Donne e filosofia

Anche questo è vero...
Il che sarebbe ulteriore conferma della mia teoria... le donne sono più pragmatiche, più concrette... perchè non si può neggare che ci sono state anche delle "grandi" donne ad es. in vecchia Roma (Claudia/Clodia, Fulvia, Agrippina Maior, Giulia Agrippina, Valeria Messalina, Elena Flavia Augusta...).
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Il pensiero è una delle forme più studiate dalle scienze umane, proprio perchè è complesso e non è facile definire nè la sua formazione nè i suoi meccanismi di azione.
Se il pensiero poi abbia esclusive origini biologiche o dipende esclusivamente dall'apprendimento, oppure nella più probabili delle ipotesi, è una sintesi tra natura e cultura è ancora materia di studio delle neuroscienze.
La psicologia definisce diverse forme di pensiero durante l'età evolutiva come il pensiero concreto derivato dalla sensorialità, il pensiero astratto che invece ha una sua origine intellettuale. Il pensiero concreto è tipico dei bambini, è un sistema pre-logico basato sui sensi, ed è durante l'adolescenza che la persona inizia ad utilizzare la logica formale, il pensiero puro.
Per cui non credo che le donne siano più o meno legate ad un tipo di pensiero, forse sono più o meno legate ad un ruolo o a delle aspettative culturali e sociali che magari la orientano più verso l'apprendimento di certe capacità rispetto ad altre. E' probabile che esistono delle caratteristiche cognitive che distinguono l'uomo dalla donna ma forse sono più legate a singoli comportamenti e risposte di adattamento che alla formazione del pensiero stesso.
 

Dory

Reef Member
La mente di una donna non è portata (salvo i rari casi) di pensare in astratto... La sua logica è troppo condizionata dai problemi quotidiani di una vita reale

Nicole hai toccato un punto davvero importante e che mi ha sempre interessato e affascinato moltissimo: la capacità dell'essere umano di pensare astratto. Ho letto a tal proposito un libro bellissimo di un matematico che si chiama Keith Devlin che spiega una teoria, supportata ovviamente anche da molti dati raccolti e da altre teorie evolutive, sull'evoluzione contemporanea del cervello umano e della sua capacità appunto di astrazione. L'ho letto tanto tempo fa e non mi ricordo se parlava della distinzione tra uomo e donna circa questa capacità. Appena posso andrò certamente a vedere.
 

SALLY

New member
Io credo che il contesto sociale non era terreno fertile per le donne,è vero che il modo di pensare delle donne è diverso,ma non sò quanto ci sia di naturale e quanto in base alla comunità in cui vivevano,leggi fatte da uomini in un mondo al maschile,un pò un conflitto di unteressi,mi pare.Dicevo tempo fà ad Elisa che mi è capitato un libro del 1801 di un certo Marechal Sylvain, che propose un progetto di legge per vietare alle donne di imparare a leggere,e non dimentichiamoci che in Italia il voto alle donne c'è dal 45 o 46,non ricordo bene;che l'educazione è sempre stata diversa,questo che vi racconto l'ho visto io,nel 1990,un natale mi trovavo a Rieti,una famigliola con una figlia e un figlio più o meno 20enni;discutevano sul futuro del figlio,un ottuso testa di rapa,a parer mio;la figlia,che leggeva,andava bene a scuola,mi raccontava delle cose,era una ragazzina sveglia,sempre a parer mio,aveva il futuro già deciso,tanto lei si sarebbe sposata,che importava se avesse continuato o no a studiare,erano spese inutili,non l'ascoltava nessuno,e sono sicura che l'hanno ammazzata così!E' vero che qualcuna c'è stata,in passato,ma così,di getto,quanti uomini vi vengono in mente,filosofi,pittori,poeti,musicisti? e quante donne? Sempre a parer mio,le donne sono ancora considerate come gli animali,come i neri,come i gay (naturalmente nell'inconscio più profondo,anche perchè nessuno lo ammetterebbe mai,e forse neanche lo sà),ma non dovrebbero esserci le quote rosa,l'8 marzo,e altre leggi e leggine,sembra che ti facciano un favore a farti entrare nel salotto buono,quando nel salotto dovevamo entrarci tutti insieme,cani compresi.Oh,scusate,ho fatto la mia tirata utopistica...:W :W :W
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
nicole ha scritto:
La mente di una donna non è portata (salvo i rari casi) di pensare in astratto... La sua logica è troppo condizionata dai problemi quotidiani di una vita reale.

