il senso della libertà

Dayan'el

Σκιᾶς ὄν&#945
ma c'è davvero un senso? E se questo senso non esistesse, ma fosse appunto soltanto una costruzione convenzionale?

La fenomenologia non può darle una risposta, dacché essa è la risposta.

Parliamo di analisi esistenziale, e pertanto produzione di senso. :wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
Credere infine che la gioventù si compiaccia della libertà, significa fraintenderla freddamente. Il suo più vivo piacere è l'obbedienza....

lillo quoto, ma non perchè sono diversamente giovane, ma perche sono stata giovane diversamente...:wink:
 

elisa

Motherator
Membro dello Staff
a parte la battuta del mio post precedente credo che il nesso tra la citazione dalla Montagna incantata e le parole di Fini sia meno strumentale di quanto appaia.
Per noi cinquantenni cresciuti in un mondo in cambiamento tutto quello che era considerato antiliberale e antidemocratico, a seconda di dove ti collocavi, andava combattuto, sconfitto e possibilmente creato un mondo nuovo. Questo era il concetto di libertà, ma qui c'era il terrore, l'ideologia, ed eravamo giovani, adesso estendendo la teoria di Mann ai giovani d'oggi dove si trova questo terrore se non in quella fascia di gioventù che appoggia una certa politica, e a cui Fini sembra dare una risposta, non più l'ideologia come assoluto, ma il capo del Governo come assoluto. Libera interpretazione del pensiero di Mann e della provocazione di lillo. Libera interpretazione in libero post. D'altra parte un senso alla libertà glielo vogliamo pur dare?
 

Nikki

New member
D'altra parte un senso alla libertà glielo vogliamo pur dare?
chiedo venia, ma alla fine non capito quale è stato dato, sulla scorta del Fini..
Pettegolézzo
: chiacchiera da pettégolo; discorso malizioso e indiscreto su qualcuno
specialmente sulla sua condotta.

[Lo Zingarelli 2004, vocabolario della lingua italiana, Zanichelli]
generalmente considerato nella sua connotazione negativa..io la considererei piuttosto un'attività a volte necessaria:mrgreen:..una vera e propria cura associativa:mrgreen:

"Qual è la differenza tra uno scandalo e un pettegolezzo? Oh! Il pettegolezzo è gradevole! La storia è soltanto pettegolezzo. Ma lo scandalo è un pettegolezzo reso noioso dalla moralità. Un uomo che moralizza è di solito un ipocrita, e una donna che moralizza è invariabilmente scialba."..non prendetevela me..è Wilde:ad:

:ad::ad::ad::ad::ad:
 

Apart

New member
La fenomenologia non può darle una risposta, dacché essa è la risposta.

Parliamo di analisi esistenziale, e pertanto produzione di senso. :wink:

Già. Forse però mi sono espresso male D.: mi chidevo se la fenomenologia possa essere davvero la risposta al non senso. Sto divagando un po' troppo dall'argomento forse. E un po' forse ti sto sfruttando. :mrgreen: :wink:
 
Ultima modifica:

