due volte...

il vero problema è piuttosto, secondo me, che c'è chi anche in mille vite non ne totalizzerebbe nemmeno una intera, così come vi sono esseri visivamente vivi che però dal principio sono già morti, proprio come zombie.

:boh:
 

Grantenca

Well-known member
Sinceramente, come penso la maggioranza degli esseri pensanti, ho moltissimi rimpianti per quello che (forse) potevo fare e invece non ho fatto e non potrò più fare. Per quanto riguarda però la morte, altrettanto sinceramente ti dico che, per me, una è già di troppo,,,,,
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Sinceramente, come penso la maggioranza degli esseri pensanti, ho moltissimi rimpianti per quello che (forse) potevo fare e invece non ho fatto e non potrò più fare. Per quanto riguarda però la morte, altrettanto sinceramente ti dico che, per me, una è già di troppo,,,,,

a prescindere che siano una due o n morti, hai ragione a sostenere che una sia già di troppo.
se Cristo è morto uomo perchè solo con la contemporanea natura divina poteva riscattare il nostro peccato originale, a quel punto non avrebbero più dovuto proseguire cose tipo esclusione dall'Eden, riproducetevi col dolore, morte finale per tutti...
invece la punizione eterna continua impietosa, colpendo ignobilmente tutti i figli dei figli dei figli...
ogni essere umano è Cristo, perchè alla fine muore sulla propria croce per il peccato di altri che già risulta riscattato da Gesù, quindi prescritto, e la cui conseguente condanna scontata più che abbondantemente.
se Gesù ha pareggiato il conto, allora perchè muoriamo? e perchè ci battezziamo? non è già stato annullato sto peccato originale?
ah, certo: poi saliremo al cielo!
ma la nostra natura è la vita terrena, ed è sulla terra che io voglio vivere senza debiti.
verrebbe da dire che veniamo fatti continuamente nascere per vederci morire, perchè il pentimento e le scuse non sono state ritenute sufficienti per scontare la grande offesa arrecata...; nemmeno il sacrificio del Cristo.
(un po' di modestia e misericordia no, vero?)
alla fine vivremo in eterno beandoci permanentemente della vista del Signore: non credo che lo guarderò con simpatia e riconoscenza, data la vitaccia che ci ha fatto fare quel permaloso.
e poi tutti dovranno esserci, perchè anche Pilato, Giuda, Hitler, etc sono stati messi al mondo da lui per il suo grande e misterioso disegno divino (la madre di tutti i videogames), e come tali vanno premiati perchè hanno eseguito alla perfezione il ruolo assegnato.
ah sì, il libero arbitrio... non cominciamo a scaricare la responsabilità sugli altri, che fin dall'inizio sapevi perfettamente delle scelte che avrebbero fatto in quanto tu così li hai progettati. e se invece ti sono riusciti sbagliati, quando nell'intenzione dovevano essere a tua immagine e somiglianza, chi ha sbagliato? o non c'è difetto perchè magari sei anche tu fatto così, come ritenevano ad es romani e greci dei loro dei?
e come la mettiamo che viene preferito il ritorno del figlio traditore alla fedeltà dell'altro?
o come detto in un precedente post, la sorella che sta ad ascoltare inoperosa invece dell'altra che si fa il mazzo per lui?
certo è doveroso evidenziare anche che il perdono non sconta la punizione, che va subita ugualmente...
ma perdono da che? e la colpa di chi? forse un dinosauro (pare che gli individui intermedi previsti da Darwin, nel paradiso terrestre non siano stati rinvenuti)? o un discendente di Noè (salvati perchè degni...: unici uomini dopo il diluvio e quindi novelli Adamo ed Eva)? se il peccato se lo sono comunque ereditato pure loro, li hai salvati per una nuova sessione del gioco?
niente. io ci provo. se dio esistesse lo sa solo lui quanto... ma non ci riesco!!!

ps.): azz, cos'è questo caldo improvviso, fumo e odore di bruciato? dove ho messo l'estintore... mannaggia a non aver partecipato quella volta alla prova di evacuazione... (no, lo stridore di denti, almeno quello no, per favore!)