Ma v'è dell'altro da dire. Femmina è colei che accoglie il seme e, quale terra, genera. Generare uomini. L'uomo non genera affatto.
L'uomo non può generare ma -proprio per questo motivo- crea. Sente il bisogno di creare.
Detto questo (non mi spingo oltre) scrivo che, come elisa ha sottolineato implicitamente, di donne filosofo ce ne son state pur nell'antichità: il fatto è che non son mai state grandi.
I casi di divieto assoluto e 'diretto' di filosofare per le donne sono pochissimi - credo quasi nulli. Credo piuttosto che la maggior parte delle donne non ne abbia mai sentito necessità. Allora quid ?
Costuzioni sociali; simili costruzioni sociali. Ma perché? Che ci sia qualcosa - di afferente - 'connaturato' all'essere femminile?
Secondo voi ?

Oltre ai lupi e pochi altri esemplari di specie diverse, non esiste in natura la figura del maschio-guida, del capofamiglia, di quello che, insomma, oggi indicheremmo col termine padre, astraendo dalla responsabilità biologica. Diversa è invece la sorte della femmina, almeno per gran parte dei casi: la sua funzione non si esaurisce nella filiazione, ella deve preoccuparsi del sostentamento dei nati, deve procacciare il cibo e sorvegliare, cercare un riparo, essere vigile e buona insegnante; mentre quindi il maschio è utile al solo scopo riproduttivo, il ruolo della femmina si estende per una durata decisamente più lunga del semplice periodo di gestazione. Diversi psicologi, parlando di comportamento riflesso, istintivo o motivato, hanno messo in luce come certi tipi di agire, anche e soprattutto in animali con un sistema nervoso relativamente evoluto [decorticando dei gatti, per capirci] si manifestino egualmente indipendentemente dai livelli ormonici presenti nell'organismo: l'istinto materno, a quanto pare, si inscrive all'interno della seconda tipologia di comportamenti, sarebbe a dire quella istintiva o specie-specifica, in quanto, oltre a manifestarsi solo in presenza di un determinato livello ormonico, risponde anche al requisito della preformazione: nessuna femmina di qualsivoglia specie impara la maternità, fatto sta che un cane partorisce senza ausili esterni.

La mia risposta al questito è perciò affermativa, laddove l'imposizione della natura pone in dovere, iscritti nel dna, dei modus operandi ben precisi e fuori dalla sfera mutevole della volontà; quello della donna, rifacendosi a quanto sopra, sembra essere la pragmaticità, quale ultimo effetto di una "programmazione" di molto anteriore (universale ma non uniforme man mano che l'evoluzione procede) e che, negli esseri umani, sembra sfidare la capacità astrattiva per cedere all'istinto. Credo siano questi i motivi della scarsa partecipazione delle donne alla disciplina filosofica: il residuo necessario affinché la natura continui a poiettarsi in avanti.
 

Mizar

Alfaheimr
Oltre ai lupi e pochi altri esemplari di specie diverse, non esiste in natura la figura del maschio-guida, del capofamiglia, di quello che, insomma, oggi indicheremmo col termine padre, astraendo dalla responsabilità biologica. Diversa è invece la sorte della femmina, almeno per gran parte dei casi: la sua funzione non si esaurisce nella filiazione, ella deve preoccuparsi del sostentamento dei nati, deve procacciare il cibo e sorvegliare, cercare un riparo, essere vigile e buona insegnante;
Vero. Son d'accordo. Per questo ho parlato di funzioni domestiche. Nel senso più nobile del termine.

mentre quindi il maschio è utile al solo scopo riproduttivo, il ruolo della femmina si estende per una durata decisamente più lunga del semplice periodo di gestazione.
Questo non è vero D. :mrgreen:
Non è vero che l'uomo è utile al solo scopo riproduttivo: non è mai stato così, in nessuna cultura.
Se ti riferisci invece, solo all'aspetto istruttivo pedagogico, il dicorso è diverso.