lillo

Remember
a parte la battuta del mio post precedente credo che il nesso tra la citazione dalla Montagna incantata e le parole di Fini sia meno strumentale di quanto appaia.
Per noi cinquantenni cresciuti in un mondo in cambiamento tutto quello che era considerato antiliberale e antidemocratico, a seconda di dove ti collocavi, andava combattuto, sconfitto e possibilmente creato un mondo nuovo. Questo era il concetto di libertà, ma qui c'era il terrore, l'ideologia, ed eravamo giovani, adesso estendendo la teoria di Mann ai giovani d'oggi dove si trova questo terrore se non in quella fascia di gioventù che appoggia una certa politica, e a cui Fini sembra dare una risposta, non più l'ideologia come assoluto, ma il capo del Governo come assoluto. Libera interpretazione del pensiero di Mann e della provocazione di lillo. Libera interpretazione in libero post. D'altra parte un senso alla libertà glielo vogliamo pur dare?
Infatti per me non è strumentale tale nesso. Sarà perchè quando leggo un libro cerco di rapportare le idee che ne colgo alla realtà che vivo. Sicuramente riducendo la grandezza cerco di trovare un insegnamento, un mezzo che mi possa aiutare ad interpretare la realtà che mi circonda... questo è quello che ho sempre fatto....
E' chiaro che la mia è stata una provocazione, ma utilizzo questo sistema per cercare di capire cosa pensano veramente gli altri; perchè se è facile discutere, scambiare opinioni osannare chi la pensa come te; difficile, ma non per questo meno costruttivo, è comprendere le motivazioni, i meccanismi logici di chi ha idee differenti dalle proprie. Dalla provocazione nasce la tolleranza.
Il mio senso della libertà è assoluto e finisce solo la dove inizia quella degli altri (credo che Fichte abbia definito così il concetto di Diritto... ancora una volta minimizzo, riduco alla realtà che mi circonda). E per questo mio senso di libertà non sono disposto ad accettare che si dica: "L'importante è che il governo governi, o sbaglio? L'importante è che la magistratura faccia il suo dovere ? L'importante è che si approvino leggi, provvedimenti, misure ? L'importante è che si dia stabilità al paese?"
Sicuramente al di la dell'utilitarismo prediligo idee liberali.
Personalmente non ho mai pensato che Montanelli sia stato uomo di sinistra, come non lo penso di Magris, come non l'ho mai pensato di La Malfa. Ma sono persone con cui confrontarsi da cui si può imparare molto.
Provo un senso di profonda tristezza per quella parte di gioventù che è pronta a ridurre la propria libertà per la stabilità (quale stabilità si può sperare se si riduce la libertà?)
E' reale che all'epoca della nostra gioventù vi fosse ideologia, terrore... ma è da stolti ridurre un'epoca così articolata a semplicistiche immagini di falce e martello, vuol dire non comprendere quale fosse la realtà storica del momento. Ma almeno in quell'epoca le considerazioni, le valutazioni venivano effettuate tenendo conto dei due diversi modelli economici e politici con cui doversi confrontare. Oggi il modello è solo quello dell'utile, del profitto e tutti, destra e sinistra, si muovono tenendo presente tale unico prototipo che sta provocando una serie di danni sociali di cui sembriamo non volerci accorgere. Anzi ce ne accorgiamo solo quando ci fioccano in testa licenziamenti, anni di contratti di precariato in nome del profitto aziendale.
Da questa considerazione ne nasce automaticamente un'altra e cioè la sfiducia che i giovani hanno nella politica, la velocità con cui sono pronti ad osannare chiunque mostri loro la possibilità facile e rapida :D di risolvere i problemi, non rendendosi conto che l'unico risultato è quello dell'erosione della propria libertà.
 

Evy

Member SuperNova
Per me libertà è andare in giro senza aver paura dei giudizi o pregiudizi della gente, riuscendo ad essere se stessi! :)
 

fabiog

New member
Infatti per me non è strumentale tale nesso. Sarà perchè quando leggo un libro cerco di rapportare le idee che ne colgo alla realtà che vivo. Sicuramente riducendo la grandezza cerco di trovare un insegnamento, un mezzo che mi possa aiutare ad interpretare la realtà che mi circonda... questo è quello che ho sempre fatto....
E' chiaro che la mia è stata una provocazione, ma utilizzo questo sistema per cercare di capire cosa pensano veramente gli altri; perchè se è facile discutere, scambiare opinioni osannare chi la pensa come te; difficile, ma non per questo meno costruttivo, è comprendere le motivazioni, i meccanismi logici di chi ha idee differenti dalle proprie. Dalla provocazione nasce la tolleranza.
Il mio senso della libertà è assoluto e finisce solo la dove inizia quella degli altri (credo che Fichte abbia definito così il concetto di Diritto... ancora una volta minimizzo, riduco alla realtà che mi circonda). E per questo mio senso di libertà non sono disposto ad accettare che si dica: "L'importante è che il governo governi, o sbaglio? L'importante è che la magistratura faccia il suo dovere ? L'importante è che si approvino leggi, provvedimenti, misure ? L'importante è che si dia stabilità al paese?"
Sicuramente al di la dell'utilitarismo prediligo idee liberali.
Personalmente non ho mai pensato che Montanelli sia stato uomo di sinistra, come non lo penso di Magris, come non l'ho mai pensato di La Malfa. Ma sono persone con cui confrontarsi da cui si può imparare molto.
Provo un senso di profonda tristezza per quella parte di gioventù che è pronta a ridurre la propria libertà per la stabilità (quale stabilità si può sperare se si riduce la libertà?)
E' reale che all'epoca della nostra gioventù vi fosse ideologia, terrore... ma è da stolti ridurre un'epoca così articolata a semplicistiche immagini di falce e martello, vuol dire non comprendere quale fosse la realtà storica del momento. Ma almeno in quell'epoca le considerazioni, le valutazioni venivano effettuate tenendo conto dei due diversi modelli economici e politici con cui doversi confrontare. Oggi il modello è solo quello dell'utile, del profitto e tutti, destra e sinistra, si muovono tenendo presente tale unico prototipo che sta provocando una serie di danni sociali di cui sembriamo non volerci accorgere. Anzi ce ne accorgiamo solo quando ci fioccano in testa licenziamenti, anni di contratti di precariato in nome del profitto aziendale.
Da questa considerazione ne nasce automaticamente un'altra e cioè la sfiducia che i giovani hanno nella politica, la velocità con cui sono pronti ad osannare chiunque mostri loro la possibilità facile e rapida :D di risolvere i problemi, non rendendosi conto che l'unico risultato è quello dell'erosione della propria libertà.