:MM
 

maclaus

New member
Caro Hot, le tue osservazioni, pungenti e puntuali, come sempre sono di grande effetto ed efficacia...oltre al fatto che rivelano la tua grande preparazione teologica ed una grande capacità di critica e discernimento...:ad:
Prima o poi, io e te, dovremo farci una bella chiacchierata davanti al focolare, con un bel bicchiere di vino in mano...
Qui e ora, ti propongo solo un quesito in merito alla morte: tu (come tutti) ti poni il problema perché moriamo... e se, invece, fosse il contrario? Se la morte fosse la nostra "vera" nascita e la vita qui sulla terra fosse la "vera" morte da cui liberarci?
Di seguito, ti riporto la trascrizione integrale di un esorcismo effettuato da un grande sacerdote e mistico. Sono le parole (registrate e trascritte) uscite dalla bocca del posseduto e delle quali non avere dubbi sull'autenticità (se mi reputi una persona seria). Si può discutere sul come e perché una persona faccia uscire dalla sua bocca certe cose, ma ti assicuro che esistono testimonianze dirette e documentate di tutto ciò che leggerai:
“Non vedi che il suo regno si sgretola e il mio si allarga di giorno in giorno sulle rovine del suo? Provati a fare un bilancio tra i suoi seguaci e i miei, tra quelli che credono nelle sue verità e quelli che seguono le mie dottrine, tra quelli che osservano la sua legge e quelli che abbracciano le mie. Pensa soltanto al progresso che sto facendo per mezzo dell’ateismo militante, che è il rifiuto totale di Lui. Ancora poco tempo e il mondo cadrà in adorazione dinanzi a me. Sarà completamente mio.
Pensa alle devastazioni che sto portando in mezzo a voi servendomi principalmente dei suoi ministri. Ho scatenato nel suo gregge uno spirito di confusione e di rivolta che mai finora mi era riuscito di ottenere. Avete quel vostro (…) vestito di bianco che tutti i giorni chiacchiera, grida, blatera. Ma chi lo ascolta? Io ho tutto il mondo che ascolta i miei messaggi e li applaude e li segue. Ho tutto dalla mia parte. Ho le cattedre con le quali ho dato scacco alla Vostra filosofia. Ho con me la politica che vi disgrega. Ho l’odio di classe che Vi dilacera. Ho gli interessi terreni, l’ideale di un paradiso in terra che vi accanisce gli uni con gli altri. Vi ho messo in corpo una sete di denaro e di piaceri che vi fa impazzire e vi sta seducendo in un’accozzaglia di assassini. Ho scatenato in mezzo a voi una sensualità che sta facendo di voi una sterminata mandria di porci. Ho la droga che presto farà di voi una massa di miserabili larve, di folli e di moribondi.
Vi ho portati a praticare l’aborto con cui fate stragi di uomini prima che nascano. Tutto quello che può rovinarvi non lascio intentato, e ottengo ciò che voglio: ingiustizie a tutti i livelli per tenervi in continuo stato di esasperazione; guerre a catena che devastano tutto e vi portano al macello come pecore; e insieme a questo la disperazione di non sapersi liberare dalle sciagure con le quali devo portarvi alla distruzione. Conosco fin dove arriva la stupidità degli uomini, e la sfrutto fino in fondo. Alla redenzione di quello che si è fatto ammazzare per voi bestie ho sostituito quella di governanti massacratori, e voi vi buttate al loro seguito come stupidissime pecore. Con le mie promesse di cose che non avrete mai sono riuscito ad accecarvi, a farvi perdere la testa, fino a portarvi dove voglio. Ricorda che io vi odio infinitamente, come odio lui che vi ha creati.”
Io ho sempre sostenuto che ognuno di noi capirà il senso di tutto questo nel momento della nostra morte e che quindi non vale la pena di affannarci o scervellarci per cercare risposte adesso...
 

