Saviano, Roberto - Gomorra

Alessio82

New member
ultimamente ho visto saviano in Tv...sempre sotto scorta...

il libro non ho ancora avuto il piacere di leggerlo..però lo farò presto.
credo che mettere a nudo delle verità riguardo le facce oscure del nostro paese sia una gran bella cosa...
peccato poi le conseguenze che ne derivano
 
Ultima modifica di un moderatore:

elydark

New member
Finalmente l'ho finito, è stata dura ma ce l'ho fatta! Descrive tutto molto dettagliatamente, non fatico a credere che Saviano sia sottoscorta....
Impressionante come la camorra si stia insediando anche all'estero!
Una cosa che non capisco è come abbiano fatto a trovare una trama per farci un film.. non è una vera e propria narrazione...
 
ma anche il film non è che ha proprio una trama dettagliata....ti parla di alcune delle storie del libro...tipo quella del sarto o quella delle discariche...mette in immagini le parole del libro!
 

psychenera

New member
..libro da leggere..
..lo consiglio senza ombra di dubbio..

..purtroppo non credo servirà a molto, se non a permettere anche a chi non sa, o non sapeva, come me, di conoscere la realtà..
..troppe cose fanno comodo, per come sono..e a troppe altre sarebbe scomodo mettere un freno..

..stimo comunque molto Roberto Saviano che è stato in grado di descrivere tutto così dettagliatamente ed in modo più che esplicativo..e che ha avuto il coraggio di farlo..
 

raffa17

Stephen King Fan Member
Un bel libro sicuramente, ma molto triste. Triste perché quello che vi è narrato accade realmente al giorno d'oggi, e non è una bella fiaba, ma una storia di morte, di corruzione, di mafia. Personalmente lo consiglio, è molto educativo e certamente rende anche onore allo scrittore che per raccontarci tutto ciò ora è costretto a girare con la scorta.
 

kikko

free member
saviano

Saviano non solo racconta fatti di camorra e fa i nomi , ma per poter far ciò si è infiltrato nelle varie organizzazioni, ai Capi non da fastidio quello che Saviano ha scritto , il loro grosso danno è che cosi tante persone abbiano letto il libro e se ne parli cosi tanto . La cosa più incredibile è che anche dalle cose cosi negative la camorra cerca di specularci su chiedendo il "pizzo " per un concerto in omaggio allo scrittore o pubblicando il dvd del film prima ancora della della sua uscita
 

klaino81

New member
Il libro a me piace molto, anche se non è una lettura che induce all'ottimismo...In ogni caso io credo che sia da leggere
 

Robbie

New member
una vera botta di verità... che io però ho appoggiato al comodino da un pezzo, dopo il primo centinaio di pagine ho perso lo stimolo...troppa tristezza...
 

sardina

New member
che tristezza!

Io ho letto un paio di cose interessanti, nell'ordine:

- che questo Saviano è stato citato per plagio da diversi giornali (ha - copiato pari pari omettendo la fonte)

- che questa storia della scorta è una strategia promozionale per vendere qualche copia in più

la seconda notizia mi sembraancora più degna di credibilitÃ* se si pensa che è stato citato per plagio e che quindi quelle cose erano sotto gli occhi di tutti, giÃ* lette e risapute. ora, se queste cose giÃ* si sapevano e a nessun criminale era importato minimamente nulla, perché ora dovrebbero minacciare uno che riporta plagiandole cose giÃ* dette e straripetute?

a voi le conclusioni

Mi rende davvero triste il tuo commento. Non tutti avrebbero avuto il coraggio di scrivere un libro cosi, e solo per questo dovrebbe essere ammirato, plagio o non plagio.
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Copio e incollo i discorsi che Roberto Saviano e Salman Rushdie hanno tenuto all'Accademia di Svezia di recente

ROBERTO SAVIANO
Quei poteri che temono la letteratura

È davvero emozionante essere qui stasera. Quando mi è giunto l'invito dell'Accademia di Svezia, ho pensato che questa era la vera protezione alle mie parole. È una domanda complessa quella che ci interroga stasera: perché una letteratura mette in crisi potenti organizzazioni criminali, che fatturano 100 miliardi di euro l'anno, che massacrano innocenti. Io penso che una delle risposte sia: perché la letteratura ha il potere di svelare i meccanismi, di rappresentare questi crimini non in maniera tipizzata o stereotipata, come molte volte ha fatto anche il cinema - penso alla ferocia glamour de Il padrino di Scarface. Ma li svela parlando al cuore, allo stomaco e alla testa dei lettori.
Ma c'è una differenza tra quanto accade qui in Occidente e quanto accade nei regimi totalitari rispetto alla stessa parola che appare "scomoda" o pericolosa. Nei regimi oppressivi qualunque parola, o verso contrario a ciò che quel dettame impone, diventa condizione sufficiente per essere messo all'indice. Non è così in Occidente. Dove tu scrittore, o artista puoi fare, dire e pensare ciò che vuoi. A patto però di non superare la linea dell'indifferenza o del moderato ascolto. Quando invece buchi la soglia del rullo compressore, quando superi la soglia dell'ascolto e vai in alto, o in profondità, a quel punto e solo allora diventi un bersaglio. Qualcuno ha detto che dopo Primo Levi, e dopo Se questo è un uomo, nessuno può più dire di non esser stato ad Auschwitz. Non di non esserne venuto a conoscenza, ma di non esserci stato. Ecco ciò che i poteri temono della letteratura, quello criminale e gli altri poteri. Che i lettori sentano quel problema come il loro problema, quelle dinamiche come le loro dinamiche.
Quando i carabinieri ti dicono che la tua vita cambierà per sempre, oppure quando un pentito svela in quale data, a suo parere, cesserai di vivere, la prima sensazione, la prima domanda che ti fai è: che cosa ho fatto?
Inizi a odiare le parole che hai scritto, e pensi che siano le tue parole ad averti tolto la libertà di camminare, di parlare, di vivere.
Penso a una giornalista come la Politkovskaja, che ha dato una dimensione universale alla tragedia cecena, non era più solo un problema locale. Penso a uno scrittore come Salamov che ha raccontato l'inferno dei gulag, e con esso l'intera e universale condizione dell'uomo. Dopo quella letteratura, il mondo si sente rappresentato nella sua dimensione più profonda, e quindi non può prescindere più da quella parola. Allora non c'è più Russia o Cecenia o Mosca o Napoli. La mafia può condannarti, ma quello che ti ferisce sono le accuse della società civile, Dicono che stai speculando sul successo, che hai fatto tutto per visibilità. E che stai rovinando il paese. Sono ferito da quest'ultima affermazione. Perché penso che raccontare sia resistere. E stare vicino alla parte sana del Paese, a quella parte che non si arrende, che combatte le organizzazione criminale che hanno in mano grandi fette dell'economia, non solo nazionale. Qualcuno dice anche che sono ossessionato dal sangue, dalle ingiustizie. Ma chi ha dentro un'idea di bellezza e di giustizia, non può non sentire questa esigenza. Penso a quello che diceva Albert Camus: "Esiste la bellezza ed esiste l'inferno. Vorrei rimanere fedele ad entrambi".
SALMAN RUSHDIE
C'è anche chi dice: "Te la sei cercata"