Mi sembra che si caschi sempre nella tendenza di un insegnamento morale e politico.
Mi piacerebbe sapere perchè quando le cose non vanno secondo la linea ideologica della sinistra si deve dire che i giovani hanno perso la fiducia, o si fanno infinocchiare da un singolo politico o altro. Mi piacerebbe sapere se le stesse cose si dicevano due anni fà quando vinse l'altra parte politica, io credo di no.
Parlando di libertà allora mi piacerebbe sapere allora cosa si pensa di quello che è successo qualche giorno fà alla Statale di Milano in cui degli studenti hanno aggredito la libreria di CL, semplicemente perchè i titolari hanno avuto il coraggio di chiedere i soldi per delle fotocopie, è questa la libertà che si desidera ?
 

Mizar

Alfaheimr
Infatti per me non è strumentale tale nesso. Sarà perchè quando leggo un libro cerco di rapportare le idee che ne colgo alla realtà che vivo. Sicuramente riducendo la grandezza cerco di trovare un insegnamento, un mezzo che mi possa aiutare ad interpretare la realtà che mi circonda... questo è quello che ho sempre fatto....
E' chiaro che la mia è stata una provocazione, ma utilizzo questo sistema per cercare di capire cosa pensano veramente gli altri; perchè se è facile discutere, scambiare opinioni osannare chi la pensa come te; difficile, ma non per questo meno costruttivo, è comprendere le motivazioni, i meccanismi logici di chi ha idee differenti dalle proprie. Dalla provocazione nasce la tolleranza.
Il mio senso della libertà è assoluto e finisce solo la dove inizia quella degli altri (credo che Fichte abbia definito così il concetto di Diritto... ancora una volta minimizzo, riduco alla realtà che mi circonda). E per questo mio senso di libertà non sono disposto ad accettare che si dica: "L'importante è che il governo governi, o sbaglio? L'importante è che la magistratura faccia il suo dovere ? L'importante è che si approvino leggi, provvedimenti, misure ? L'importante è che si dia stabilità al paese?".
Certo che hai capito perfettamente quello che ironicamente intendevo dire !:mrgreen: Sarò sincero: non pensavo la mia esca fosse tanto invisibile. Gnam ! Che bella pesca!! :mrgreen: ...l'importante è sempre "comprendere le motivazioni, i meccanismi logici di chi ha idee differenti dalle proprie".
Ed è anche divertente quando magari colui-che-forse-non-vuole-proprio-comprendere-ma-solo-far-credere -(o autoconvincersi)-di-volerlo-fare ha bisogno di ribadirlo al mondo, di sottolinearlo, di calcarlo a differenza di chi semplicemente...intende farlo davvero.