La mia risposta al questito è perciò affermativa, laddove l'imposizione della natura pone in dovere, iscritti nel dna, dei modus operandi ben precisi e fuori dalla sfera mutevole della volontà; quello della donna, rifacendosi a quanto sopra, sembra essere la pragmaticità, quale ultimo effetto di una "programmazione" di molto anteriore (universale ma non uniforme man mano che l'evoluzione procede) e che, negli esseri umani, sembra sfidare la capacità astrattiva per cedere all'istinto. Credo siano questi i motivi della scarsa partecipazione delle donne alla disciplina filosofica: il residuo necessario affinché la natura continui a poiettarsi in avanti.
Quì sono d'accordo. Anzi, sarei portato a trarre alcune conclusioni: ma mi prenderebbero per sessista.

Ima non dovrebbero esserci le quote rosa,l'8 marzo,e altre leggi e leggine,sembra che ti facciano un favore a farti entrare nel salotto buono,quando nel salotto dovevamo entrarci tutti insieme,cani compresi.Oh,scusate,ho fatto la mia tirata utopistica...:W :W :W
Concordo
 

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
Questo non è vero D. :mrgreen:
Non è vero che l'uomo è utile al solo scopo riproduttivo: non è mai stato così, in nessuna cultura.
Se ti riferisci invece, solo all'aspetto istruttivo pedagogico, il dicorso è diverso.

In natura, in genere, è così, con pochissime eccezioni.
Facevo appunto riferimento a maschio e femmina,
non a uomo o donna proprio per afferrare il solo contesto umano.

L'uomo, inteso schiettamente come il maschio della nostra specie,
non (quasi) mai ha assunto, è vero, la mera funzione di comparsa funzionale*;
è anche vero che io, ora come ora, non saprei stabilire in che misura
questo suo essere partecipe sia dovuto, come il senso materno, alla genetica.

*Pensa alla popolazione indiana delle Cuna, o alle signore della popolazione Trobriander, nell'oceano pacifico o alle tribù sparse per le foreste africane, tra cui le Bemba e Luapula; sono tutte società matriarcali, che non prevedono affatto l'intervento e/o la presenza del maschio, se non al momento di riprodursi, dopodiché gesticono tutto da sole - esistono quindi delle eccezioni anche nell'ambito umano in deroga alla regola che pare più diffusa.
 
No, aspetta.. mi sembra che mi sono espressa male, e credo che ci siamo spinti un po' troppo oltre... Quando dicevo che secondo me, ci sono due diversi modi di pensare (astratto/maschile e pragmatico/femminile), non mi sono sognata neanche lontanamente di toccare il discorso sul primordiale ruolo maschile e femminile, la storia dei geni, bla, bla, bla... Anzi, non sono molto afferata in materia, però penso che ogni neonato, sia maschile, che femminile, ha le stesse capacità in partenza. Cioè credo che tutti siamo stati una tabula rasa... Credo che siamo stati condizionati quasi dai primi mesi della nostra vita, prima dai nostri famigliari, e poi in seguito da intera società a svilupare due diversi modi di pensare. E qui entra molto bene la tesi di Sally e di Elisa...
Invece quella tesi sostenuta da D=i, non mi convince affatto... Dirò di più, mi meraviglia che sia stato lui a definirla, perchè, ormai sono passati troppi milleni dal periodo di cui ha parlato, che, secondo me, si sono cancellate tutte le tracce. Siamo diventati troppo 'urbani' per poter preservare ancora nei nostri DNA le tracce di caverne...
 

SALLY

New member
*Pensa alla popolazione indiana delle Cuna, o alle signore della popolazione Trobriander, nell'oceano pacifico o alle tribù sparse per le foreste africane, tra cui le Bemba e Luapula; sono tutte società matriarcali, che non prevedono affatto l'intervento e/o la presenza del maschio, se non al momento di riprodursi, dopodiché gesticono tutto da sole - esistono quindi delle eccezioni anche nell'ambito umano in deroga alla regola che pare più diffusa.[/QUOTE

Eheheheh...anche in tante piccole tribù italiane. :mrgreen: :mrgreen: :wink:
 

Dory

Reef Member
Credo che siamo stati condizionati quasi dai primi mesi della nostra vita, prima dai nostri famigliari, e poi in seguito da intera società a svilupare due diversi modi di pensare.

Sono d'accordo con Nicole. Anche se ci dovesse essere una componente genetica, credo che gran parte del modo di essere e di pensare di una persona sia dovuto al suo vissuto e alle influenze dell'ambiente che la circonda. Uomo e donna partono dallo stesso livello, con piccole differenze che possono essere assolutamente colmate, differenze che si presentano come mancanze e punti di forza da ambo le parti.
 
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