HOTWIRELESS

d'ya think i'm stupid?
Caro Hot, le tue osservazioni, pungenti e puntuali, come sempre sono di grande effetto ed efficacia...oltre al fatto che rivelano la tua grande preparazione teologica ed una grande capacità di critica e discernimento...:ad:
Prima o poi, io e te, dovremo farci una bella chiacchierata davanti al focolare, con un bel bicchiere di vino in mano...
Qui e ora, ti propongo solo un quesito in merito alla morte: tu (come tutti) ti poni il problema perché moriamo... e se, invece, fosse il contrario? Se la morte fosse la nostra "vera" nascita e la vita qui sulla terra fosse la "vera" morte da cui liberarci?
Di seguito, ti riporto la trascrizione integrale di un esorcismo effettuato da un grande sacerdote e mistico. Sono le parole (registrate e trascritte) uscite dalla bocca del posseduto e delle quali non avere dubbi sull'autenticità (se mi reputi una persona seria). Si può discutere sul come e perché una persona faccia uscire dalla sua bocca certe cose, ma ti assicuro che esistono testimonianze dirette e documentate di tutto ciò che leggerai:
“Non vedi che il suo regno si sgretola e il mio si allarga di giorno in giorno sulle rovine del suo? Provati a fare un bilancio tra i suoi seguaci e i miei, tra quelli che credono nelle sue verità e quelli che seguono le mie dottrine, tra quelli che osservano la sua legge e quelli che abbracciano le mie. Pensa soltanto al progresso che sto facendo per mezzo dell’ateismo militante, che è il rifiuto totale di Lui. Ancora poco tempo e il mondo cadrà in adorazione dinanzi a me. Sarà completamente mio.
Pensa alle devastazioni che sto portando in mezzo a voi servendomi principalmente dei suoi ministri. Ho scatenato nel suo gregge uno spirito di confusione e di rivolta che mai finora mi era riuscito di ottenere. Avete quel vostro (…) vestito di bianco che tutti i giorni chiacchiera, grida, blatera. Ma chi lo ascolta? Io ho tutto il mondo che ascolta i miei messaggi e li applaude e li segue. Ho tutto dalla mia parte. Ho le cattedre con le quali ho dato scacco alla Vostra filosofia. Ho con me la politica che vi disgrega. Ho l’odio di classe che Vi dilacera. Ho gli interessi terreni, l’ideale di un paradiso in terra che vi accanisce gli uni con gli altri. Vi ho messo in corpo una sete di denaro e di piaceri che vi fa impazzire e vi sta seducendo in un’accozzaglia di assassini. Ho scatenato in mezzo a voi una sensualità che sta facendo di voi una sterminata mandria di porci. Ho la droga che presto farà di voi una massa di miserabili larve, di folli e di moribondi.
Vi ho portati a praticare l’aborto con cui fate stragi di uomini prima che nascano. Tutto quello che può rovinarvi non lascio intentato, e ottengo ciò che voglio: ingiustizie a tutti i livelli per tenervi in continuo stato di esasperazione; guerre a catena che devastano tutto e vi portano al macello come pecore; e insieme a questo la disperazione di non sapersi liberare dalle sciagure con le quali devo portarvi alla distruzione. Conosco fin dove arriva la stupidità degli uomini, e la sfrutto fino in fondo. Alla redenzione di quello che si è fatto ammazzare per voi bestie ho sostituito quella di governanti massacratori, e voi vi buttate al loro seguito come stupidissime pecore. Con le mie promesse di cose che non avrete mai sono riuscito ad accecarvi, a farvi perdere la testa, fino a portarvi dove voglio. Ricorda che io vi odio infinitamente, come odio lui che vi ha creati.”
Io ho sempre sostenuto che ognuno di noi capirà il senso di tutto questo nel momento della nostra morte e che quindi non vale la pena di affannarci o scervellarci per cercare risposte adesso...