E' (o potrebbe essere) encomiabile, dirò per inciso, il tuo "trovare un insegnamento, un mezzo che mi possa aiutare ad interpretare la realtà che mi circonda". Potrei dire lo stesso di Mizar - un Mizar che è cresciuto con Mann, Giuseppe, la Zauber, il Doktor, Tonio e l'umanistico concetto di Freiheit che è a grund di questi capolavori.
L'importante ed il bello della interpretazione artistica è avere coscienza di cosa si legge, di come far vivere e rivivere quelle parole.
Il bello, a mio parere, non è nell'appiccicare sublimità ad una parete aderente già pronta e preconfezionata per vari usi, per varie citazioni, per varie "occasioni".
Pareri...

Sicuramente al di la dell'utilitarismo prediligo idee liberali..
Io invece prediligo idee liberali in luogo di (forme di) utilitarismo.


Personalmente non ho mai pensato che Montanelli sia stato uomo di sinistra, come non lo penso di Magris, come non l'ho mai pensato di La Malfa. Ma sono persone con cui confrontarsi da cui si può imparare molto.
Provo un senso di profonda tristezza per quella parte di gioventù che è pronta a ridurre la propria libertà per la stabilità (quale stabilità si può sperare se si riduce la libertà?)
Anch'io. Più che di tristezza parlerei di infelicità
Vale sia per chi cerca libertà nella stabilità, sia per chi cerca libertà nel mero riscatto (altra -notoria- forma di stabilità).

E' reale che all'epoca della nostra gioventù vi fosse ideologia, terrore... ma è da stolti ridurre un'epoca così articolata a semplicistiche immagini di falce e martello, vuol dire non comprendere quale fosse la realtà storica del momento.
Perchè, chi ha mai detto una roba del genere ? Me lo facia conoscere che ci facciamo due risate insieme.


Ancora mi ricordo delle tue precedenti parole: "perchè se è facile discutere, scambiare opinioni osannare chi la pensa come te; difficile, ma non per questo meno costruttivo, è comprendere le motivazioni, i meccanismi logici di chi ha idee differenti dalle proprie" e mi scompiscio :mrgreen:

Come diceva il colossale Gadamer "il testo...dovete sempre partire ed avere in mente il testo"

Anzi ce ne accorgiamo solo quando ci fioccano in testa licenziamenti, anni di contratti di precariato in nome del profitto aziendale.
...ed, a mio parere, non "ce ne accorgiamo" neppure in questo caso; per due motivi correlati:

1. Perchè in questo modo facciamo e perpetriamo precisamente il gioco del sistema (in senso francofortese, non so se mi spiego [non dovrei, scusami, in fondo secondo te posso parlare solo di falci e martelli, o sbaglio?]).
2. Perchè così cogliamo (o sentiamo) solo un limitato (ed utilitaristico [vedo che il termine ti gusta]) aspetto della questione del nostro decadere.

Da questa considerazione ne nasce automaticamente un'altra e cioè la sfiducia che i giovani hanno nella politica, la velocità con cui sono pronti ad osannare chiunque mostri loro la possibilità facile e rapida :D di risolvere i problemi, non rendendosi conto che l'unico risultato è quello dell'erosione della propria libertà.
E' vero! Questi cccciovani ! Così suscettibili e duttili; così proni e pronti a vendersi freudianamente (ex Totem e Tabù) per un briciolo di stabilità.
La tua, lillo, è una analisi, pur se laconica, profonda ed a tutto campo, penetrante e positivisticamente omnicomprensiva della "realtà" e dei "problemi" e della "situazione & qestione sociale" dei cciovani d'oggi e --- così via (tanto un significato dorvà pur avere !:mrgreen:

Stranamente, per la terza volta, mi viene alla mente questa tua frase: "difficile, ma non per questo meno costruttivo, è comprendere le motivazioni, i meccanismi logici di chi ha idee differenti dalle proprie".
Ho appena deciso cosa farne !
 

asiul

New member
Originariamente inviata da lillo Da questa considerazione ne nasce automaticamente un'altra e cioè la sfiducia che i giovani hanno nella politica, la velocità con cui sono pronti ad osannare chiunque mostri loro la possibilità facile e rapida di risolvere i problemi, non rendendosi conto che l'unico risultato è quello dell'erosione della propria libertà.

sfiducia che i cciovani(come li ha definniti lo 'zar) hanno nella politica:?:??
Ma di cosa stiamo parlando:?.
Se si tratta di parlare del senso di libertà,la politicha va lasciata fuori!
In questo paese tutto c'è fuorchè libertà all'interno della politica.
Di solito sono abituata a sentire certi discorsi dai nonnetti seduti alle panchine dei giardini oppure dai "topi"di sezione.Ma la libertà dovrebbe arrivare dalla politica?Forse non ho ben compreso il concetto:?