Sono nel posto più geograficamente vicino al cuore della letteratura. Ed è molto importante che qui stasera si discuta della libertà della parola e del terrore che la minaccia. Un terrore vasto e diffuso, che non conosce confini. Talvolta, neanche confini di stupidità, di bizzarria.
Con Saviano ci siamo già incontrati una volta a New York. Abbiamo conversato a lungo e ho potuto rendermi conto di quanto la sua situazione fosse anche peggiore di quella che avevo vissuto io all'epoca, circa venti anni fa. Ricordo che non poteva muovere un passo senza avere almeno tre o quattro persone intorno. Quell'immagine rappresentava per me qualcosa di molto vicino e increscioso, purtroppo.
Il terrore minaccia, in questi anni, tutte le espressioni che hanno a che vedere con la manifestazione di un pensiero libero, che sia fuori dal coro, magari fuori dagli incasellamenti del politically correct. Non sono gli Stati a imporre il rispetto, ma anche le Chiese del mondo in passato hanno sempre teso a mettere dei punti fermi. Purtroppo non ci sono frontiere che tengano, per il terrore. Ma dobbiamo dare il minor potere, il minore spazio possibile a questo nemico.
In questo più vasto scenario, esistono singoli casi di scrittori che diventano bersagli di paura, di minacce.
Ma c'è un modo più subdolo di delegittimare e colpire chi ha scritto parole che danno fastidio: è la delegittimazione della tua genuinità. Ci sono quelli che pensano e dicono che non è stato tutto un caso, che te lo sei cercato, che stai facendo tutto quello che fai, o che hai scritto quello che hai scritto, per un vantaggio personale. E non vedono il prezzo che paghi: anche economicamente, per proteggerti. Dal momento in cui fui raggiunto dalla condanna, questa è la ferita più profonda che mi è rimasta: perché mirava alla mia credibilità, all'integrità morale.
Qui ci stiamo chiedendo se gli scrittori hanno diritto a sconvolgere la vita delle persone, con le loro storie. Ma dal primo momento in cui noi veniamo al mondo, chiediamo storie. Non soltanto le grandi storie, ma anche piccoli fatti, o favole, o leggende, o racconti personali o corali. Anche storie imbarazzanti...
Anzi, a pensarci bene, tante storie interessanti sono imbarazzanti. Perché le storie sono le artefici della nostra crescita: sono quelle che ci aiutano a capire chi siamo, chi vogliamo essere davvero, in quale relazione ci poniamo con il mondo. È la stessa ritualità per eccellenza che distingue le storie delle singole famiglie e poi di una comunità.
Che cosa è, in fondo, la religione, da un certo punto di vista, se non la madre di tutte le storie? Ma questo fa paura a quelli che pensano, dentro di loro, che tu non devi raccontare quello che vuoi. Tu racconti quello che ti dico io, dice la mafia. E la libertà di raccontare la storia che uno ha in testa fa di uno scrittore uno scrittore libero e di un Paese un paese libero.
Saviano racconta storie vere, ma fa i nomi e i cognomi. E questo lo costringe a vivere sotto scorta da tempo. Che poi Saviano sia anche un bel ragazzo, dispiace due volte.
Di solito la gente non pensa alle conseguenze. Che sono drammatiche e anche buffe. A parte che vivere con quattro uomini sotto lo stesso tetto genera spesso dubbi, domande. Io ricordo una volta a Parigi: per prendere un caffè, circondato da uomini di scorta, divenni il centro di un andirivieni, una curiosità infinita. Volevo sprofondare.
Tutti a chiedere: chi è, cos'è, che cosa succede? E chi dall'esterno vede il lato della vanità dello scrittore non sa che in quel momento egli vorrebbe solo dire: facciamola finita, portatemi via. Voglio entrare in un cinema.
 

zaratia

Sideshow
Tutti dovremmo leggerlo. Grazie Saviano! Crudo, reale, impietoso. Quelle descritte descritte sono l'Italia e l'umanità nei loro lati più indecenti. Ho provato rabbia, tristezza e rassegnazione, perchè vivo nel buco del culo dell'Europa e perchè non posso fare nulla se non cercare di dormire sonni tranquilli, perchè certe cose esistono solo nei libri.
 

smg2

New member
Davvero un gran libro, m'è piaciuto davvero molto, lo proporrei nei licei, hehehe!
La parte della guerra tra bande è un po' pesantuccia, per il resto, l'ho letto a bocca aperta (anche se certe cose già si sapevano).
Voto 5, senza dubbio.
 