come primo appunto, abbiamo appena concordato entrambi nel commento di una poesia su altro 3D, come il tutto sia il viaggio più che la meta. trovo perciò scusami una leggera contraddizione nella tua ultima affermazione sul non affannarci o scervellarci per cercare risposte adesso: se non lo faccio non vivo, vegeto! anche se so di non riuscire ad arrivare a nulla, perchè questo è il nostro limite, devo comunque provarci.
in secondo luogo ho ben scritto nel post precedente che per me la vita per gli esseri umani -che volenti o nolenti siamo qui per vivere-, è quella terrena; che perciò dovremmo vivere con correttezza certamente, ma anche col diritto di partire alla nascita senza peccati ereditari, cioè con rapporto debito/credito con eventuali creatori azzerato.
infine, che la vera vita sia quella poi oltre, a fine della terrena, non è che dovremmo solo immaginarlo, pochi illuminati e pochi illusi e molti malintenzionati... la fede, se è fondamentale per l'umanità, non deve essere un dono, ma dotazione di ciascuno.
e per considerare quanto scritto dal saggio Grantenca, riguardo alla tua frase se la morte fosse la nostra "vera" nascita e la vita qui sulla terra fosse la "vera" morte da cui liberarci, allora sì che varrebbe vivere più volte sulla terra, perchè così si conseguirebbero più numerose vittorie sulla morte: vai di reincarnazione!

credo che leggerò il libro di Saramago.

:wink:
 

maclaus

New member
Oltre al libro di Saramago, leggi anche "Il Vangelo secondo Pilato" di Eric-Emmanuel Schmitt. E' un testo "illuminante", oltre che molto bello, secondo me...

Per quanto concerne l'affanno di cercare risposte, è un'esperienza che ho fatto anch'io e ti assicuro che si vivono momenti molto "frustranti", che possono anche degenerare in qualcosa di "patologico"... Come spesso avviene, ho trovato quando ho smesso di cercare. :D

Però mi piace la tua affermazione che se non cerchi risposte non vivi e vegeti...:ad:

...in effetti è tutto un controsenso...:YY
 

estersable88

dreamer member
Membro dello Staff
Questo è il terzo libro di Saramago con cui ho modo di confrontarmi, perciò ero preparata alla sua prosa scorrevole solo in apparenza, alla bizzarria delle sue trovate narrative, all’ironia sottile ma mordace di cui sono pervasi i suoi scritti. Tuttavia non pensavo che tutte queste caratteristiche potessero essere applicate, peraltro in modo così radicale e con così tanto successo, alla religione. Ciò che Saramago fa in questo libro, infatti, è rileggere (ed in molti casi riscrivere) la storia di Gesù Cristo basandosi sui fatti narrati nei Vangeli, ma modificando radicalmente la concezione di Gesù, di Dio, a dirittura del diavolo.
Il risultato è un nuovo “Vangelo” molto meno mitizzato di quello originario e con personaggi e vicende analizzati in modo molto più umano. Lo stesso Gesù è un bambino, un ragazzo, un uomo con tutte le ansie, le paure, le incertezze, le pulsioni umane. Egli si dimostra fallibile, incerto, iracondo, ingiusto e non più solo ed esclusivamente esempio di virtù. Dio, poi, viene raffigurato da Saramago in una veste diversa da quella che oggi ci presenta la Chiesa, ma molto più vicina alla raffigurazione originaria della Bibbia: abbiamo così un Dio volubile, distante, a volte spietato, spesso cinico, in qualche modo anche lui più “umano”.
Il grande pregio di questo libro, a mio parere, è la forza di andare controcorrente rispetto al solito buonismo che adottiamo quando parliamo di Dio; Saramago non ha paura di osare e di reinventare i personaggi che sono alla base della fede cristiana portando allo scoperto pensieri che a volte sono stati anche nostri, solo che abbiamo esitato a renderli noti ai più.
Credo che questo libro vada letto per quello che è, semplicemente un romanzo che vuole far riflettere, e non vada inteso come un tentativo di sovvertire i dogmi della Chiesa. Io l’ho letto e l’ho apprezzato molto perché mi ha permesso di guardare gli insegnamenti religiosi da un punto di vista inedito, anticonformista e molto, molto acuto… perciò mi sento di consigliarlo a tutti, a chi crede ed a chi non crede, perché è un romanzo che fa riflettere e di riflettere su ciò in cui crediamo non dovremmo stancarci mai.
 