Originariamente inviata da lillo
E' reale che all'epoca della nostra gioventù vi fosse ideologia, terrore... ma è da stolti ridurre un'epoca così articolata a semplicistiche immagini di falce e martello, vuol dire non comprendere quale fosse la realtà storica del momento.

Il problema forse risiede nel fatto che le stesse persone che dicevano di credere in un'ideologia in fondo non ci credessero affatto.E che siano state esse stesse a ridurre tutto ad una falce e martello.Tanto da pensare che per emergere dalla confusione fatta fosse semplicemente necessario abolire gli stessi simboli ai quali si erano ispirati.


Si parla di licenziamenti,di contratti di precariato in nome del profitto aziendale.Lo stesso profitto aziendale che sottoscrivevano gli iscritti ai sindacati in cambio di un profitto personale a descapito dei loro colleghi di lavoro che al contrario erano pronti a rischiare il posto in cambio di un pò di sicurezza sul lavoro!.

Il buon Carmelo Bene diceva che la libertà non esiste,è pura demagogia!
Vi lascio alle sue parole,quelle dii un genio:ad:

Che tristo spettacolo, questi giovani istigati da Libertinotti che già a vent’anni invocano i lavori forzati. Sogno cortei di ragazzi che gridano: “Basta con il lavoro!”. La verità è che se non nasci miliardario sei spacciato per sempre. Se nascere è funesto, nascere poveri è infame… Era la peggior offesa che si potesse fare a questa gente: proporgli di lavorare. Negli ultimi trent’anni sono stati degradati dai media, precipitati nella tirannia delle plebi. Ma se qualcosa sopravivesse dell’antica indolenza, dovrebbero esser loro a sputare in faccia a chi gli offre lavoro. “ Come ti permetti, signoria, non ti vergogni?” avrebbero detto un tempo. “Non siamo mica dei somari, lavorate voi!”. Ormai omologati nel “diritto al lavoro”, hanno dimenticato quella dignità. Non s’offendono più. Anzi. Sono loro a chiedere lavoro. S’iscrivono alle liste di collocamento, i depravati.
da Vita di Carmelo Bene
 

Mizar

Alfaheimr
Il buon Carmelo Bene diceva che la libertà non esiste,è pura demagogia!
Vi lascio alle sue parole,quelle dii un genio:ad:

Che tristo spettacolo, questi giovani istigati da Libertinotti che già a vent’anni invocano i lavori forzati. Sogno cortei di ragazzi che gridano: “Basta con il lavoro!”. La verità è che se non nasci miliardario sei spacciato per sempre. Se nascere è funesto, nascere poveri è infame… Era la peggior offesa che si potesse fare a questa gente: proporgli di lavorare. Negli ultimi trent’anni sono stati degradati dai media, precipitati nella tirannia delle plebi. Ma se qualcosa sopravivesse dell’antica indolenza, dovrebbero esser loro a sputare in faccia a chi gli offre lavoro. “ Come ti permetti, signoria, non ti vergogni?” avrebbero detto un tempo. “Non siamo mica dei somari, lavorate voi!”. Ormai omologati nel “diritto al lavoro”, hanno dimenticato quella dignità. Non s’offendono più. Anzi. Sono loro a chiedere lavoro. S’iscrivono alle liste di collocamento, i depravati.
da Vita di Carmelo Bene
Ti ho già detto che sei una grande per il tuo grande amore per il grande Carmelo (oltre che per il grande Celine) ? :?
 

lillo

Remember
Da molti, troppi anni mi pongo continuamente un dubbio: se il dialogo con persone che hanno visioni contrapposte abbia realmente un valore.
Rileggendo stamattina, alcune parti di un libro di Magris, ho ricordato (perchè l'avevo dimenticato) che in questo dubbio non sono solo, ma in compagnia dello stesso grande Claudio e addirittura di Erasmo, di quest'ultimo Magris ne riporta il pensiero, “se esso (il dialogo) non si basa su una precedente affinità elettiva o su una sostanziale vicinanza di vedute, che peraltro lo rendono superfluo è vano.” Erasmo che “crede nella ragione e nella parola avverte che l'essenziale si decide prima della parola, nelle mobili e inafferrabili profondità della vita, che accostano e allontanano inesorabilmente gli uomini; si accorge che nel dialogo si convince solo chi è già convinto e che il destino della parola è l'equivoco.... “
Però, “Non è il caso per questo di dubitare della ragione. Proprio perchè essa, come dicevano gli illuministi, è una tenue fiammella nella notte, è tanto più preziosa; va protetta e non certo spenta per civetteria.... Guardando il futuro, proprio perchè ci si rende conto di quanto forti siano le pressioni che tendono ad avviarlo su un binario obbligato, non resta che continuare a essere degli illuministi, alieni da ogni retorica del progresso, ironici, umili, accaniti fedeli della fede nella ragione, nella libertà e nella possibilità di incidere, certo modestamente, sul corso del mondo e di operare per un reale progresso dell'Umanità”.
Lillo cita Claudio Magris.:mrgreen:
 

Mizar

Alfaheimr
Però, “Non è il caso per questo di dubitare della ragione. Proprio perchè essa, come dicevano gli illuministi, è una tenue fiammella nella notte, è tanto più preziosa; va protetta e non certo spenta per civetteria.... Guardando il futuro, proprio perchè ci si rende conto di quanto forti siano le pressioni che tendono ad avviarlo su un binario obbligato, non resta che continuare a essere degli illuministi, alieni da ogni retorica del progresso, ironici, umili, accaniti fedeli della fede nella ragione, nella libertà e nella possibilità di incidere, certo modestamente, sul corso del mondo e di operare per un reale progresso dell'Umanità”.
Lillo cita Claudio Magris.:mrgreen:
Lillo, grazie per la bella citazione. Mizar concorda con MagriS. Tra l'altro mi ha ricordato il finale del Faust di Tommaso, ove il ragionare sulla libertà investe non più soltanto la composizione atonale, non più solo la musica, non più solo l'arte e la creazione artistica, ma la vita umana e la storia ed il futuro ed il destino. L'hai mai letto? Se davvero si vuol comprendere cosa Mann intendeva per libertà - se, insomma, non si vuol solo trattare la letteratura come occasione-figurina-panini-da-talk-show riutilizzando un modulo già trito e ritrito (modulo ripetente i meccanismi Tayloristi di produzione in/di massa) - sarebbe bello conoscere anche il Doktor.

P.S. Sulla questione della incomunicabiità, il buon Magris non fa altro che riprendere una tradizione secolare, forse millenaria. Ricordo, al momento, Wittgestein, molti scettici e realisti americani, Leibniz :)mrgreen:), Striner, o anche Moore e le sue fallacie.

Alla luce di tutto ciò, le frasi " ma non per questo meno costruttivo, è comprendere le motivazioni, i meccanismi logici di chi ha idee differenti dalle proprie"-"sfiducia che i giovani hanno nella politica, la velocità con cui sono pronti ad osannare chiunque mostri loro la possibilità facile e rapida di risolvere i problemi" [
wacko.gif
] assumono tinte sempre più Saviniane.
E mi scuso con Alberto
laugh.gif
 
Questo mio post non è replica a nessun post precedente... ma soltanto mi era venuto in mente un passo di Platone, dove parla del pericolo della troppa libertà:

“Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole fino ad ubriacarlo accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, son dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, un servo; il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato; il maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui; i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non parere troppo severi danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà nel nome della medesima non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una malapianta: LA TIRANNIA.”
Platone, la Repubblica, libro VIII​
 

Mizar

Alfaheimr
Questo mio post non è replica a nessun post precedente... ma soltanto mi era venuto in mente un passo di Platone, dove parla del pericolo della troppa libertà:

