La deriva del Portogallo, ormai avvinghiato nella morsa della dittatura salazarista, è lo specchio di una deriva più grande: quella dell'uomo. Pereira, un nostalgico del passato, è, in questo libro, il portavoce di una professione, quella del giornalista, ma anche di una civiltà, quella portoghese, che assiste quasi inerme al naufragio. Ma ecco che alcuni incontri, e alcuni fatti tragici, si riveleranno fondamentali ad una presa di coscienza del protagonista, e a farne emergere la parte più profonda, quell'io egemone che va lasciato libero di prevalere sulla confederazione di anime, perchè più spinge verso fuori, che vuole la ribellione e che porterà, alla fine, al tanto atteso riscatto umano. "Sostiene Pereira" è un bellissimo libro, il primo che leggo di Tabucchi - e di certo non sarà l'ultimo -. Ho trovato emozionanti le descrizioni dei luoghi: ho avuto la sensazione di trovarmi al posto di Pereira: ho immaginato la sua piccola casa; la redazione della pagina culturale del Lisboa; il Cafè Orquìdea. Immerso nel caldo dell'estate portoghese, carezzato dal venticello fresco dell'Altantico, ho potuto sentire il mare e ho visto crescere la voglia di libertà.