Trillo

Active member
Libro scritto in modo sapiente, critico e lineare negli avvenimenti. La descrizione particolareggiata di eventi e pensieri rende tutto molto affascinante e realistico. Nonostante ciò, non mi ha del tutto entusiasmato e coinvolto, non sono riuscito ad appassionarmi a fondo. E soprattutto non l'ho capito. O meglio, il significato esplicito è chiaro, fin troppo, e non è neanche tanto sorprendente e originale. Ciò che non capisco è tutto il resto, alcune frasi o gesti molto evidenti in cui sembra annidarsi un significato forse più profondo, ma che non riesco a cogliere. Per quanto mi sforzi di pensarci, non riesco proprio a giungere ad alcuna conclusione soddisfacente e "logica" (nella logica del libro, si intende).

Innanzitutto, che significato ha la scodella, quella scodella che si illumina con la terra del mendicante, che diventa indistruttibile e che alla fine tornerà in "potere" (non in possesso) di Gesù senza che lui se ne accorga? (E qual è il senso di questo non accorgersene?) Forse da quella scodella che contiene il suo sangue potrà germogliare una nuova vita che nasce più forte di prima contro il male e le ingiustizie perpetrate dal presunto Dio, come la pianta nata dalla terra in quella stessa scodella?

L'esempio forse più lampante però si ha durante l’incontro sulla barca fra Gesù, Dio e il Diavolo, in cui alcune indefinite voci nella nebbia impauriscono i tre affermando che forse questo Dio e l’altro che dovrà venire (ma non il Diavolo) non sono altro che eteronimi della persona. Chi ha parlato? Forse un’entità ancora superiore? Forse è un messaggio che vuole trasmettere lo stesso Pastore? Ma che significa quel messaggio? Che il Dio che viene rappresentato non è reale, ma frutto solo del pensiero dell'uomo, mentre solo Pastore è "reale"? Ma allora i miracoli si compiono per opera di Pastore? Che sia tutto messo in scena da lui per mettere a nudo davanti all'uomo tutte le contraddizioni di un Dio che l’uomo stesso ha creato nel corso del tempo? Che quindi l'unico vero Dio è lui, che non sacrifica nessuno del suo gregge, che è caritatevole, che non fa differenze fra gli uomini, che si fa uomo, umile, che è capace di pentirsi e di chiedere perdono? Il potere della scodella che ritorna da Gesù con il suo sangue è forse quello di risvegliare queste virtù mettendo quindi in discussione le oscure qualità che si attribuiscono al Dio di quel tempo? Però la profezia degli eventi futuri proferiti da Dio resta veritiera, insieme a tutto il sangue e le atrocità mostrate. E tra l'altro Pastore non si dichiara creatore del mondo, né sembra mai promettere niente oltre la vita terrena, perché, come lui stesso afferma, il destino degli uomini è avere inizio e fine. Quindi lui non può essere Dio, ma allora non so proprio spiegarmi quelle voci chi sono, cosa vogliono dire le loro parole, qual è il significato che l’autore ne vuole dare.

E perché il mendicante-pastore rivela solo a Maria di essere un angelo e perché non lo deve dire a nessuno? Forse perché Pastore sta pianificando, dopo la morte di Gesù, di battersi insieme a lui contro l’avidità di quel Dio come hanno fatto insieme con il loro gregge, dato che entrambi si sono ribellati a lui?

