Christie, Agatha - Assassinio sull'Orient-Express

Roberto89

MODerato
Membro dello Staff
Se non sbaglio è il secondo libro che leggo della Christie (ho già letto Poirot e il mistero di Styles Court). Inizio col dire che, anche se non sono un amante dei gialli, il suo stile mi piace. Ha un modo di scrivere molto semplice e quindi scorrevole (l'ho letto in un giorno, e anche se questo significa che ne avevo il tempo, significa anche che non è un romanzo pesante, la lettura non stanca), il protagonista è interessante e gli enigmi mai scontati. Non per questo però è uno stile povero, direi che si adatta bene al genere senza però appesantire il lettore. E questo penso che sia un requisito chiave con questo tipo di libri.
Come al solito non resisto a provare a farmi un'idea del colpevole, ma non ci riesco neanche lontanamente. Questo da un lato mi disturba, nel senso che sento che anche leggendo lentamente, prendendo appunti, mettendomi insomma pienamente nei panni del protagonista, non riuscirei comunque a trovare il colpevole. E questo toglie un po' di gusto alla caccia... però è anche vero che così si crea molta più suspense e voglia di arrivare alla fine, che in un libro non guasta mai. Insomma, dobbiamo metterci nelle mani della scrittrice e lasciarci guidare fino alla soluzione del mistero.
Ho trovato la storia un po' difficile da seguire all'inizio, ci sono parecchi personaggi, ma ci si abitua presto, e poi l'autrice dà sempre una mano con schemi e piccoli riassunti (metodica come il suo protagonista), quindi non si rischia di perdere troppo il filo. Naturalmente non c'è tempo di entrare nella mente degli altri personaggi, che sono solo pedine in una scacchiera in cui tutto ciò che conta, alla fine, è Poirot e il suo viaggio verso la soluzione dell'enigma. Oltre a questo l'intreccio che porta al colpevole è di solito complesso abbastanza da permettere una rilettura, e forse più di una, senza per questo rovinarsi l'esperienza, pur conoscendo già il colpevole.
Unica cosa che trovo spiacevole in questo tipo di romanzi è che il protagonista si trova sempre affiancato a semi-incompetenti, insomma a persone che non ci azzeccano nemmeno lontanamente. E ammettiamolo, Poirot ci gioca su questo e se la gode. Capisco che sia fatto per accentuare il genio del protagonista, ma personalmente lo trovo un po' irreale e fastidioso.

Detto questo direi che è assolutamente gradevole come lettura considerando che è un libro uscito nel 1933, lo rileggerei senza problema.
Voto: 4/5.
 
Alto