Donatpalmi

New member
Gomorra e le case in Abruzzo

Davvero toccante rileggere ora, dopo la tragedia in Abruzzo, le parole di Saviano nel libro "Gomorra".
Aprite a pagina 236 e leggete:

"Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezz'Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi, ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file infinite dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia. Camion in fila, che attraversavano le terre costeggiate da contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma. Erano riusciti a rimanere, a resistere senza emigrare e sotto i loro occhi gli portavano via tutto. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova. "
(Saviano - Gomorra)

Un grazie a Michele Filannino per la segnalazione.

:MM:MM:MM:MM:MM:paura::paura::paura:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Davvero toccante rileggere ora, dopo la tragedia in Abruzzo, le parole di Saviano nel libro "Gomorra".
Aprite a pagina 236 e leggete:

"Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezz'Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi, ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file infinite dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia. Camion in fila, che attraversavano le terre costeggiate da contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma. Erano riusciti a rimanere, a resistere senza emigrare e sotto i loro occhi gli portavano via tutto. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova. "
(Saviano - Gomorra)

Un grazie a Michele Filannino per la segnalazione.

:MM:MM:MM:MM:MM:paura::paura::paura:

grazie Donatpalmi, da queste parole possiamo capire, se ce n'era ancora bisogno, perchè Saviano è sotto minaccia di morte, perchè dice la verità
 

El_tipo

Surrealistic member
Davvero toccante rileggere ora, dopo la tragedia in Abruzzo, le parole di Saviano nel libro "Gomorra".
Aprite a pagina 236 e leggete:

"Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezz'Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi, ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file infinite dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia. Camion in fila, che attraversavano le terre costeggiate da contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma. Erano riusciti a rimanere, a resistere senza emigrare e sotto i loro occhi gli portavano via tutto. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova. "
(Saviano - Gomorra)

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Bellissimo, questo è il passaggio in cui Saviano va a recitare "l'io so" sulla tomba di Pasolini a Casarsa!!!
complimenti, non ci avevo fatto caso che parlasse anche dell'abruzzo
 

elesupertramp

Active member
Davvero toccante rileggere ora, dopo la tragedia in Abruzzo, le parole di Saviano nel libro "Gomorra".
Aprite a pagina 236 e leggete:

"Io so e ho le prove. So come è stata costruita mezz'Italia. E più di mezza. Conosco le mani, le dita, i progetti. E la sabbia. La sabbia che ha tirato su palazzi e grattacieli. Quartieri, parchi, ville. A Castelvolturno nessuno dimentica le file infinite dei camion che depredavano il Volturno della sua sabbia. Camion in fila, che attraversavano le terre costeggiate da contadini che mai avevano visto questi mammut di ferro e gomma. Erano riusciti a rimanere, a resistere senza emigrare e sotto i loro occhi gli portavano via tutto. Ora quella sabbia è nelle pareti dei condomini abruzzesi, nei palazzi di Varese, Asiago, Genova. "
(Saviano - Gomorra)

Un grazie a Michele Filannino per la segnalazione.

:MM:MM:MM:MM:MM:paura::paura::paura:

....ma vi rendete conto?
 

Teina

New member
A questo punto il problema diventa quello della ricostruzione.. A chi verrà affidata? Ma soprattutto a chi verrà sub, sub, sub, sub-appaltata?! Speriamo che cambi qualcosa, ma a crederlo mi sento un'ingenua (e infatti non ci credo).
Per quanto riguarda il libro, l'ho letto un annetto fa e, nonostante conoscessi a grandi linee il funzionamento del sistema, mi ha lasciata spesso sconvolta. Ho provato e tuttora provo un profondo sconforto, sono spesso sospettosa verso tutto quello che compro (di marca o meno), verso quello che mi circonda..
 
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