Questi sono solo alcuni dei dubbi irrisolti, ce ne sarebbero anche altri, ma non sto qui a continuare a tediarvi con queste mie pseudo elucubrazioni che non portano a nulla di sensato.
E' indubbiamente da apprezzare il coraggio dell'autore di osare così tanto nell'andare controcorrente in un ambito delicato come quello affrontato, ma personalmente ciò non è stato sufficiente per farmi apprezzare a pieno questo libro. Per ora non mi resta che accettare questo romanzo così come vuole apparire, senza significati più profondi né una esplicita logica interna, semplicemente ammettendo che sono rimasto parecchio insoddisfatto e deluso da un libro che, per quanto elevato nello stile di scrittura e negli intenti, ho trovato molto al di sotto delle mie aspettative, probabilmente per la mia incapacità di comprenderlo fino in fondo.
 

ayuthaya

Moderator
Membro dello Staff
Mi sono accostata a questo romanzo insieme con grandi aspettative e una certa diffidenza, dovuta a una serie di motivi. Il primo fra tutti è che sapevo, per averlo letto in più occasioni, che Saramago era un ateo convinto, non sempre “rispettoso” del punto di vista opposto... Cosa aspettarsi dunque da un romanzo scritto da un ateo sulla storia di Gesù, letto da una credente? Dipende dallo scrittore. Dalla sua bravura innanzitutto (e su questo Saramago non ha certo bisogno di convincermi ulteriormente) e dalla sua “onestà” intellettuale e spirituale. D’altra parte, se tutti (o quasi) ne hanno parlato così bene…

Questa la premessa. Poi c’è il “corso d’opera”... che mi ha assolutamente entusiasmato in alcuni punti (tra cui tutta la prima parte fino alla comparsa di Gesù “ragazzino”) e lasciato un po’ più tiepida, per non dire perplessa, in altri.
Innanzitutto ho scoperto con una certa sorpresa che il punto di vista del romanzo era sì quello di Gesù, ma che l’elemento “soprannaturale” era non solo presente ma direi centrale. Non so perchè, mi sarei aspettata una storia totalmente desacralizzata, il cui perno fosse esclusivamente Gesù-uomo. E invece no: Dio c’è. Anzi, precisiamo. All’inizio sembra esserci solo nella gratitudine/venerazione tipicamente ebraica, la quale non vacilla nemmeno di fronte alle contraddizioni più evidenti. La logica non conta: comunque Dio sa tutto, e tutto – anche ciò che ci sembra male – è bene perchè tutto rientra nei suoi disegni imperscrutabili. Se c’è uno “stolto”, siamo noi... non certo Lui. E qui l’ironia è evidentissima, Saramago non la mitiga affatto, anzi! Per il resto Dio, in queste prime pagine, è del tutto assente, indifferente, estraneo. Tanto da avermi fatto pensare appunto che non facesse parte della storia, che l’obiettivo del romanzo fosse dimostrare come tutto si sia svolto “in assenza di Dio”. E invece no, perchè i segni soprannaturali ci sono fin dall’inizio, anche se non sappiamo ancora bene dove collocarli.
Poi alcune trovate quasi geniali: la “colpa” di Giuseppe e la sua “condanna”, l’incubo ereditato da Gesù, la “partenza”... ho apprezzato tutto moltissimo. E ancor di più ho apprezzato la facilità con cui Saramago si è destreggiato all’interno del repertorio biblico: nomi, fatti, riferimenti storici... bisogna ammettere cha padroneggiato tutto con grande competenza. E creatività.
Ecco, magari qui lo si sarebbe anche potuto criticare... perchè – parliamoci chiaro – è evidente, soprattutto da un certo punto in poi, che Il Vangelo secondo Gesù è un’opera di fantasia. Ma in senso proprio assoluto, ovvero gli ingredienti sono tutti più o meno veritieri (rispetto ai Vangeli canonici, non parlo qui di veridicità storica), ma il risultato è pura invenzione; non una diversa interpretazione dei fatti, bensì un racconto che, di questi fatti, conserva solo la “materia prima”.
Però, a dirla tutta, io ho apprezzato anche questo... ma sì, dove sta scritto che il diritto di rielaborare una storia debba essere contenuto entro certi limiti? Mi sono divertita, ho sorriso, ho “ammirato”. Ma un dubbio mi restava sempre: va bene la creatività, la capacità di destreggiarsi e tutto il resto... ma dove vuole andare a parare Saramago? Qual è il significato ultimo di questo azzardo narrativo? Quale il messaggio profondo? E come interpretare questo Dio che, finalmente “personaggio”, si dimostra più che indifferente: avido di “gloria”, vendicativo e quasi crudele?
Inutile negarlo: ho faticato non poco. I miei dubbi iniziali si sono in parte rivelati fondati: io che conosco un Dio di amore, ho mal sopportato questa versione di Dio così autoreferenziale ed egocentrica, così come ho mal sopportato l’evoluzione della figura di Maria, che da donna sensibile e attenta si chiude in se stessa, fino a negarsi al suo (amato?) figlio.

La faccio breve (attenzione! Da qui in poi lievi spoiler): mi sono riconciliata con questo Dio e con questo Saramago in occasione di quello che secondo me costituisce il cuore del romanzo, nonchè le sue pagine più belle: l’incontro fra Gesù, Dio e il Diavolo al largo del mare di Galilea. E il bello è che questa riconciliazione è avvenuta sotto il segno di una condanna senza appello: Dio si conferma proprio quell’avido, vendicativo e crudele personaggio assetato di gloria che si era profilato pagina dopo pagina, e lo è fino alla fine, fino alle estreme conseguenze. E se Dio è questo, il Diavolo, che è pur sempre il Suo contraltare, non potrà essere che colui che farà di tutto, persino “rinunciare a se stesso”, pur di “salvare” l’uomo... Resosi tuttavia conto che niente può andare contro il volere di Dio (per quanto questo volere sia “disumano”), Gesù penserà bene di provare a “fregarlo”... In questa trovata (di cui non dico altro per non rovinare l’effetto “sorpresa”, se così si può chiamare) ho percepito il vero colpo di genio del Nobel portoghese.

E così, a fine libro, ho tirato le somme: il rovesciamento delle figure da quello che sarebbe il loro ruolo originario promuove Saramago e rende questo romanzo davvero unico. Fatte i dovuti distinguo, in alcuni punti (specialmente l’incontro sulla barca a cui ho accennato prima) mi ha ricordato qualcosa del Faust di Goethe e del "Grande Inquisitore" di Dostoevskij... Detto questo, il dubbio mi resta: quale voleva essere l’intento ultimo dell’autore nello scrivere questo libro? Davvero è questa la sua interpretazione definitiva di temi importanti come la sofferenza dell’uomo, la colpa, il castigo, l’apparente indifferenza di Dio, il “fato”, l’impotenza dell’uomo? Fatico a crederlo, non voglio crederlo. Allora preferisco considerare questo libro “solo” uno straordinario esperimento narrativo, con tutti i limiti che questo comporta... un “gioco” non privo di ironia e di una certa dose di malizia, una provocazione. Resta comunque un’opera estremamente interessante per chiunque, credente e non.

P.S. Chiudo rispondendo a Trillo senza in realtà rispondergli... è proprio vero che uno stesso titolo sono tanti romanzi quanti sono i lettori! Riconosco che Saramago dissemina i suoi libri (e questo in particolare) di episodi piuttosto ambigui senza che si riesca a venirne a capo, ma nel mio caso non mi ha disturbato più di tanto. Voglio dire, le tue domande sono tutte lecite, così come le tue “non-risposte”, ma semplicemente... è come se non me ne fossi accorta, perchè la mia attenzione era calamitata altrove. Diciamo anche che tu sei più “attento” di me, focalizzi di più (me ne ero già accorta), ma appunto: ogni lettore è diverso dall’altro, ed è per questo che è così bello leggere commenti su uno stesso libro e trovare opinioni così diverse! :wink:
 
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