“Quando un popolo, divorato dalla sete di libertà, si trova ad avere a capo dei coppieri che gliene versano quanta ne vuole fino ad ubriacarlo accade allora che, se i governanti resistono alle richieste dei sempre più esigenti sudditi, son dichiarati tiranni. E avviene pure che chi si dimostra disciplinato nei confronti dei superiori è definito un uomo senza carattere, un servo; il padre impaurito finisce per trattare il figlio come suo pari, e non è più rispettato; il maestro non osa rimproverare gli scolari, e costoro si fanno beffe di lui; i giovani pretendono gli stessi diritti, la stessa considerazione dei vecchi, e questi per non parere troppo severi danno ragione ai giovani. In questo clima di libertà nel nome della medesima non vi è più riguardo né rispetto per nessuno. In mezzo a tanta licenza nasce e si sviluppa una malapianta: LA TIRANNIA.”
Platone, la Repubblica, libro VIII​
Nicole, ti ringrazio, ché duplice è il tuo merito.
Hai ricondotto il thread quello che ne è l'oggetto - come desunto dal titolo - spazzando via un pò tutto il ciarpame insozzante e svilente che girava.
Hai, per di più, ciò fatto ricordando un grande padre e un grande uomo e un grande pensatore e un grande scrittore.

La malapianta della tirannia - di cui ci parla Platone con acume e modernità - cresce su certo terreno; terreno che non esiterei a definire : arbitrio.
Una delle tante piaghe che affliggono questa contemporaneità, è il non riuscir più a distinguere il - pur chiaro, a mio parere - confine tra libertà ed arbitrio o arbitrarietà.

Immagini di libertà

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burri1.jpg


roma_libera.jpg


tien-an-men.jpg


Nota-ed-esemplare immagine di arbitrio [:mrgreen:]

Thierry.jpg
 

asiul

New member
A. Schopenhauer, Libertà del volere, I e Il mondo come volontà e rappresentazione, II, 25

La nostra via, come è facile comprendere, ci conduce a cercare l’opera della nostra libertà non piú nelle singole azioni che compiamo, come fa il senso comune, ma nell’essere e nell’essenza tutta (existentia et essentia) dell’uomo, la quale deve venire considerata come il suo atto libero; dato che la facoltà conoscitiva è legata al tempo, allo spazio e alla causalità, questo atto viene rappresentato in una molteplicità e pluralità di azioni; ma queste azioni, appunto in virtú dell’unità originaria di quanto in esse viene rappresentato, debbono portare tutte lo stesso carattere e perciò apparire rigorosamente necessitate da quei singoli motivi, dai quali vengono sollecitate e via via determinate. È questa la ragione per la quale il principio ‘operari sequitur esse’ è valido senza eccezioni nel mondo della esperienza. Ogni ente agisce seguendo la sua propria natura, e la sua attività provocata da cause rivela appunto quella natura. Ogni uomo opera in conformità con quello che è, e la sua azione, cosí conforme, viene necessariamente determinata caso per caso solo da motivi particolari. La libertà, che non può essere ritrovata nell’operari, deve dunque risiedere nell’esse. In tutti i tempi si è commesso l’errore fondamentale (ysteron proteron) di attribuire la necessità all’esse e la libertà all’operari. È vero invece il contrario: la libertà risiede soltanto nell’esse; l’operari deriva necessariamente dai motivi e dall’esse; e noi riconosciamo quello che siamo sulla base di ciò che facciamo. Questo è, e non già il presunto liberum arbitrium indifferentiae, il fondamento della responsabilità di cui abbiamo coscienza, e della tendenza morale della vita. Tutto deriva da ciò che una persona è: ciò che fa, deriva da lei come un necessario corollario.
..omissis
La necessità piú rigorosa, sincera ed eseguita con rigorosa conseguenza, e la piú perfetta libertà, innalzata sino all’onnipotenza, dovrebbero cosí trovarsi simultaneamente ed insieme nella filosofia: ma questo potrebbe avvenire, senza offendere la verità, solo se tutta la necessità viene collocata nell’operare e nell’agire (operari), e se tutta la libertà viene posta nell’essere e nell’essenza (esse). Viene in tal modo risolto un problema, che è vecchio come il mondo, in quanto sino ad ora si è sempre proceduto in senso contrario al vero, si è, cioè, cercata la libertà nell’operari e la necessità nell’esse. Io dico invece: ogni essere, senza eccezione, opera con rigorosa necessità, ma questo stesso essere esiste ed è ciò che è, a causa della sua libertà.

magnifico testo:ad:
 
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