elena
aunt member
Nonostante la brevità (meno di 140 pagine) è una storia a largo respiro non incentrata solo sui disagi psichici di un personaggio (magari un vecchio perfido e rancoroso che, non accentando il passare del tempo, amplifica le problematiche connesse alla vecchiaia …..come nelle ultime opere rothiane:sbav ma offre uno spunto di riflessione sulla società americana di metà del XX secolo.
Siamo nel 1951 e il giovane Marcus Messner, brillante studente e figlio di un macellaio kosher, inizia un percorso per affermare la propria individualità con l’obiettivo di affrancarsi dal suo ambiente di origine e, nel contempo, prepararsi ad affrontare la guerra di Corea non come “carne da macello” ma da ufficiale, con una teorica maggiore speranza di vita. Il cammino per una crescita individuale e spirituale è sempre caratterizzato da ostacoli e difficoltà, ma lo è ancor più in un ambiente ove si tende ad esaltare l’omologazione a scapito di ogni atteggiamento soggettivo: la libertà individuale è vista come un’anomalia, una mancata integrazione e come tale inibita.
Il protagonista prova indignazione per il mondo che lo circonda e per i pregiudizi che, nonostante il suo desiderio di affrancamento, lo condizionano al punto da impedirgli di assaporare a pieno anche la bellezza della scoperta sessuale; tutto ciò lascia spazio al dominio della paura che il protagonista si illude di superare con l’intelligenza e la ragione, richiamandosi alla filosofia di Bertand Russel.
Il tutto condito da una prospettiva molto particolare, un colpo di scena che l’autore rileva dopo le prime 30 pagine e che dona un gusto molto amaro a tutta la vicenda.
E’ un romanzo che, a mio parere, si inserisce nel novero della migliore produzione di Roth.
Siamo nel 1951 e il giovane Marcus Messner, brillante studente e figlio di un macellaio kosher, inizia un percorso per affermare la propria individualità con l’obiettivo di affrancarsi dal suo ambiente di origine e, nel contempo, prepararsi ad affrontare la guerra di Corea non come “carne da macello” ma da ufficiale, con una teorica maggiore speranza di vita. Il cammino per una crescita individuale e spirituale è sempre caratterizzato da ostacoli e difficoltà, ma lo è ancor più in un ambiente ove si tende ad esaltare l’omologazione a scapito di ogni atteggiamento soggettivo: la libertà individuale è vista come un’anomalia, una mancata integrazione e come tale inibita.
Il protagonista prova indignazione per il mondo che lo circonda e per i pregiudizi che, nonostante il suo desiderio di affrancamento, lo condizionano al punto da impedirgli di assaporare a pieno anche la bellezza della scoperta sessuale; tutto ciò lascia spazio al dominio della paura che il protagonista si illude di superare con l’intelligenza e la ragione, richiamandosi alla filosofia di Bertand Russel.
Il tutto condito da una prospettiva molto particolare, un colpo di scena che l’autore rileva dopo le prime 30 pagine e che dona un gusto molto amaro a tutta la vicenda.
E’ un romanzo che, a mio parere, si inserisce nel novero della migliore produzione di Roth.
Ultima modifica: